mercoledì 24 dicembre 2014

I 15 peccati della Chiesa secondo Francesco

Inviamo in occasione del Santo Natale questo spendido articolo sull'ultimo discorso di Papa Francesco; ciascuno di noi potrà meditare in merito alle parole di questo Papa che starivoluzionando la Chiesa di Vito Mancuso - la Repubblica 23 dicembre 2014 Viva il Papa e abbasso la Curia!, verrebbe spontaneo gridare dopo il magnifico e severo discorso che papa Francesco ha rivolto ieri ai responsabili della Curia romana. Il discorso con un’analisi ammirevole e coraggiosa elenca ben quindici malattie che secondo il Papa aggrediscono l’organismo di potere vaticano, ma in realtà si tratta di un’analisi perfettamente estendibile a tutte le altre nomenclature, a tutte le corti che nel mondo si formano inevitabilmente attorno a chi detiene il potere. Ieri il Papa si è rivolto alla Curia romana, ma le sue parole colpiscono praticamente tutti gli organi di potere dell’odierna società, dalla politica all’economia, dalle università ai tribunali, in Italia e ovunque nel mondo. Tra le malattie della mente e del cuore dei burocrati vaticani e non, il Papa pone al primo posto ciò che definisce (1) la “malattia del sentirsi immortale o indispensabile”, vale a dire l’identificazione del proprio sé con il potere. Seguono (2) “la malattia dell’eccessiva operosità” e (3) “l’impietrimento mentale e spirituale”, intendendo con ciò l’atteggiamento di coloro che “perdono la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando macchine di pratiche”. Le altre malattie del potere, elencate dal Papa spesso con termini colorati, sono: (4) l’eccessiva pianificazione, (5) il cattivo coordinamento che trasforma una squadra in “un’orchestra che produce chiasso”, (6) “l’Alzheimer spirituale” che fa perdere la memoria dell’incontro con il Signore e consegna in balìa delle passioni, (7) la rivalità e la vanagloria, (8) la schizofrenia esistenziale che porta a vivere una doppia vita, di cui la seconda è all’insegna della dissolutezza, (9) le chiacchiere e i pettegolezzi che arrivano a un vero e proprio “terrorismo” delle parole, (10) la divinizzazione dei capi in funzione del carrierismo, (11) l’indifferenza verso i colleghi che priva della solidarietà e del calore umano e che anzi fa gioire delle difficoltà altrui, (12) la faccia funerea di chi è duro e arrogante e non sa che cosa siano l’umorismo e l’autoironia, (13) il desiderio di accumulare ricchezze, (14) i circoli chiusi e infine (15) l’esibizionismo. Queste sono le numerose malattie che secondo il Papa aggrediscono la Curia romana e i suoi responsabili. Ma una domanda s’impone: è davvero così semplice separare il Pontefice dalla sua amministrazione? La Curia romana è una creatura dei Papi, è l’espressione di ciò che per secoli è stato il Papato, governata dagli infallibili successori di Pietro dei quali tra l’altro quasi tutti coloro che hanno regnato nel ‘900 sono stati proclamati santi o beati. Com’è quindi possibile il paradosso di papi così vicini a Dio e tuttavia incapaci di mettere ordine tra i più stretti collaboratori, scelti da loro stessi? Come si concilia lo splendore dei pontefici canonizzati con una curia che dipende da loro direttamente e che è così tanto malata? La Curia romana non è piovuta in Vaticano dal cielo, né è stata messa lì da qualche potentato straniero, ma è sorta quale logica emanazione della politica ecclesiastica papale che ha fatto del Vaticano un centro di potere assoluto, e non un organo di servizio come vorrebbe oggi papa Francesco. Se si vuole la coerenza del ragionamento, indispensabile alla coerenza della vita giustamente tanto cara a papa Francesco, occorre concludere che i mali della Curia romana non possono non essere esattamente i mali dello stesso potere pontificio. Il papato per secoli ha concepito se stesso come potere assoluto senza spazio per una minima forma di critica e meno che mai di opposizione, traducendo fisicamente questa impostazione in precisi segni di spettacolare effetto quali il bacio della pantofola, la sedia gestatoria, e la tiara pontificia detta anche triregno tempestata di pietre preziose. Chi lavorava in Curia respirava quotidianamente quest’aria e non c’è nulla da meravigliarsi se poi, nella sua vita privata, tendesse a riprodurne la logica circondandosi a sua volta di lusso e di potere. È stato così per secoli e, come fa intendere il discorso di papa Francesco, è così ancora oggi. Emblematico è il caso del cardinal Bertone, per anni a capo della Curia romana e ora autopremiatosi con un lussuoso superattico nel quale probabilmente si aggira fiero contemplando i frutti di un fedele servizio alla logica del potere. L’impietrimento mentale e spirituale denunciato da papa Francesco come malattia n. 3 non è altro che la conseguenza di come nei secoli è stata interpretata la figura del successore di Pietro. Quindi la riforma della curia non può che condurre a una riforma del papato. Avrà la forza papa Francesco per intraprendere questa strada? La volontà, di sicuro, sì.

sabato 20 dicembre 2014

MAFIA CAPITALE

Le vicende che hanno visto coinvolta l’ex giunta di centro-destra, (anzi più di destra che di centro). Alemanno a Roma hanno lasciato in tutti molto amaro in bocca. Ancora una volta si è scoperchiato il vaso di Pandora e ne è uscito di tutto e di più. La fame di soldi di certi personaggi che non possono essere definiti politici ma solo delinquenti, si è mostrata senza fondo: i corrotti della Prima Repubblica quanto meno le opere le realizzavano e si facevano dare solo una piccola percentuale sul valore delle opere. I politici della seconda Repubblica si fanno corrompere, prendono somme assurde che fanno passare per dei lattanti i corrotti della prima Repubblica, se li mettono in tasca, o meglio nelle valigie, come qualche giornale ha scritto o li trasformano in lingotti d’oro e li portano in Tanzania, così come ha scritto qualche giornale ma per i loro nipoti non lasciano nulla: ne opere ne progetti. Ma quello che è più assurdo della vicenda romana è il fatto che alla giunta che ha rubato non succede praticamente nulla, in compenso si chiede alla giunta Marino di dimettersi dimenticando che è arrivata dopo, che ha bloccato questa ladroneria, che ha fatto dire al capo della banda che coordinava gli affari illeciti: “con l’arrivo di questi (Marino) abbiamo finito di guadagnare”. Nonostante questo c’è un centro destra, Forza Italia in testa, che chiede che la giunta Marino venga commissariata. Sarebbe come dire che un imprenditore che, grazie ad un dipendente che gli ha riferito che un suo collega rubava, anziché licenziare il ladro, licenzia chi gli ha fatto scoprire il ladro. L’Italia è proprio un paese tutto da scoprire, la sfacciataggine e l’ipocrisia di certa gente merita di essere sbugiardata sulla prime pagine dei giornali. Ci auguravamo che i partiti del centro-destra che avevano governato Roma nel periodo delle ladronerie, se ne stessero zitti perché avevano tutto da guadagnare, eppure no, la supponenza di questi soggetti, la loro sfrontatezza fa dire loro cose di cui dovrebbero vergognarsi. Se la giunta Marino non ha commesso dei reati non deve dimettersi, ma devono dimettersi tutti i Consiglieri Comunali che si richiamano alla giunta precedente perché, vista l’enormità delle ladronerie che si stanno scoprendo non è possibile che nessuno sapesse nulla!

mercoledì 29 ottobre 2014

La lettera che Reyahneh Jabbari, impiccata a 26 anni per aver ucciso il suo stupratore, ha scritto a sua madre Sholeh

Ecco l’ultima straziante lettera, pubblicata su Huffington Post, che Reyahneh Jabbari, impiccata a 26 anni per aver ucciso il suo stupratore, ha scritto a sua madre Sholeh. E' una lezione di vita ed u8n appello perchè certe barbarie non debba più verificarsi. Tutti, credenti di qualsiasi Dio, e non credenti non possono permettere che si verifichino ancora simili crimini, diversamente diverremmo tutti complici dei carnefici: il difetto più grande dell'uomo è la totale indifferenza di fronti a simili fatti che dovrebbero inorridirci. ---------------------------------------------------------------------------------- Madre, non piangere accuserò i giudici al tribunale di Dio e ora dona i miei occhi di Reyhaneh Jabbari - la Repubblica 27 ottobre 2014 Cara madre, oggi ho appreso che ora è il mio turno di affrontare la Qisas ( la legge del taglione del regime iraniano, ndr). Mi ferisce che tu stessa non mi abbia fatto sapere che ero arrivata all’ultima pagina del libro della mia vita. Non credi avrei dovuto saperlo? Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di papà? Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Quella orribile notte io avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche angolo della città e dopo qualche giorno la polizia ti avrebbe portato all’obitorio per identificare il mio corpo e là avresti saputo che ero anche stata stuprata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato, dato che noi non siamo ricchi e potenti come lui. Poi tu avresti continuato la tua vita soffrendo e vergognandoti e qualche anno dopo saresti morta per questa sofferenza e sarebbe andata così. Ma con quel maledetto colpo la storia è cambiata. Il mio corpo non è stato gettato da qualche parte ma nella tomba della prigione di Evin e della sua sezione di isolamento. E ora nella prigione-tomba di Shahr-e Ray. Ma arrenditi al destino e non lamentarti. Tu sai bene che la morte non è la fine della vita. Tu mi hai insegnato che si arriva in questo mondo per fare esperienza e imparare la lezione e che a ognuno che nasce viene messa una responsabilità sulle spalle. Ho imparato che a volte bisogna lottare. Tu ci hai insegnato, quando andavamo a scuola, che si deve essere una signora di fronte alle discussioni e alle lamentele. Ti ricordi quanto notavi il modo in cui ci comportavamo? La tua esperienza era sbagliata. Essere presentabile in tribunale mi ha fatto apparire come un’assassina a sangue freddo. Non ho versato lacrime. Non ho implorato. Non mi sono disperata, perché avevo fiducia nella legge. Ma sono stata accusata di rimanere indifferente di fronte ad un crimine. Lo sai, non uccidevo neanche le zanzare e gettavo via gli scarafaggi prendendoli dalle antenne e ora sono diventata un’assassina volontaria. Il modo in cui trattavo gli animali è stato interpretato come un comportamento mascolino e il giudice non si è neanche preoccupato di tenere in considerazione il fatto che all’epoca dell’incidente avevo le unghie lunghe e laccate. Quant’è ottimista colui che si aspetta giustizia dai giudici! Il giudice non ha mai contestato il fatto che le mie mani non sono ruvide come quelle di uno sportivo, specialmente un pugile. E questo paese per il quale tu hai piantato l’amore in me, non mi ha mai voluto e nessuno mi ha sostenuto quando sotto i colpi degli inquirenti gridavo e sentivo i termini più volgari. Quando ho perduto il mio ultimo segno di bellezza, rasandomi i capelli, sono stata ricompensata: 11 giorni in isolamento. Cara mamma, non piangere per ciò che stai sentendo. Il primo giorno in cui alla stazione di polizia una vecchia agente zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la bellezza non viene ricercata in quest’epoca. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e della visione e persino la bellezza di una voce dolce. Le mie parole sono eterne e le affido tutte a qualcun altro, in modo che quando verrò giustiziata senza la tua presenza e senza che tu lo sappia, ti vengano consegnate. Ti lascio molto parole scritte a mano come mia eredità. Però, prima della mia morte voglio qualcosa da te, qualcosa che mi devi dare con tutte le tue forze. In realtà è l’unica cosa che voglio da questo mondo, da questo paese e da te. So che avrai bisogno di tempo per questo. Ti prego non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e dica a tutti la mia richiesta. Mia dolce madre, l’unica che mi è più cara della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il destinatario conosca il mio nome, compratemi un mazzo di fiori, oppure pregate per me. Te lo dico dal profondo del mio cuore che non voglio avere una tomba dove tu andrai a piangere e a soffrire. Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fai di tutto per dimenticare i miei giorni difficili. Dammi al vento perché mi porti via. Il mondo non ci ama. Non ha voluto che si compisse il mio destino. E ora mi arrendo ad esso ed abbraccio la morte. Perché di fronte al tribunale di Dio io accuserò gli ispettori, accuserò il giudice e i giudici della Corte Suprema che mi hanno picchiato mentre ero sveglia e non hanno smesso di minacciarmi. Nel tribunale del creatore accuserò tutti coloro che per ignoranza e con le loro bugie mi hanno fatto del male ed hanno calpestato i mie diritti e non hanno prestato attenzione al fatto che a volte ciò che sembra vero è molto diverso dalla realtà. Cara Sholeh dal cuore tenero, nell’altro mondo siamo tu ed io gli accusatori e gli altri gli accusati. Vediamo cosa vuole Dio. Vorrei abbracciarti fino alla morte. Ti voglio bene. Reyhaneh

martedì 30 settembre 2014

TERRA DEI FUOCHI E RESPONSABILITA’

Giorni fa abbiamo sentito una interessante trasmissione radiofonica nel corso della quale sono stati intervistati i medici degli ospedali interessati all’area denominata “Terra dei fuochi” tutti si ricordano di cosa si tratta, ma lo ricordiamo: è la zona nella quale la malavita organizzata della Campania ha sotterrato migliaia di tonnellate di rifiuti tossici nocivi che hanno creato dei gas che a contatto con l’aria provocano dei fuochi ed è un ambiente fortemente insalubre. Questi medici affermavano che le neoplasie (tumori) sono aumentate in modo esponenziale anche nelle persone molto giovani. Naturalmente la colpa è dello Stato che non ha vigilato in questa zona e i cittadini della terra dei fuochi ora chiedono anche di essere risarciti del danno che stanno subendo. Una volta tanto vogliamo essere più polemici di quello che solitamente siamo: ma in tutti questi anni questi cittadini non hanno mai visto qualcuno fare delle buche e interrare di fianco alla loro casa rifiuti tossici? Dov’era tutta la popolazione quando la malavita organizzata faceva scempio del loro territorio? L’omertà la faceva da padrona ed ora lo Stato deve anche preoccuparsi e di questo siamo concordi, della loro salute spendendo un mare di denaro non solo ma sarà probabilmente citato in giudizio per ottenere anche il risarcimento dei danni che queste persone hanno subito. L’augurio che ci facciamo e che non via sia qualche magistrato che pronunci delle sentenze di condanna dello Stato senza dichiarare che vi è una grossa corresponsabilità dei cittadini nel non aver denunciato le situazioni illecite che si svolgevano davanti ai loro occhi. Se invece lo Stato dovesse essere condannato al risarcimento dei danni sarebbe una beffa per i cittadini che spontaneamente segnalano le situazioni di malaffare agli organi di Polizia e, come capita spesso, subiscono anche le relative ritorsioni ma se ne stanno zitte comportandosi da cittadini corretti. Il principio “vivi e lascia vivere” non vale sempre: chi è a conoscenza di un reato lo deve denunciare, diversamente devono essere considerati come complici di chi ha commesso il reato.

mercoledì 24 settembre 2014

SCOZIA FOR EVER

Questo era uno dei tanti slogan coniati in occasione del referendum sull’indipendenza dal Regno Unito della Scozia. Il referendum svoltosi nei giorni scorsi ha avuto esito negativo per i separatisti: la maggioranza di scozzesi ha detto no alla proposta e, conseguentemente, il pericolo della separazione della Scozia dal Regno Unito è passato probabilmente per sempre. La storia della Scozia è una storia tutta sua, parte da un regno autonomo, per arrivare ad un’unione – il Regno Unito – ed è diversa completamente dalla storia della Padania, per le quali la Lega per anni ha tentato di portare avanti la secessione, con particolare riferimento alla Lombardia. I secessionisti lombardi e i leghisti in particolare erano già pronti con i moduli per la raccolta di firme, in caso di vittoria dei separatisti in Scozia, per promuovere un referendum per la secessione della Lombardia dall’Italia. Questi moduli dopo il risultato scozzese sono stati rimessi nel vecchio cassetto dove riposeranno per sempre. Mia nonna diceva che “è meglio morire nel mare che nel Ticino” nel senso che le cose grandi (lo Stato Italiano) sono meglio del Ticino (la Lombardia) e, come tutti i detti dei nostri avi che hanno una grande base di saggezza, anche questo ne ha molta. Gli scozzesi che hanno detto no alla separazione, hanno lasciato da parte tutte le questioni “sentimentali” e, se ci è consentito, anche parte della loro storia che li ha visti per secoli autonomi con il loro “Regno di Scozia” e hanno pensato alla concretezza: la Scozia è sicuramente più forte se è parte del Regno Unito, da sola conterebbe poco per non dire nulla. Su queste basi hanno votato no alla separazione. La serietà del capo dei separatisti è stata altissima non ha addebitato l’insuccesso ad altri ma a se stesso (quando un politico italiano farà questo offriremo una gassosa a tutti i nostri lettori), ed ha affermato che di un nuovo referendum se ne parlerà forse fra moltissimi anni, e ha rassegnato le sue dimissioni: la serietà è questa e non è altro. Gli scozzesi non hanno ragionato con la pancia, come fanno molti in Italia, ma hanno ragionato con la testa e hanno ottenuto un risultato che non rappresenta una vittoria di un sì o di un no, ma rappresenta la vittoria del futuro degli scozzesi. La vittoria del no ha rappresentato una forte batosta per i secessionisti lombardi i quali già sorridevano convinti che in Scozia il referendum sarebbe passato. Abbiamo parlato con alcuni esponenti della Lega, i quali ci avevano confermato l’intenzione, in caso di vittoria dei separatisti scozzesi, di essere pronti per chiedere un referendum per ottenere la secessione della Lombardia: non li abbiamo ancora incontrati dopo il referendum, ma sicuramente avranno lo sguardo rivolto a terra e si sentiranno delusi ma sbagliano in quanto è stata una vera a propria fortuna che in Scozia sia andata in questo modo, perché diversamente avrebbero avuto una batosta più pesante in Lombardia, in quanto i lombardi avranno un mucchio di difetti ma sanno difendere i propri interessi e l’interesse che hanno i lombardi, gli imprenditori, i lavoratori, i giovani, gli anziani, gli uomini e le donne, i cittadini tutti, è di vedere la Lombardia forte in un’Italia forte.

mercoledì 20 agosto 2014

Ebola, i profughi e la macchina della paura

Sono arrivati a Busto 40 profughi e forse ne arriveranno altri 60 che dovrebbero essere ospitati nell’edificio ex Enel di Via dei Mille, per il momento sono uomini di età fra i 23 e 27 anni, con un livello culturale alto. L'impressione che si ha è quello della improvvisazione, sembra che nessuno sappia nulla e che si viva alla giornata, in attesa che "altri" decidano che cosa Busto debba fare. ma questo è un problema politico che deve risolvere la Giunta Farioli, ma dobbiamo dire che ci sembra strano che non vi siano stati accordi preventivi su un problema grave come quello dell'ospitalità da dare ai profughi da parte delle amministrazioni pubbliche; viene da chiedersi: perchè Busto deve ospitarne 100, e le altre città quanti ne ospiteranno? in presenza di un problema così grave vi deve essere certamente "una cabina di regia" che decide "chi deve fare cosa", diversamente vi sarebbe il caos. ma non vogliamo affrontare il probblrma sotto il profilo politico, ma esaminarlo per quelloche è agli occhi delle persone che non gestiscono i massimi sistemi. non appena si è saputo che a Busto erano arrivati (e dovevano arrivare) dei profughi dall'Africa, immediatamente i fautori della paura si sono scatenati, quasi che la città fosse stata invasa da una moltitudine di barbari assatanati che violenteranno, ruberanno, distruggeranno ogni cosa, ma il fatto più grave è stato quello di aver cercato di terrazzare i Bustocchi paventando un imminente e sicuro pericolo molto più grave: il pericolo del diffondersi di una epidemia di Ebola, o di altre malattie più o meno contagiose. Agli occhi di questi fomentatori della paura ogni differenza, come il colore della pelle o la diversità della lingua ogni dignità umana si confonde nell’immagine di una massa di persone minacciosa quasi fosse costituita da una moltitudine brulicante di insetti velenosi. Anche a Busto oggi lavora la “macchina della paura” che rappresenta l’ultimo prodotto tra i più antichi utilizzati da coloro che risolvono tutti i problemi semplificandoli ai minimi termini. La Lega ha fatto la sua fortuna politica ed elettorale proprio sulla semplificazione e sulla paura del nuovo e del diverso, incrementato alla fine degli anni “80 ed inizi anni “90 il cosiddetto ”mercato dell’odio”, che era diretto nei confronti degli immigrati, prima interni (i meridionali che venivano al Nord per trovare lavoro) e poi nei confronti degli immigrati esterni (gli extracomunitari che provengono da mo9lto lontano, ricordando le orde dei barbari che hanno distrutto l’Impero Romano), in ogni caso entrambi rappresentati come nemici ed invasori da combattere. Con questa semplificazione del Mondo si è tentato di inculcare nella mente delle persone che si deve scindere l’interno dall’esterno. All’interno e all’amico si possono riferire tutto il bene e tutto l’amore, sull’esterno e sul nemico si riversano tutto il male e tutto l’odio; in questo modo non rischiamo più di scoprire che possiamo essere responsabili del nostro odio. Questo odio ora è solo il “loro” odio che noi, senza ovviamente nessuna colpa, restituiamo a loro capovolto I mass media hanno portato alla ribalta il problema con titoloni pieni di effetto, “l’invasione dei profughi” , “Rischio Ebola”, “Profughi africani. Arrivano in tanti”, “Rivolte anti-profughi in tutta la Lombardia”, “Fermate l’invasione”, “Rischio contagio”, “Venti profughi sbarcano in Via dei Mille. Residenti in allarme per il virus Ebola”, questi sono alcuni dei titoli dei giornali locali ed anche Nazionali che non hanno certamente contribuito a tranquillizzare la popolazione che in questa zona non è certamente favorevole all’arrivo di altri extra comunitari. A dire il vero la Lega è stata abbastanza tranquilla, a parte quale urlo senza senso del tipo: “Il Comune doveva opporsi”, “Profughi in arrivo ma la Lega dice no:Voteremo contro”, “Per loro il Comune non deve spendere un Euro” Sono altri hanno utilizzato in modo eclatante lo strumento della paura di ben nota memoria: “Sono preoccupato per il rischio Ebola”: così titola la lettera inviata ad un giornale a firma di un esponente di partito in cerca di notorietà e di spazio politico, il quale ovviamente da la colpa del tutto alla sinistra, esattamente come ha fatto un famoso capo di stato tedesco che attribuiva la responsabilità della crisi economica della Germania ai comunisti e ai finanzieri Ebrei. Ma forse l’autore della lettera probabilmente non ha una precisa cognizione di che cosa sia il morbo Ebola, sarebbe stato sufficiente leggere le interviste rilasciate da due eminenti esperti, il professore Grossi e il dott. Renna, che in una recente intervista hanno spiegato, sotto il profilo, che “i timori sono ingiustificati. Ebola non ci minaccia”. Anziché lanciare inutili profezie sarebbe stato opportuno che si fosse letto quanto aveva scritto Kafka nel libro “Il Castello”, nel quale l’autore esplicita il significato della parola “straniero”, in modo di rendersi conto di che cosa significhi essere straniero in terra straniera . Ma forse la lettura si è fermata ad un concetto di società e di Stato che viene concepito come l’organizzazione di una Comunità di esseri “fisicamente e spiritualmente solidali, per rendere possibile la conservazione della specie, e il raggiungimento dei suoi scopi di esistenza, predestinati dalla Provvidenza”, concetti tanto cari al capo di stato sopra citato, tanto che li aveva posti alla base della filosofia esposta nel libro che aveva scritto quando aveva raggiunto il potere.

lunedì 11 agosto 2014

l Nuovo Senato dei 100 senza l’elezione diretta e senza alcuna indennità

IIl giorno 8 ago 2014 sarà a lungo ricordato in quanto in questo giorno è stata approvata la riforma Boschi relativamente alla seconda parte della Nostra Costituzione e con questa riforma si è dato vita al nuovo Senato. A nostro parere i dati salienti del nuovo Senato sono i seguenti: non sara' più eletto direttamente dai cittadini, rappresenterà le istituzioni territoriali e sara' composto da sindaci e consiglieri regionali quali non spetterà più alcuna indennità conseguente alla carica di Senatori. In questo modo si è superato il principio, ormai obsoleti, del cosiddetto il bicameralismo perfetto ed è stato modificato anche, sia pur in parte, il federalismo introdotto con la riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione che erta stata attuata nel 2001, eliminando le materie concorrenti tra Stato e Regioni, che avevano provocato un costante e costoso contenzioso tra Regioni e Stato in tema di competenze. STOP AL BICAMERALISMO PERFETTO:. È stato modificato in modo sostanziale l’articolo 55 della Costituzione e prevede che sia la sola Camera dei Deputati ad essere titolare del rapporto di fiducia con il Governo esercitando in via esclusiva la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del Governo. Al Senato spetterà il compito di rappresentare le istituzioni territoriali, concorrere nei casi secondo le modalita' stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa e partecipare alle decisioni sulle politiche della Unione Europea, inoltre avrà anche la funzione di raccordo tra Ue, Stato e altri organi dello Stato. Il Senato valuterà l'attività delle Pubbliche Amministrazioni, avrà il compito di verificare l'attuazione delle leggi dello Stato, dovrà controlla e valutare le politiche pubbliche, concorrerà ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge e concorrerà, sia pur parziariamente, nelle materie che concernono i diritti della famiglia e la tutela della salute. Con la riforma è stato ribadito che le leggi che stabiliscono le modalita' di elezione delle Camere devono promuovere la parità nella rappresentanza dei generi. CON LA RIFORNA NASCE IL SENATO DEI 100, NON PIU' ELEZIONE DIRETTA.: i membri del nuovo Senato verranno scelti dai Consigli regionali. Saranno 100, di cui 95 rappresentativi delle istituzioni territoriali e cinque senatori nominati dal presidente della Repubblica tra i cittadini 'che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario' per non più di sette anni e una sola volta. Con questa modifica si sancisce il superamento dell'elezione diretta del Senato, che verrà eletto 'dai Consigli regionali e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, fra i propri componenti e fra i sindaci dei rispettivi territori nella misura di uno per ciascuno'. Questa parte della riforma è stata profondamente criticata, ma coloro che hanno fatto questa critica dovrebbero ricordare quando mai i Senatori sono mai stati eletti con la indicazione della preferenza. Per quanto ci ricordiamo vi sono sempre state delle liste bloccate, predisposte dai massimi esponenti dei partiti, e venivano eletti coloro che rientravano nei primi posto dell’elenco in funzione del risultato elettorale ottenuto dal partito. Tanto per fare un esempio, se al Partito, che aveva il 25% dei voti spettavano 6 senatori indicati nella lista, passavano i primi 6 anche se questi erano delle schiappa, ma erano però amici del segretario del Partito, conseguentemente vi era la guerra per essere indicati nei primi posti della lista sperando che il partito prendesse una percentuale di voti tali da essere certi di passare. La ripartizione dei seggi tra le regioni sara' proporzionale alla popolazione. Infine si delega a una legge ordinaria la modalita' di elezione dei membri del nuovo Senato e si sancisce che 'i seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun consigliò. RIMANE L’IMMUNITA' PER NUOVI SENATORI.: La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti, che però riguarda solo i reati commessi nella funzione di Senatore. Ai senatori quindi spetterà l'immunità' parlamentare, come previsto per i Deputati. Si tratta dell'autorizzazione della Camera di appartenenza in caso di richiesta di arresto da parte del Giudice o in caso di uso delle intercettazioni. È prevista una legge, che dovrà essere approvata da entrambe le Camere, che dovrà disciplinare 'le modalita' di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri regionali e i sindaci, nonche' quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale'. NON è PREVISTA ALCUNA INDENNITA PER LA CARICA: I nuovi senatori non riceveranno indennità se non quella che gli spetta in quanto sindaci o membri del consiglio regionale. Resta l'indennità' per i senatori a vita. Garantito anche ai senatori l'esercizio della funzione senza vincolo di mandato. RIFORMA DEL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO. L'articolo 10 prevede che la funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali in materia di referendum popolare, per la legislazione elettorale degli enti locali e per le ineleggibilità e le incompatibilità di Presidenti di Regione, membri della Giunta e consiglieri regionali. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera e' trasmesso al Senato che entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei componenti, puo' esaminarlo e, nei trenta giorni successivi, puo' deliberare proposte di modifica sulle quali la Camera. Nelle materie riguardanti le autonomie regionali, e' prevista una procedura rinforzata: la Camera puo' respingere le modifiche proposte dal Senato a maggioranza assoluta dei componenti nella votazione finale. Qualora il Senato non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge puo' essere promulgata. Attribuito al Senato competenza sulla tutela delle minoranze linguistiche. Per i disegni di legge che dispongono nelle materie che riguardano i territori la Camera dei Deputati puo' non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti. I disegni di legge di bilancio dello Stato approvati dalla Camera dei Deputati sono esaminati dal Senato che puo' deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. Per tali disegni di legge le modifiche sono ammesse solo qualora il Senato abbia deliberato a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Questa procedura legislativa rafforzata vale anche per la legiferazione Europea. In tema di legge di bilancio la Camera politica avrà l'ultima parola a maggioranza semplice sulle leggi di bilancio a fronte di eventuali rilievi del futuro Senato delle autonomie che avrà però un potere rafforzato nelle modifiche alla legge di contabilità, che regola il contenuto della legge di bilancio, le norme volte ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito. Il Senato puo', secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonche' formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati. Sono state modificate le regole per le leggi di iniziativa popolare, per le quali saranno necessarie 150mila firme, mentre ora sono 50mila. Una legge costituzionale stabilisce condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi e d'indirizzo. Saranno possibili i referendum propositivi e di indirizzo, la cui regolamentazione è stata rinviata ad apposita legge costituzionale. È STATA PREVISTA UNA CORSIA PREFERENZIALE E QUANDI VELOCE PER DDL GOVERNO. Con la modifica all'articolo 72 della Costituzione, si è introdotto il principio della corsia preferenziale per i disegni di legge proposti dal Governo, che puo' chiedere che la Camera si pronunci entro 60 giorni. 'Il Governo puo' chiedere alla Camera dei deputati di deliberare che un disegno di legge, indicato come essenziale per l'attuazione del programma di governo, sia iscritto con priorità all'ordine del giorno e sottoposto alla votazione finale entro sessanta giorni dalla richiesta. Decorso il termine, il testo proposto o accolto dal Governo, su sua richiesta, e' posto in votazione, senza modifiche, articolo per articolo e con votazione finale. In tali casi, i termini di cui all'articolo 70, terzo comma, sono ridotti della metà'. Esclusi da questo iter le leggi bicamerali, le leggi elettorali, la ratifica dei trattati internazionali, le leggi che richiedono maggioranze qualificate'. IL QUIRINALE. Inoltre la legge ribadisce che 'la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera e' sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi'. Modifiche anche all'articolo che riguarda il rinvio delle leggi da parte del Quirinale: il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione, anche limitata a specifiche disposizioni. Qualora la richiesta riguardi la legge di conversione di un decreto adottato a norma dell'articolo 77, il termine per la conversione in legge e' differito di trenta giorni. 'Se la legge o le specifiche disposizioni della legge sono nuovamente approvate, questa deve essere promulgata'. STOP A DL OMNIBUS:. Quanto ai decreti legge la riforma introduce un sostanziale divieto ai cosiddetti decreti omnibus, cioè quelli che contengono norme su materie non omogenee. IL SENATO NON AVRA’ SU AMNISTIA-INDULTO:. Il Senato non avrà alcuna competenza in tema di dichiarazione dello stato di guerra, su amnistia e indulto, mentre in merito all'autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali si pronuncerà solo se questi riguardano i rapporti con l'Ue. SU LEGGE ELETTORALE PRIMA PAROLA A CONSULTA:. È stato introdotto nella Costituzione il giudizio preventivo della Corte costituzionale in materia di leggi elettorali, con ricorso motivato di un terzo dei componenti della Camera. La Corte si dovrà pronunciare entro un mese. REFERENDUM: Cambiano le regole sui referendum abrogativi: modifica all'articolo 75 della Costituzione. La riforma introduce un doppio quorum: sono richieste 500mila firme e maggioranza degli aventi diritto oppure 800mila firme e maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera. ELEZIONE CAPO STATO:. La riforma modifica anche i quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica. 'Dopo il quarto scrutinio e' sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell'assemblea. Dopo l'ottavo scrutinio e' sufficiente la maggioranza assoluta'. Inoltre si stabilisce che il Presidente della Camera supplisce al Presidente della Repubblica 'quando il Presidente della Camera esercita le funzioni del Presidente della Repubblica nel caso in cui questi non possa adempierle, il Presidente del Senato convoca e presiede il Parlamento in seduta comune', anche 'in caso di impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica il Presidente del Senato indice l'elezione del prossimo presidente. La riforma Costituzione abolisce il CNEL, ente da tempo ritenuto perfettamente inutile, e (finalmente e si spera in via definitiva) le province, modifica anche il federalismo così come era stato introdotto dalla riforma del titolo V nel 2001. Scompaiono le materie concorrenti. REGIONI:. Il nuovo articolo 116 della Costituzione prevede che le Regioni possono chiedere ulteriori forme di autonomia nelle materie di giustizia di pace, istruzione e tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, governo del territorio a condizione che la Regione sia in equilibrio di bilancio e con legge approvata da entrambe le Camere, tutto questo è previsto dall'articolo 29 della riforma costituzionale , mentre il nuovo testo dell’articolo 117 della Costituzione riguarda la potestà legislativa delle Regioni. La modifica introdotta sopprime completamente la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e lascia agli enti locali il potere di legiferare su 'pianificazione del territorio regionale, mobilità al suo interno, dotazione infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito dei servizi alle imprese e in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario, di disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, di regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli enti territoriali della regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali locali di finanza pubblica, nonche' in ogni materia non espressamente riservata alla competenza dello Stato'. Restano di competenza esclusiva dello Stato la politica estera, i rapporti con le confessioni religiose, la difesa e le Forze armate, la sicurezza, la moneta, la tutela del risparmio e i mercati, il sistema tributario e contabile dello Stato, leggi elettorali, ordine pubblico, cittadinanza, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e navigazione. Stabiliti i costi standard per le spese delle regioni. 'Le risorse' degli enti locali 'assicurano il finanziamento integrale delle funzioni pubbliche dei Comuni, delle Città metropolitane e delle Regioni, sulla base di indicatori di riferimento di costo e di fabbisogno che promuovono condizioni di efficienza'. Introdotto in Costituzione all'articolo 118 il concetto di trasparenza nell'amministrazione locale: 'Le funzioni amministrative sono esercitate in modo da assicurare la semplificazione e la trasparenza dell'azione amministrativa, secondo criteri di efficienza e di responsabilità degli amministratori'. L'articolo 33 della riforma costituzionale introduce la possibilità di commissariare Regioni, Comuni e Città metropolitane in caso di default. E ci sara' anche un limite agli stipendi degli amministratori regionali (giunta, presidente e consiglieri) legandoli a quelli dei sindaci dei Comuni capoluogo di regione. Viene infine soppressa la Commissione parlamentare per le questioni regionali. Aboliti rimborsi e i trasferimenti ai gruppi politici dei Consigli regionali. Con una norma contenuta nelle disposizioni finali il governo intende impedire nuovi casi di sperpero di denaro pubblico per le spese private dei politici. 'Non possono essere corrisposti rimborsi o analoghi trasferimenti monetari recanti oneri a carico della finanza pubblica - si legge nel testo approvato - in favore dei gruppi politici presenti nei Consigli regionali'. La riforma entrerà in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale ma sara' applicata dopo lo scioglimento delle attuali Camere. Il testo predispone anche un sistema elettorale provvisorio per il nuovo Senato valido per la prima elezione: un sistema proporzionale con lista bloccata. Ogni consigliere puo' votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri e da sindaci (dei Comuni compresi nel relativo territorio). I seggi vengono ripartiti tra le liste secondo il metodo proporzionale, all'interno di ciascuna lista, essi sono attribuiti secondo l'ordine di presentazione dei candidati; per la lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti, puo' essere esercitata l'opzione per l'elezione del sindaco o, in alternativa, di un consigliere.

venerdì 8 agosto 2014

Renzi, il PIL, le riforme e il fuoco amico

La domanda che molti si pongono, visti i dati economici pubblicati dall’Istat in questi giorni sul PIL, con riferimento all’attività del Governo guidato da Renzi è sicuramente la seguente: «Ma Renzi riesce a combinare qualche cosa oppure no?” Dopo lo splendido, e per molti inaspettato, risultato elettorale ottenuto alle Europee con il 40,8% di voti a favore del PD, un risultato politico che molti hanno definito epocale in quanto dopo vent’anni è stata bloccata la destra che sembrava invincibile e ha dato forza alla speranza che un vero riformismo nascesse e prosperasse anche in Italia, è arrivato il meno 0,2% del PIL che segue il risultato negativo del meno 0,1% del trimestre precedente e rischia di far ritornare il pericolo, mai sopito della recessione, in quanto gli esperti hanno previsto che su base annua si avrà una discesa del Prodotto interno del -0,3%. Renzi e il suo ministro dell'Economia, Padoan, devono agire per evitare di andare incontro a quella che altri hanno definito “un sentimento comune (pericolosissimo) di attesa negativa”.in quanto tutti abbiamo l'interesse esattamente contrario perché siamo consci di quanto sia importante per non dire vitale, che il Paese riparta sotto tutti i profili, tutti lo vogliono e noi sappiamo che ci sono le competenze necessarie per arrivare ad un vero cambiamento. Servono investimenti (interni ed europei, pubblici e privati) tutti quelli che sono possibili, non possiamo riporre il nostro futuro nella speranza che tutto venga risolto da Expo; deve essere elaborato un progetto di sviluppo che deve essere condiviso da tutti. Renzi deve dimostrare di avere questo progetto e di essere capace di realizzarlo. Ha chiesto “Mille giorni”, ma per fare che cosa? Tutti coloro che osservano l’Italia fuori dai suoi confini devono essere in grado di comprendere se l'Italia è veramente in grado di gestire situazioni difficili come quelle che ci sono sul tappeto; queste situazioni si affrontano e si risolvono solo se si è in grado di elaborare un disegno organico di azioni che riguardano l'economia e non solo, azioni che devono essere comunicate ed attuate in tempi certi. Non siamo d’accordo con coloro che sostengono che con le risorse destinate al bonus di 80 euro si poteva dare una scossa seria agli investimenti, scegliendo la strada prioritaria di abbassare in modo significativo l'Irap È vero che gli investimenti "producono" lavoro e consumi, ma è altrettanto vero che le famiglie sono allo stremo e i tanto bistratti 80 Euro sono serviti, checche ne dicano i detrattori di questa manovra, ad alleviare i problemi di molte famiglie. La linea dei provvedimenti del fare approvati dal governo Letta (bonus per l'edilizia e altro) deve essere proseguita, anzi rafforzata. Non si deve pensare che siano piccole cose, il PIL si è sempre nutrito anche di piccoli bonus che poi si sono ripagati da soli. Si deve agire come più volte è stato promesso dai vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, sul mercato e sulle leggi che regolano il mercato del lavoro, sulla riforma fiscale, sull’impianto dello Stato, si deve procedere ad una seria riforma della Giustizia, che deve essere a favore di tutti e non solo di pochi, come si è fatto in passato, intervenendo con riforme strutturali per risolvere le due emergenze assolute che sono il processo civile e quello amministrativo. Sulla spending review si deve operare non con la logica del forbicione di vecchia memoria, ma per ottenere un concreto recupero di efficienza che riduca in modo stabile i costi dello Stato. Queste sono alcune delle priorità, e in queste, a nostro parere, non rientrano le riforme istituzionali, che sono sicuramente importanti, ma vengono dopo l’economia e il benessere dei cittadini e vanno portate avanti in Parlamento, in modo di uscire dall’equivoco del bicameralismo perfetto stabilendo anche ed una volta per tutte il ruolo e peso delle Regioni.. La vera urgenza è l'economia. I mercati si rivolterebbero se dovessero convincersi che chi ci governa la pensa in modo diverso. Il tema del debito pubblico e delle privatizzazioni deve essere affrontato con pragmatismo, senza lasciare nulla di intentato, ricordandosi, però, sempre che la via maestra è quella di recuperare la strada della crescita che è la sola che ci permetterà di diminuire il debito pubblico. Deve però essere chiaro che la colpa di tutti i problemi non è tutta nostra. I problemi internazionali (Russia - Ucraina, Israele - Palestina, Siria, Iraq, Libia, Argentina, tanto per citarne alcuni) non aiutano di certo la nostra economia ne contribuisco positivamente alla nostra crescita ne a quella mondiale e danneggiano gravemente le nostre esportazioni. Anche per questi motivi l'Europa sarà chiamata a promuovere con forza un vero New Deal, dovrà dotarsi di un esercito e di una politica estera comune, insomma dovrà trasformarsi da entità puramente monetaria in realtà politica. Per tutti e, quindi, anche per l’Europa in costruzione, sarà vitale che il governo Renzi raddoppi gli sforzi e alimenti un circolo virtuoso che veda coinvolti gli investimenti, le aspettative e la fiducia, che si deve trasmettere alle imprese e alle famiglie, facendo in modo che ritorni la voglia di spendere ed investire. Si deve fare in modo che i cittadini, gli investitori, le imprese percepiscano che vi è un concreto disegno politico ed economico con la reale volontà di attuarlo, uscendo dalla vecchia logica del colpevole (l'Europa, la banca Centrale , la burocrazia e così di seguito), che sicuramente contribuisce ad aumentare i voti nell'urna, ma non risolleva di certo l'economia. Lo sconforto che i dati sulla crescita del PIL ha portato dopo la loro pubblicazione, deve aumentare la capacità di Renzi e del suo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, di reagire, anzi di agire, con fatti concreti perché solo in questo modo le Cassandre, i pseudo amici di partito, che sorridono ma poi pugnalano alle spalle, e coloro che gioiscono del fatto che tutto vada a rotoli, si rendano conto che il cambiamento è veramente in atto per permettere al Paese di ripartire perché questo è quello che vogliono per primi tutti gli italiani. Ma per fare questo è necessario che il Partito democratico sia unito e disciplinato, per cui una volta presa una decisione tutti, dico tutti, devono essere compatti e devono comportarsi come se fossero in un esercito, dove non sono ammessi dissensi o ripensamenti, o si è tutti uniti oppure si va altrove; solo con un partito unito Renzi può riformare il Paese, diversamente saranno sforzi gettati al vento. Oggi Renzi deve solo proteggersi dal cosidetto "fuoco amico" e cioè dalle imboscate dei suoi colleghi di partito e dei fautori del "tanto perggio, tanto meglio", sapendo però che la gran parte degli Italiani è con lui e che non deve disilluderli, deve realizzare le riforme e dimostrare di dare concretezza alle promesse. solo in qusto modi Renzi sarà in grado di vincere non tanto la singola battaglia, come la riforma del Senato, ma la guerra che è rappresentata dalla riforma del sistema Paese. Ne ha i numeri e la capacità per riuscirvi.

sabato 2 agosto 2014

EMERGENZA SFRATTI

Presso il nostro Tribunale ogni mercoledì vi sono decine di persone citate perché non pagano l’affitto della loro casa e spesso anche le spese condominiali. Lungo i corridoi del Tribunale vi sono intere famiglie, padre, madre e figli, anche bambi di pochi mesi portati nelle carrozzine che, trepidanti, aspettano di essere chiamati dal Giudice al quale spiegano le motivazioni che li hanno portati a non poter pagare l’affitto. Le storie che vengono raccontate sono sì una diversa dall’altra ma, alla fine, tutte uguali. Le difficoltà economiche che attanagliano tutti, colpiscono tutte le categorie sociali e davanti ai Giudici non vi sono solo le persone meno abbienti ma vi sono anche quelle che una volta appartenevano al così detto ceto medio, che rappresentava la base della nostra Società. Il ceto medio era quello che percepiva un reddito che permetteva di avere una vita dignitosa, che permetteva di acquistare una casa, di andare in vacanza, di avere la proprietà di un’auto e così di seguito. Piano piano questa categoria, si è andata assottigliando sempre di più, ed ora è quasi completamente sparita. Quando in una famiglia con figli, dove fino a qualche tempo fa lavoravano entrambi i genitori ed ora uno ha perso il lavoro e l’altro è part-time, con anche il mutuo da pagare, la situazione non è difficile, ma tragica. I Giudici, quando parlano con queste persone, non sanno che cosa dire, ascoltano le loro storie, fanno presente che hanno l’obbligo di convalidare lo sfratto se non viene pagato l’affitto e a tutti concedono il termine massimo per pagare quanto dovuto. Il vero dramma scoppia all’udienza successiva, quando si verifica che i canoni e le spese condominiali non sono state pagate e gli sfratti sono convalidati. Le persone escono dall’ufficio del Giudice con gli occhi rossi e, prendendo l’ascensore, si mettono a piangere perché non sanno dove andare a sbattere la testa, pensano non tanto al loro futuro, ma a quello dei loro bimbi. Questo è quello che succede nel Tribunale di Busto Arsizio ogni settimana e gli sfratti convalidati sono a decine, i casi si sono più che triplicati rispetto allo scorso anno! Quella che noi denunciamo da tempo, è una vera emergenza nel settore abitativo. E’ necessario che l’Amministrazione Comunale intervenga, unitamente all’ALER, per affrontare questa situazione, per mettere a disposizione di chi è in difficoltà economica degli alloggi a prezzi accessibili; non solo, si deve cercare di ottenere tramite la Regione degli ulteriori fondi da distribuire a chi non è in grado di pagare l’affitto. E’ necessario verificare se sia vera la leggenda metropolitana sostiene che vi siano in città ben 4 mila alloggi sfitti, di proprietà di soggetti che pagano le spese condominiali, tasse e quant’altro senza incassare neppure un centesimo, in quanto preferiscono lasciare l'appartamento vuoto piuttosto che affittarlo ad canone modico. L’Amministrazione comunale potrebbe farsi promotrice di un accordo con alcuni proprietari per ottenere degli appartamenti in affitto, garantendo il pagamento del canone e spese condominiali, per un certo periodo. Ma il problema non è solo l’affitto in quanto in molti casi le persone non riescono neppure a pagare le bollette della luce e del gas e rischiano di vedersi staccare le utenze. Vi sono intere famiglie che durante l’inverno vivono al freddo perché non possono permettersi il riscaldamento e risparmiano nel gas, rischiando di ammalarsi. Un nostro cliente, che opera in una famosa catena di supermercati, ci ha riferito che nel settore alimentare vi è stata una diminuzione delle vendite di oltre il 20%, il che significa che le persone, non solo non acquistano i beni voluttuari dei quali si può fare anche a meno, ma non acquistano neppure il necessario per vivere. I supermercati che vanno per la maggiore sono Discount che offrono prodotti con forti sconti; non solo, in molti supermercati, alla fine della settimana vi sono le offerte vantaggiose per smaltire i prodotti deperibili e vi è la fila delle persone in attesa di tale momento per poter riempire il carrello di generi alimentari che stanno scadendo, ma che costano molto poco. Tutti affermano che la crisi sta finendo e noi speriamo che questo sia vero, perché siamo ottimisti ma, vedendo queste situazioni, l’ottimismo passa in secondo piano e si diventa realisti. Si deve intervenire con un’operazione a livello nazionale che permetta la ripresa dei consumi, perché solo se riprendono i consumi il denaro inizia nuovamente a girare, le imprese smetteranno di licenziare ed inizieranno nuovamente ad assumere. Quello che ci lascia allibiti è il fatto che con un bilancio statale di oltre 800 miliardi di euro non si riescono a trovare 20/30 miliardi, che rappresentano meno del 5% del globale, da destinare alla diminuzione delle tasse permettendo alle famiglie di avere qualche centinaio di euro in più da poter spendere. Gli sprechi che vi sono nella Pubblica Amministrazione sono agli occhi di tutti, basta guardare anche nella nostra piccola grande città dove vediamo strade da poco asfaltate che vengono rotte per rifare lavori già fatti, e attorno al buco appena scavato vi sono cinque o sei persone e non si capisce chi è che dirige e chi è che lavora, ma tutti vengono pagati! E’ vero che tutti devono lavorare, ma è altrettanto vero che forse il lavoro dovrebbe essere distribuito meglio, permettendo un’occupazione più ampia da parte di tutti coloro che hanno necessità di avere un posto di lavoro. L’augurio che ci facciamo è che finalmente sia stato raggiunto il punto più basso della crisi e che quanto meno la stessa non continui ad aumentare. Quello che ci tranquillizza e ci rende un “poco” più sereni è che, come diceva un vecchio detto, dopo la tempesta viene sempre il sereno e, quindi, dopo la crisi economica vi è la ripresa. Gli Stati Uniti stanno dimostrando che la ripresa è possibile, in dieci mesi il governo Obama ha creato ben 1.900.000 posti di lavoro nuovi e aumentato il Pil del 2%; perché in Europa e in Italia questo non succede? Forse perché continuiamo a portare avanti la teoria dell’austerità? Tornando alla nostra Busto, è necessario che le opere pubbliche riprendano il loro cammino perché in questo modo il nostro Comune potrà creare nuove occasioni di lavoro perché chi di lavoro non ne ha. Se tutte le Amministrazioni Pubbliche spendessero cento mila euro in più in un anno per le opere pubbliche, avremmo milioni di euro di nuovi investimenti che sicuramente aiuteranno la ripresa economica.

giovedì 3 luglio 2014

LA CRISI MORDE ANCORA

I dati sono preoccupanti ed anche sconfortanti: ogni due aziende che chiudono, ve n’è solo una sola che apre i battenti. Nel campo del commercio il rapporto è molto più alto per le aziende che non riaprono e qui ci riferiamo a bar e negozi di prossimità. Questa significa che i consumi non si muovono e se non ci sono i consumi, le fabbriche non producono e non danno lavoro alla gente e se non vi è il lavoro non si ha lo stipendio e senza lo stipendio non si possono comperare i beni da consumare e così il cerchio si chiude, ma è un ciclo vizioso che porta solo alla povertà e spesso alla disperazione. Quello che vi deve essere ora è la ripresa di fiducia da parte dei cittadini, che devono pensare che le cose possono, anzi devono cambiare e che questo sta già succedendo. Se ogni cittadino dovesse spendere € 10 in più alla settimana vi sarebbe un movimento di oltre mezzo miliardo di euro di beni venduti che non è poco. Ma ci rendiamo conto che per spenderli i 10 euro bisogna averli e se uno ha paura del futuro non spende un cent. in più dello stretto necessario. Comunque una cosa è certa, i cicli economici, prima o poi, hanno un termine e l’attuale ciclo dura da troppi anni, per cui la fine è sicuramente prossima. La crisi che ha colpito l’Italia e il mondo intero ha avuto un pregio, che è quello di aver eliminato dal mercato gli imprenditori incapaci. Quelli che riusciranno a reggere questi ultimi mesi avranno un futuro radioso, ma devono essere pronti ad affrontare questo futuro, sia sotto il profilo tecnologico che sotto il profilo puramente di marketing perché, mentre noi rimaniamo fermi, i paesi emergenti stanno lavorando a più non posso per recuperare il divario che da sempre li tiene lontani dai paesi avanzati. Il rischio che si corre, se non si tiene il passo sotto il profilo tecnologico e sotto il profilo del marketing, è che terminata la crisi i paesi del così detto terzo mondo si prenderanno l’intero mercato perché nel frattempo avranno adeguato la propria tecnologia alle nuove evoluzioni e avranno anche investito in marketing. Purtroppo le aziende e gli imprenditori in genere la prima cosa che fanno quando vi è una crisi è quello di cessare gli investimenti nell’innovazione e nei servizi e tra i servizi, come la consulenza, la pubblicità, il marketing che sono essenziali per la vita di qualsiasi azienda. Sottoscrivere un contratto pluriennale sbagliato per risparmiare qualche euro in consulenza, significa vedersi il futuro rovinato e questa sarebbe l’ultima “mazzata” che l’imprenditore potrebbe prendersi e che non può assolutamente permettersi.

sabato 21 giugno 2014

Risultati elettorali e PD

Anche il risultato dei ballottaggi ha confermato il felice stato di salute del Partito Democratico. I detrattori pongono l’accento sul fatto che il PD ha perso le vecchie roccaforti rosse quali Livorno, Perugia e Padova dimenticando che il PD nulla ha a che fare con il PD che invece inneggia al PD elenca le roccaforti del centro destra che sono passate al Partito Democratico. Ma l’analisi del voto deve essere ben altro. Anche al ballottaggio ha vinto il partito degli astensionisti ed è su queste persone, sui non votanti, chi si sente lontano dalla politica e non riesce neppure a dedicare cinque minuti della sua giornata per andare a votare, che si devono rivolgere le risorse di tutti i partiti in lizza e in primo luogo anche del Partito Democratico. Indubbiamente, rispetto alle ultime elezioni politiche il Partito Democratico ha vinto sotto tutti i fronti, sia sotto il profilo delle percentuali, in quanto è di gran lunga il primo partito in Italia, sia sotto il profilo dei voti fisici che, a nostro parere, sono quelli che più contano. Il primo turno delle elezioni amministrative ha dato il segnale di quanto sia importante la figura di Renzi per il PD che ha trascinato l’elettorato verso il PD. Il risultato del ballottaggio è sicuramente privo dell’effetto Renzi ma ha confermato che il PD è in crescita, ha saputo mantenere i voti acquisiti, si sta radicando in tutti i settori della Società. Quello che è certo è che nessuno può essere sicuro del proprio elettorato in quanto gli elettori ormai sono “mobili” nel senso che si spostano da un partito all’altro con una facilità estrema e che fatti contingenti possono spostare milioni di voti. Sicuramente la vicenda del Mose ha creato problemi al Partito Democratico e al suo Sindaco di Venezia beccato con le mani della marmellata. Altrettanto danno ha fatto l’altro furbetto del quartiere, Galan, che ne era degno compare e Galan ha creato un danno enorme al centro destra. La prima cosa che devono fare i partiti è quello di estromettere dalla politica chi si appropria del denaro pubblico. Abbiamo esempi di persone che non rubano ma creano molto più danno di chi ruba. Come diceva un Monsignore di Busto Arsizio, in politica fa più danno un politico deficiente che un politico ladro in quanto il politico ladro prima o poi lo beccano e lo arrestano e quindi lo eliminano dalla scena politica, mentre un politico deficiente per eliminarlo si deve attendere le prossime elezioni. Questa è la realtà della politica. I partiti devono iniziare a fare qualcosa in più rispetto al passato e la prima cosa è quella di non ricandidare le persone che hanno subito processi per reati che ormai il cittadino non può più sopportare come la corruzione, concussione, finanziamento illecito ai partiti: è ora di finirla con questi personaggi che, nonostante siano passati decenni (Frigerio ne è l’esempio vivente) ancora contano tanto da essere ricercati per avere degli appalti.

sabato 31 maggio 2014

imu, tasi, iuc e similari

Ritengo che a volte sia importante anche dare delle comunicazioni “di servizio”, rispondendo alla domanda che più volte mi è stata rivolta in questi giorni: quando si deve pagare la TASI, L’IMU e similari. Come tutti sanno dal 1° gennaio 2014 è entrata in vigore l’Imposta unica comunale (IUC) che altro non è che un modo diverso di chiamare altra tassa già in vigore, questa tassa (la IUC) è stata “inventata” partendo dai presupposti impositivi che in precedenza erano costituiti dalla nota e tanto temuta ’Imposta municipale propria (IMU), che era di natura patrimoniale, e da una componente riferita ai servizi, che a sua volta è articolata in parte dal Tributo per i servizi indivisibili (TASI) e dalla Tassa sui rifiuti (TARI), che è destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. LE SCADENZE SONO LE SEGUENTI, SALVO SUCCESSIVE MODIFICHE IMU acconto: entro il 16 giugno; saldo: entro il 16 dicembre TASI acconto: entro il 16 settembre; saldo: entro il 16 dicembre Per maggiori informazioni potrete consultare gli allegati informativi: • IMU – Imposta Municipale Propria • TASI – Tributo per i Servizi Indivisibili • TARI – Tassa Rifiuti (in fase di aggiornamento) che troverete sul sito del Comune di Busto Arsizio Cliccando sul banner “Calcolo IUC” è anche possibile simulare il calcolo IMU ed il calcolo TASI e stampare il modello F24 precompilato per il pagamento. Qui di seguito Vi indico il collegamento alla pagina del sito del Com http://www.comune.bustoarsizio.va.it/index.php/imposte-e-tasse-comunali/iuc-in-fase-di-aggiornamento ovviamente i dati indicati nella presente devono essere verificati e possono cambiare in relazione a quanto deciso a livello comunale e statale

sabato 17 maggio 2014

FORSE E’ LA VOLTA BUONA

L’anticipazione fatta da Renzi che dal 2015 verrà cambiata la denuncia dei redditi e saranno abrogati il modello 730 rappresenta una buona notizia. Chi ha la mia età si ricorda quando il Ministro delle Finanze Onorevole Benvenuto, ex sindacalista aveva costretto i cittadini a predisporre un complicato modello 740 che era lungo oltre 50 pagine e gli stessi commercialisti si erano rifiutati, in alcuni casi, di predisporre la denuncia dei redditi dei clienti . Se pensiamo che negli USA è lo Stato che invia la denuncia dei redditi ai cittadini che la modificano sulla base del reddito effettivo, capiamo per quale motivo l’Italia è un paese diverso rispetto agli altri. L’auspicio è che qualche solone del Ministero delle Finanze non ne inventi una delle sue per complicare la vita al povero cittadini. L’ho già detto anche in altre sedi, il cittadino non è stanco di pagare le tasse, il cittadino è stanco della burocrazia che lo obbliga a pagare le tasse chiedendoli di compilare moduli e moduli ed è stanco di vedere le proprie tasse spese malamente. In Svizzera ad esempio non esiste la figura professionale del commercialista! Se per pagare le tasse fosse più semplice e non ci si deve rivolgere a Caf e commercialisti spendendo anche dei denari, il cittadino sarebbe più contento. E ancora più contento lo sarebbe quando può verificare concretamente che le sue tasse sono spese bene. È necessario ripristinare, se mai c’è stato in Italia, un rapporto di collaborazione e di stima reciproca tra l’Agenzia delle Entrate e il Cittadino. Ora Berlusconi vuole abolire Equitalia ma la domanda che bisogna fargli è la seguente: chi ha voluto Equitalia? Forse la memoria ci tradisce, ma se ben ricordiamo Equitalia è figlia di Tremonti. E fino a quando avremo un soggetto come Equitalia, che l’unico scopo che ha non è quello di far pagare le giuste tasse, ma di incassare il più possibile per poter pagare i migliaia di dipendenti che ha assunto, il rapporto di stima con il cittadino non ci sarà mai ed Equitalia verrà sempre guardata come un avvoltoio assassino che uccide il cittadino per poterne mangiare poi le spoglie.

giovedì 15 maggio 2014

PRIMA O POI RITORNANO

Questo se ben ricordiamo è il titolo di un vecchio film e rappresenta sempre una grande verità. Sentire che l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Frigerio e il fantomatico Primo Greganti da PCI / PDS sono stati nuovamente arrestati con altri soggetti per tangenti degli appalti Expo, lascia allibiti. Questi soggetti erano stati arrestati oltre vent’anni fa, hanno subito processi, sono stati condannati, hanno fatto anche qualche anno di galera, eppure perseverano ancora oggi negli stessi comportamenti. Rispetto ad alloro, oggi sono gli imprenditori che si rivolgono a questi loschi individui per ottenere l’assegnazione degli appalti di Expo e non solo. Una volta i soldi li prendevano per finanziare i Partiti, oggi li prendono per metterseli in tasca, con la conseguenza che i prezzi degli appalti aumentano e alla fine chi paga è sempre il solito Pantalone, cioè il cittadino. Ma quello che è più grave è che non è più il corruttore che va a cercare l’imprenditore da corrompere, ma è l’imprenditore che va a cercare il corruttore per avere delle facilitazioni. Aveva ragione Ilda Boccasino, della Procura della Repubblica di Milano, quando ha affermato che il rapporto con la mafia si è capovolto, in quanto una volta era la mafia che imponeva all’imprenditore certi appalti, oggi invece è l’imprenditore che cerca l’aiuto della mafia per avere del lavoro e questo crea un grande danno anche sotto il profilo della concorrenza in quanto questi soggetti vincono gli appalti senza averne ne i titoli ne i meriti. In questi casi la Magistratura deve essere inflessibile, ma ancora più dura deve essere l’opinione pubblica che deve estromettere socialmente questi individui che corrompono, si fanno corrompere e distruggono, non solo l’economica dell’Italia, ma anche la sua immagine. Cosa hanno pensato i venti milioni di visitatori che sono attesi fra un anno in Italia per l’Expo di Milano, quando hanno saputo di questi arresti? Ve lo ricordate quel giornale tedesco che anni or sono in copertina aveva rappresentato l’Italia con un piatto di spaghetti al pomodoro con una pistola al posto del formaggio? Ebbene, siamo ritornati a quei tempi.

martedì 13 maggio 2014

DIMISSIONI.

Non possono passare in silenzio le dimissioni dell’Assessore al bilancio Mira Bonomi in quanto il suo assessorato era ed è quello più importante di qualsiasi amministrazione comunale. Le dimissioni date dopo l’approvazione del bilancio consuntivo e alla vigilia della approvazione del bilancio preventivo rappresentano un grave fatto politico grave che fa meditare. Pur non essendo residente nella nostra città, l’Arch. Mira Bonomi ha messo a disposizione tutta la sua precedente esperienza di Sindaco e le sue capacità professionali a favore di Busto Arsizio. L’opposizione (della quale faccio parte) non ha mai lesinato critiche al suo operato, ma non ha neppure lesinato elogi per il suo corretto comportamento. Purtroppo il buon senso non è di tutti e questa disponibilità è stata fraintesa da alcuni personaggi della maggioranza, ai quali si risponde che non vi è mai stato nessun inciucio con Mira Bonomi ma è sempre stato un leale confronto di idee, di proposte e di critiche quando ve ne era bisogno. L’opposizione a Busto non è mai stata distruttiva, ma sempre costruttiva in quanto il bene che si deve tutelare quando si viene eletti è solo quello della città e non il vantaggio personale come invece molti fanno. L’opposizione a Busto non ha mai votato contro un provvedimento che fosse a favore della città, anzi ha contribuito a modificare delibere che presentavano errori madornali quando poteva infischiarsene e fare il gioco del massacro, ma questo non è mai successo e non succederà mai; l’attuale maggioranza se fosse all’opposizione farebbe nello stesso modo? È un dubbio al quale vorremmo avere una risposta. Quello che è certo è che le dimissioni della Mira Bonomi non sono state fulmine a ciel sereno ma sono il risultato finale di un’azione di logoramento alla quale la sua maggioranza l’aveva sottoposta. Fare l’assessore significa lavorare per molte ore al giorno, elaborare idee, ma anche confrontarsi con la propria maggioranza per avere idee nuove da portare avanti: è successo tutto questo anche a Busto? La risposta non la dobbiamo dare noi ma la devono dare i diretti interessati. Quello che è certo è che Farioli ha perso un leale collaboratore che non ha mai proferito, in tutti gli incontri che abbiamo avuto con lei, una parola di critica nei confronti del proprio sindaco, dei suoi colleghi di giunta o dei collaboratori comunali, ma solo espressioni di stima. Quello che è certo è che Mira Bonomi non è stata dimissionata, ma si è dimessa e quando ha depositato dimissioni probabilmente aveva anche le lacrime perché amava ed ama la nostra città.

venerdì 9 maggio 2014

RIPARTE IL GIRO D’ITALIA

Oggi è partito il giro d’Italia con la crono a squadre, la prima tappa verrà fatta a Belfast, Irlanda, per esportare l’italianità. Personalmente non sono d’accordo che un giro d’Italia parta dall’Irlanda, ma così è, e non posso fare altro che prenderne atto. L’augurio che mi faccio è che nei prossimi giorni non vi sia qualche blitz dei Nas negli alberghi che ospitano corridori e medici e vangano trovati medicinali dopanti. Il ciclismo è uno sport bellissimo che viene però distrutto anno per anno dal fatto che i così detti campioni riescono a vincere solo perché si dopano, perché assumo sostanze micidiali senza rendersi conto che quando avranno 40 – 50 anni il loro fisico crollerà completamente e gli esempi sono noti. Quando uno viene “beccato” per aver fatto uso di una sostanza dopante, deve essere estromesso per l’intera vita dalle competizioni sportive, in quanto chi si dopa, vince le gare, incassa centinaia di migliaia di euro, a scapito dei corridori corretti ed onesti, che invece sudando e faticando cercano di arrivare in fondo ad una tappa del giro, piuttosto che di una gara qualsiasi. Il dubbio che viene, è che la gran parte dei corridori siano tutti dopati e, solo grazie alle evoluzioni della medicina, per un certo periodo non vengono trovati dei valori fuori norma, per cui possono continuare a correre, fino a quando, dall’altra parte, cioè chi fa gli esami, grazie all’evoluzione della chimica, non riesce ad individuare anche questi nuovi prodotti. Il problema, così mi riferiscono alcuni amici, sussiste in tutte le fasce dei cultori del ciclismo, dagli amatoriali ai professionisti, dai bambini di 8 – 10 anni a quelli che ne hanno più di 30. Mi è stato riferito di bambini a cui i genitori somministrano delle “bombe” per farli andare più veloci. Ci auguriamo che questa sia una bufala, perché se così fosse vi sarebbe veramente da chiederci se la morale esista ancora oppure no.

mercoledì 7 maggio 2014

OSTAGGI !

Le scene dello Stadio di Roma dove doveva svolgersi la partita Napoli – Fiorentina, finale di Coppa Italia, hanno lasciato un grande amaro in bocca. Vedere una “cosa” che dall’alto parla con la polizia, ci riferiamo a "Genny 'a Carogna", penso che abbia fatto trasecolare tutte le persone di buon senso. Dopo che una persona era stata quasi uccisa a colpi di pistola fuori dallo stadio (non interessa la motivazione perché non si spara indipendentemente da qualsiasi motivo), avere uno stadio nelle mani di poche decine di pazzi scatenati da un’immagine dello Stato completamente negativa. E’ ora che si incominci a pensare di fare quanto fatto in Inghilterra e cioè di chiudere gli stadi ai tifosi, di usare la mano dura, o meglio il manganello duro nei confronti di questi delinquenti che assaltano, distruggono, picchiano, insultano e nessuno fa loro nulla. Se uno di noi dovesse fare un centesimo di quello che fa un ultra verrebbe subito arrestato e butterebbero via la chiave della cella; invece questi sono autorizzati a fare il tutto e il contrario di tutto. Il giorno in cui vedremo la polizia che circonda questi ultra e li arresta e un magistrato che li condanna a qualche anno di galera, potremmo dire che il nostro è uno Stato di diritto, ma fino a quanto non si verificherà questo, continueremo ad essere ostaggi di un piccolo manipolo di deficienti che, essendo dei falliti nella vita, pensano che la violenza fatta dal branco sia l’unico modo per dimostrare che esistono.

venerdì 25 aprile 2014

GRILLO IL MILIONARIO

Grillo dal suo blog ha sentenziato: 80 euro in un mese in più in busta paga sono una miseria! Ha perfettamente ragione in quanto lui in una serata ne guadagna cento volte in più, ma che dico 300 volte 400 volte in più. Il problema è che non tutti sono dei bravi comici e Grillo lo è veramente. Altro problema è dato dal fatto che un comico deve fare il comico, il politico deve fare il politico e la storia ci dirà quanto Grillo avrà inciso sulla politica italiana e quanto danno o vantaggio avrà causato agli italiani con i suoi interventi da bastian contrario. L’unico risultato che Grillo si pone è quello della distruzione di ciò che esiste; non si capisce per quale motivo abbia questa desiderio, o meglio lo capiamo perfettamente in quanto è riuscito a convincere milioni di italiani che per migliorare l’Italia, bisogna distruggere tutto quello che c’è. Per il momento, dopo un anno e mezzo che il Movimento Cinque Stelle è in Parlamento, non ha ottenuto nulla, tante parole e sceneggiate, ma di risultati concreti neppure uno. I Grillini si sono divisi in due parti, i succubi che, pur di rimanere a Roma e mangiare cornetti e cappuccini, sono disponibili ad essere sbeffeggiati dal loro capo e gli altri che hanno avuto il coraggio di far presente che siamo in un paese democratico e che ciascuno può dire la propria, sono stati cacciati o costretti a dare le dimissioni. Se il cambiamento dell’Italia è quello di un capo assoluto che detta legge, ebbene, noi questo cambiamento non lo vogliamo!

sabato 19 aprile 2014

NUOVI LAVORI

Dopo anni durante i quali tutti parlano della crisi profonda che ha investito l’Italia, da qualche settimana i nostri governanti hanno incominciato a fare discorsi ottimisti. Sembra che l’economia stia ripartendo e la produzione industriale abbia smesso di diminuire e che vi sia in leggero aumento rispetto ai dati precedenti e tutti si riempiono la bocca con frasi ottimistiche. I nostri politici cercano di anticipare, a proprio favore, i risultati positivi che (si spera) saranno ottenuti e il cittadino crede a quello che viene detto. D’altra parte in una situazione come quella in cui in molti si trovano, qualsiasi elemento appena appena positivo viene subito fatto proprio; è come se ad un malato terminale gli si dice che una medicina può guarirlo, dopo un minuto questo ammalato si riempirà di speranza e farà suo tutto l’ottimismo possibile. Il problema è se questo ottimismo è fondato o meno. Che la crisi sia profonda lo si vede da molti elementi, in particolare in questi ultimi mesi si è visto ad esempio un proliferare negozi dove vengono fatte piccole riparazioni di qualsiasi genere. Si parte dalla riparazione dei piccoli elettrodomestici per arrivare alle riparazioni di sartoria. Durante il periodo delle così dette vacche grasse tutto andava alla grande, quando in una famiglia il frullatore aveva qualche problema, la massaia lo buttava via e ne comperava uno nuovo, sul presupposto che costava solo alcune decine di euro. Oggi, dato che i soldi sono diventati pochi, si prende il frullatore e lo si porta in uno di questi negozietti dove con pochi euro il frullatore viene riparato e la massaia risparmia i soldi che erano necessari per l’acquisto di un nuovo frullatore e li destina per altre spese più importanti. Nel campo dell’abbigliamento sono stati aperti alcuni negozi che riparano i vestiti, cambiando le fodere e cerniere, attaccando bottoni, allargano o restringono i pantaloni o le gonne a seconda se la dieta del cliente è andata bene o male; l’abito torna come nuovo e quindi, anziché cambiarlo, si prosegue per un altro anno con il vecchio vestito. Anche in questo caso con pochi euro si ottiene un ottimo servizio. Nella nostra città abbiamo parecchi negozi che si sono specializzati in queste piccole riparazioni e fanno affari d’oro. Vi è però un elemento che viene criticato da qualcuno che è quello che, ad esempio, nel settore dell’abbigliamento questi negozi sono quasi tutti gestiti da orientali ed in particolare da cinesi. Non capiamo il perché di questa critica in quanto si tratta sempre di lavoratori come tanti altri che stanno occupando una nicchia di mercato che era disponibile. Se gli italiani fossero altrettanto bravi potrebbero aprire anche loro negozi di questo genere, ma non lo fanno: perché? Quello che lascia meravigliati, oltre al basso prezzo dell’intervento, è il tempo necessario per procedere a queste riparazioni che è di pochi giorni, il che significa due cose: o l’intervento è di piccola entità e, quindi, viene fatto in modo veloce, oppure queste persone sono molto abili. Probabilmente la verità è in entrambi i casi, nel senso che molte volte per una vite che si è persa, un elettrodomestico non funziona, per cui chi lo ripara infila la vite e lo fa funzionare; lo stesso dicasi per gli abiti in quanto per sostituire una cerniera si impiega pochi minuti e farsi pagare anche solo 10 euro per la sostituzione di una cerniera vuol dire pagare 60 euro all’ora, che vengono incassati da questo artigiano, il che indubbiamente non è certamente una cifra modesta. Tutto questo da la visione di quella che è l’attuale situazione della crisi, che ha investito la nostra città in quanto da una parte vi sono persone, lasciamo perdere se si tratta di Italiani o di Stranieri, che riscoprono lavori che ormai sembravano essere scomparsi, e dall’altro vi sono altri soggetti che, non avendo disponibilità finanziaria per acquistare beni nuovi, evitano di buttare via quelli usati e li manutengono nel modo migliore possibile per farli durare nel tempo e, quindi, risparmiare denaro per la loro sostituzione. In questo modo si va incontro anche all’ambiente, in quanto, anziché avere le discariche piene di beni non più utilizzati, anche se spesso nuovi o che possono essere riparati, in questi siti verrebbero prestati solo beni che non sono più riutilizzabili. Un nostro conoscente, recentemente, ha portato a casa, non facendosi vedere ovviamente dagli attenti responsabili del centro multi raccolta Agesp che cercano in ogni modo di evitare che vengano sottratti dei beni, una fotocopiatrice pressoché nuova che veniva scaricata da una macchina per metterla nel cassone destinato a ricevere questi apparecchi. Questo nostro conoscente quando ha visto la fotocopiatrice si è rivolto a chi la stava scaricando dicendogli: “scusi ma questa è pressoché nuova” e la risposta è stata: “mi costa meno sostituirla che acquistare una nuova ricarica e perdere il tempo per sostituirla”. Questo nostro conoscente se l’è fatta dare, se l’è portata a casa e, visto che ne doveva comperare una, ha evitato di farlo risparmiando un bel po’ di euro. Purtroppo è così che va il mondo! Quello che è certo è che bisogna fare un ripensamento su quelle che sono le nostre modalità di vita, pensando anche che forse non è tutto oro quello che luccica. Sicuramente vi sarà una ripresa, ma il mondo non sarà più quello di prima in quanto questa crisi quando sarà finito, lascerà che impiegheranno molto tempo per guarire.

mercoledì 9 aprile 2014

ULTIMO TANKO A VENEZIA

Rieccoli! Dopo alcuni anni sono riapparsi i così detti “serenissimi” un piccolo manipolo che aveva in mente, con il suo ideologo, di procedere alla secessione del Veneto utilizzando, se del caso, anche le armi. Avevano costruito un rudimentale carro armato utilizzando una pala meccanica munita di un cannone che sembra essere funzionante. Rispetto ai loro predecessori sono passati dal trattore con cannone alla pala meccanica con cannone, migliorando la loro tecnologia. Sembra, almeno così hanno riferito i mass-media che oltre ad avere sequestrato questa specie di carro armato definito tanko, sono state sequestrate anche numerose armi. Se questo fosse vero la responsabilità di questi personaggi sarebbe gravissimo; se un qualsiasi cittadino che detiene o costruisce un’arma viene perseguito penalmente, per cui non si vede per quale motivo bisogna fare distinzione tra un cittadino che vive normalmente rispetto ad uno che vuole la secessione e per quale motivo quest’ultimo debba rimanere impunito. Sentire le frasi dette da Salvini, segretario della Lega, “se non li liberano andiamo noi a liberarli”, fa venire i brividi. Che differenza c’è con quel manipolo di idioti che ha cercato di scarcerare un loro parente presso il Tribunale di Gallarate e chi vuole andare “a prendere” i serenissimi? Personalmente ci saremmo aspettati che i massimi livelli della Lega affermassero che i “serenissimi” erano fuori di testa e che la Lega si dissociava da simili azioni. Ma dato che siamo vicini alle elezioni e probabilmente lo zoccolo duro di questo movimento la pensa in un certo modo, riecco le frasi forti. Ve lo ricordate Bossi quando gridava “abbiamo trecentomila doppiette pronte all’uso” o frasi di questo genere?. Se le avessi proferite io sarei ancora in galera, ma come al solito in Italia c’è il cittadino di serie A e il cittadino di serie B e le dimostrazioni sono molte. Ma quello che ci ha lasciato più perplessi è proprio il famose tanko. Ve lo immaginate se all’estero si sapesse che in Italia volevano fare la rivoluzione con un aggeggio di questo genere? In Africa fanno la rivoluzione con i Leopard e armi di prim’ordine e i leghisti li definiscono paesi sottosviluppati e poi abbiamo i serenissimi che trasformano una pala meccanica in una specie di carro armato? Ogni commento è superfluo.

giovedì 27 marzo 2014

MEGLIO UNA O CENTO PATRIMONIALI?

Ultimamente il dibattito politico e non solo, si è concentrato in merito alla possibilità del Governo di applicare una patrimoniale sulle rendite finanziarie. Naturalmente appena si tocca questo argomento tutti alzano le antenne, i politici fanno marcia indietro, chi ha ingenti patrimoni alza la voce e alla fine sembra che tutto finisca nel nulla. Ma così non è! Renzi, appena insediato, era stato accusato di voler applicare una patrimoniale, ma immediatamente vi è stata la risposta negativa, con un “però”. Questo “però” è dato dall’aumento della tassazione sugli interessi al 27% che matureranno a favore dei cittadini attualmente applicato, il tutto, così è stato detto, per avvicinare l’Italia all’Europa. Quando si cerca di avvicinare l’Italia all’Europa è solo per le cose che ci costano e non per tutti i diritti che l’Europa pretende che l’Italia garantisca ai suoi cittadini. Però è stato dato il contentino affermando che questo aumento non toccherà i Bot. Non sappiamo se è stato Monti, Letta o Renzi ad inventare un’altra tassa che è sicuramente una piccola patrimoniale: il pagamento di € 2,85 al mese per il così detto estratto conto, che viene applicato ora, non solo sui conti correnti dove effettivamente vi è un estratto conto, ma anche sui libretti a risparmio per cui indipendentemente dal fatto che oggi le banche non danno più un centesimo di interessi tutti i libretti pagheranno € 34,20 all’anno, il che può sembrare una piccola somma ma, dato che questi libretti solitamente sono aperti dai pensionati e dai bambini ai quali i nonni fanno dei piccoli versamenti per il loro futuro, si troveranno ogni anno a perdere € 34,20. Non solo, ma l’applicazione di questa nuova tassa è retroattiva, per cui chi andrà in banca ad aggiornare il proprio libretto si troverà decurtato il saldo mentre avrà pochi centesimi di interessi. Se questa non è una patrimoniale, ce lo spieghino. Se facciamo il conto di tutte le somme che gli italiani pagano dal 2 per mille sui depositi titoli, al bollo sui conti correnti ed ora sui libretti a risparmio, al 27% pagato ora sugli interessi corrisposti su obbligazioni, depositi e titoli, si arriva alla conclusione che forse sarebbe meglio che l’italiano sapesse che sul proprio patrimonio lo Stato preleverà una certa percentuale, così almeno tutti sapranno quanto effettivamente paga e lo Stato non ci prenderà più in giro, perché questa del bollo sui libretti a risparmio è una presa per i fondelli, per non dire altro. Quello che lascia allibiti però, non è tanto che lo Stato, furbescamente, abbia applicato questo pseudo bollo sui libretti a risparmio, ma il fatto che il tutto sia passato in silenzio, non vi è stato un giornale che abbia dato la notizia, non vi sono i cittadini che reclamano e tutto passa sotto silenzio. Se andiamo avanti così probabilmente ci toglieranno anche le mutande e nessuno se ne accorgerà!

venerdì 21 marzo 2014

MA ADESSO VANNO TUTTI D’ACCORDO?

Vi ricordate le manifestazioni oceaniche che si svolgevano al Cairo con decine di morti? Vi ricordate le manifestazioni imponenti che si svolgevano ad Istabull, quando la popolazione si opponeva alla distruzione di un parco per edificarvi un supermercato? Vi ricordate le centinaia di persone che morivano in Libia per gli scontri tra tribù contrapposte? Vi ricordate i bombardamenti, le decine di bambini uccisi quotidianamente in Siria? Ebbene, da qualche settimana tutti sembrano essersi riappacificati, i cuori si sono tranquillizzati, tutti vanno d’amore e d’accordo e non succede più nulla. Questo è quello che i mass media ci stanno facendo credere e questa è la dimostrazione di quanto vulnerabile la libertà di stampa e manipolabile sia la nostra conoscenza. Non pensiamo che nei paesi che abbiamo citato, ed in molti altri, le guerre siano finite, le manifestazioni siano cessate, tutti siano andati a casa a mangiarsi la torta; sicuramente le battaglie ci sono ancora, le persone continuano a morire, ma ai giornali ormai non interessa più nulla, ora va di moda l’Ucraina, va di moda Putin, candidato al premio Nobel per la pace, in quanto, ha sedato la guerra civile in Siria ed evitato l’intervento armato degli americani per cacciare il Presidente Assad. In quel momento Putin era il Sig. Hyde, ma poi è uscito il Dott. Jekyll che ha mandato le truppe in Crimea, sta assediando l’Ucraina, minacciando un intervento armato, si sta comportando come un elefante che ha alzato la zampa sopra un pulcino (che è l’Ucraina) e sta per schiacciarlo. Meno male che c’è internet che permette di conoscere le notizie da varie fonti e di ragionare, ma quanti sono quelli che seguono questa via? Se la stampa e i giornalisti sono quelli che proclamano libertà di stampa, ritenendo per libertà che si intende scrivere quello che vogliono loro o che viene ordinato dai loro padroni, forse sarebbe meglio se vi fosse una bella stampa di regime, così tutti sanno che quando leggono una notizie è stata costruita ad arte dal dittatore di turno e non sono abbindolati da giornalisti che fanno finta di essere democratici, ma alla fine ubbidiscono sempre al padrone che paga loro lo stipendio.

sabato 15 marzo 2014

Perché la Giustizia non è uguale per tutti?

Questa mattina sono stati arrestati i manager che hanno causato il crack della Parmalat in quanto la sentenza è divenuta definitiva. Tra gli arrestati vi sono Callisto Tanzi di anni 77 e Domenico Barilli di anni 81. Questo arresto sfata il famoso detto popolare “in carcere non ci finisce mai nessuno”! Quello che lascia perplessi è la differenza di trattamento tra i cittadini. La sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato in via definitiva Tanzi e Brilli è di pochi giorni fa ed è già stata eseguita. Parecchi mesi fa è stata pronunciata un’altra sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato in via definitiva la condanna ad oltre quattro anni di carcere per un ex Presidente del Consiglio. La domanda che il comune Cittadino di pone è la seguente: come mai Tanzi e Barilli sono già finiti in galere e l’altro no? Si potrebbe rispondere: l’ex Presidente del Consiglio è anziano. Risposta sbagliata, ha gli stessi anni di Tanzi che è anche malato, e quattro in meno di Barilli. la risposta giusta è sempre la solita: c’è chi può e chi non può, ed io lo puoti”, come diceva un noto comico. Altra risposta potrebbe essere: chi è già finito in carcere non aveva intenzione di candidarsi per le elezioni Europee, l’altro invece si! È così che va la vita!

giovedì 13 marzo 2014

MAI COSI’ IN BASSO.

La Confcommercio ha diffuso i dati relativi all’apertura di nuove attività e la chiusura di vecchie attività di natura commerciale. Ebbene dall’inizio dell’anno le nuove attività sono state circa 11.000 mentre quelle che hanno cessato la propria attività per le ragioni più svariate sono state oltre 28.000 con un saldo negativo di ben 17.000 unità in meno. Questo significa che 8.000 negozi al mese stanno chiudendo chiuso e questo è il dato più alto degli ultimi 40 anni. Si tratta di una situazione che deve preoccupare chi ci governa perché se, è pur vero che le analisi prevedono finalmente che dopo oltre due anni un prodotto interno lordo in aumento dello 0,6% nel primo trimestre, è altrettanto vero che le previsioni per il secondo trimestre 2014 sono fortemente negative. Se i negozi chiudono vuole dire che la gente non compra e se la gente non compra significa ha meno soldi a disposizione. Dato che non abbiamo la famosa sfera di cristallo, non sappiamo se l’iniziativa di Renzi di diminuire la tassazione per i cittadini per permettere loro di aver più soldi sia più positiva rispetto a quella di ridurre il cuneo fiscale per le aziende, ma quello che è certo è che da una parte o dall’altra bisogna incidere sulla tassazione che ormai è a livelli insopportabili. Non vi è giorno in cui non vi sia qualcosa da pagare, senza tener conto dei prelievi forzosi che ci vengono fatti ogni minuto tramite l’Iva, le Accise e quant’altro. La famosa Madre Patria ormai da tempo si è trasformata in una sanguisuga che sta uccidendo i propri figli e questo deve finire.

venerdì 7 marzo 2014

8 MARZO GIORGIO DA NON DIMENTICARE

Il giorno 8 marzo 1917 a San Pietroburgo si è svolta una grande manifestazione dove le donne hanno reclamato il riconoscimento dei loro diritti. Già prima, il 28 febbraio 2009, negli Stati Uniti vi era già stata un’altra manifestazione dove le famose sufragette, con tanto di banda musicale, avevano sollecitato il riconoscimento dei diritti alle donne. Tutte queste donne, che hanno manifestato in quegli anni bui, sono da considerare delle eroine per il coraggio che hanno dimostrato di rivoltarsi contro una situazione che era contro la storia, il diritto e contro l’umanità. Ancora oggi, in molti paesi del mondo, vi sono donne che non vengono rispettate, i cui diritti sono calpestati, viene loro impedito un minimo di istruzione, insomma sono considerate quasi fossero delle cose, forse meno. In questi giorni si sente parlare di parità di generi per la riforma elettorale. Chi mi conosce sa che io sono un femminista convinto, ma sono anche contrario a norme che riconoscono alle donne il diritto di essere elette. Conosco personalmente molte donne che sono contrarie al fatto che vi sia una norma che garantisca la loro presenza negli organi politici, nei Consigli di Amministrazione etc. in quanto ritengono che grazie alle loro capacità possono tranquillamente raggiungere tali posizioni e non dover dire grazie a nessuno. Le donne devono combattere per dimostrare di essere uguali, se non più brave degli uomini, un riconoscimento per legge della loro bravura diminuirebbe la loro onorabilità. Il problema è che anche in Italia vi sono molti maschilisti che sono duri a morire e contro il loro modo di agire vi deve essere una apposizione netta in primo luogo da parte degli uomini che, se hanno un briciolo di cervello, sanno che senza una presenza femminile, la loro vita è insulsa mentre una donna da sola può vivere benissimo.

ORA DI MAGGIORANZE NE ABBIAMO DUE.

L’effervescente Renzi sta modificando radicalmente il modo di fare politica e di concepire le maggioranze; se queste nuove modalità fossero state proposte in passato, il proponente sarebbe stato linciato. Ora vi è una maggioranza parlamentare tra Renzi ed Alfano, fuoriuscito dal PDL per sostenere il governo Letta, poi vi è un’altra maggioranza extra parlamentare tra Renzi e Berlusconi, per approvare le riforme elettorali. Si tratta di una situazione nuova che, per il momento sembra dare dei risultati concreti. In tema di riforma elettorale quest’ultima maggioranza permetterà l’approvazione della nuova legge elettorale per la sola Camera dei Deputati, mentre nulla sarà fatto per il Senato, per cui alle prossime elezioni si potrebbe votare con due sistemi completamente diversi tra Camera e Senato. Si tratta di una situazione che è unica al mondo ed è giustificata dal fatto che il Senato così come è concepito ora, dovrà essere “abrogato” sostituito dal Senato delle regioni o come si chiamerà. Ora bisogna vedere se i senatori saranno d’accordo di vedersi scippare il loro carissimo scanno, carissimo sotto tutti i profili…! In ogni caso se si riuscisse in tempi brevi ad approvare la riforma quanto meno per la Camera, si avrà la prova che “volere è potere” e che i politici che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni hanno dimostrato tutta la loro incapacità e la loro non propensione alle riforme, in quanto in tutti questi anni si è sempre parlato della riforma elettorale, ma di vera riforma non è mai stata fatta, a parte il famoso porcellum di Calderoni che ha creato più danni di tutti.

domenica 2 marzo 2014

Trilussa è sempre attuale

Un caro amico mi ha inviato una splendida poesia di Trilussa che ben si adatta l’attuale situazione che si è venuta a creare in Ucraina: “fa la ninna, chè domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali li rapporti personali. E riuniti fra de loro senza l’ombra d’un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone!

giovedì 20 febbraio 2014

CONFRONTO, SHOW O MONOLOGO?

Quello che si è svolto tra Renzi e Grillo, trasmesso in streaming in modo che tutti gli italiani potessero assistervi, è un qualche cosa di indefinibile. Definirlo un confronto è un eufemismo in quanto il termine confronto significa mettere di fronte uno all’altro le idee che ciascuno porta al dibattito. Sicuramente Grillo non ha portato alcuna idea e, quindi, Renzi non ha potuto confrontarsi con le sue. Definirlo monologo sarebbe riduttivo in quanto il monologo è quando uno parla da solo non avendo di fronte un’altra persona che cerca di interloquire. Forse il termine migliore è quello di uno show che non è stato però solo di Grillo, il quale si è ripetuto con le solite frasi tritte e ritritte, con le solite invettive, le solite minacce, i soliti insulti. E’ stato uno show di entrambi, dal quale però Renzi, a nostro avviso ne è uscito vincente, dimostrando una tranquillità e serenità da politico navigato; non si è scomposto, ha parlato con voce normale senza mettersi a urlare come invece ha fatto Grillo e si è avuta la netta impressione che l’unico che non aveva alcuna intenzione di discutere era Grillo e questo comportamento ha premiato indubbiamente Renzi. Quello che è stato simpatico è stato anche il dopo confronto, quando Grillo ha lasciato Renzi nel suo studio e ha affrontato quegli odiati giornalisti che gli fanno tanto danno, a suo parere, e di lì ha iniziato nuovamente a dire sempre le stesse cose, invettive contro la Rai, cose inventate, etc, etc. E il bello è che Grillo ha iniziato il post confronto con la frase: “sono a vostra disposizione, fatemi tutte le domande che volete”, dopo di che non ha risposto alla prima domanda e ha parlato per mezz’ora di fila fregandosene altamente di quello che gli chiedevano i giornalisti. Quando è stato il turno di Renzi la presa in giro di Grillo è stata un capolavoro perché in modo molto elegante ha detto che gli incontri avuti sono stati “quasi tutti seri” ed è stata sufficiente questa frase per dipingere l’incontro con Grillo. Quello che continuiamo a non capire, lo abbiamo già detto più di una volta, sono i giornalisti, che continuino a farsi insultare, a farsi prendere a sberle, a farsi gettare palate di fango, per non dire altro, addosso da Grillo e continuano a farne un dio mediatico. Il giorno in cui i giornalisti decideranno di dare seguito all’invito di Grillo e cioè di non cercarlo, darebbero inizio alla fine del movimento Cinque Stelle in quanto sono i giornalisti che lo tengono vivo. Forse questo è un ripensamento che la categoria di giornalisti dovrebbe finalmente fare. Ci rendiamo conto che Grillo fa audience, ma la dignità che dovrebbe essere anche nei giornalisti, ed ormai il colmo è stato raggiunto.

mercoledì 19 febbraio 2014

E POI DICONO CHE I SOLDI NON CONTANO

Forse non tutti sanno che della nostra Europa è possibile comperare la cittadinanza in uno Stato. Ovviamente i prezzi non sono da saldo e chi lo può comperare sono ovviamente solo come sempre le persone molto ricche. I prezzi variano da Nazione a Nazione: a Malta costa € 650.000 mentre in Portogallo e Spagna bastano solo € 500.000, mentre i prezzi di saldo sono nei paesi cosiddetti poveri, con € 250.000 si compra la residenza in Grecia, Ungheria e Bulgaria. Con un milione di euro si diventa inglese e chi ha un milione di euro può diventare irlandese! A Cipro invece è un poco più caro in quanto oltre i 500.000 euro bisogna anche investire anche 5 milioni di euro nell’economia locale e i tempi per avere la cittadinanza sono solo di tre mesi. Questa prassi non è presente solo in Europa, ma anche altrove; ad esempio in Russia con un prezzo praticamente di saldo di € 200.000,00 si diventa russi. Non sempre si versano i soldi, a volte si maschera il tutto con la richiesta di investimenti, acquisto di proprietà immobiliari o quant’altro. È proprio vero che il detto “anche i ricchi piangono” forse non è del tutto vero in quanto i ricchi piangeranno, ma piangono nella Nazione che hanno scelto! I poveri, che invece sono felici di non essere ricchi, possono piangere tranquillamente sui loro barconi mentre affondano.

giovedì 13 febbraio 2014

QUALCUNO NON SA COSA E’ LA DECENZA.

Ora Berlusconi vuole l’impeachment del Presidente della Repubblica Napolitano in quanto, a suo dire, questi avrebbe tramato nei suoi confronti chiedendo qualche mese prima di quando fu conferito l’incarico a Monti se questi avesse o meno l’intenzione di accettare l’incarico di divenire Presidente del Consiglio della nostra nazione. Ma forse Berlusconi dimentica che nel agosto 2011 era arrivata la famosa letterina di “c’è posta per te dall’Europa”, con la quale i nostri partners europei avevano chiesto interventi specifici pena il fallimento dello Stato. Berlusconi dimentica che se si fosse andati avanti con lui non ci sarebbero stati i soldi neppure per pagare le pensioni e gli stipendi di fine anno, per non parlare poi della tredicesima degli statali! Ma si sa che i politici hanno la memoria corta e Berlusconi probabilmente la memoria non l’ha più in quanto se non vi fosse stato l’intervento caparbio e deciso del Presidente della Repubblica, l’Italia non solo sarebbe finita col sedere per terra ma, probabilmente, sarebbe finita in un mare che definire di fango è dir poco. Ma oggi Berlusconi si trova alleato con Grillo nel chiedere le dimissioni del Presidente della Repubblica, il quale un anno fa sperava di andarsene alla sua bella Napoli a godersi la vecchiaia che ancora gli rimaneva da vivere ma, purtroppo per lui, tutti in ginocchio - Berlusconi compreso - gli hanno chiesto di rimanere e Napolitano dimostrando il senso dello Stato che solo i grandi statisti hanno, aveva dichiarato la sua disponibilità a farsi rieleggere ad una condizione ben precisa: che il Governo che sarebbe nato si doveva impegnare a fare le riforme. Ebbene ora la palla la passa a Letta il quale deve dimostrare che le riforme non solo ha intenzione di farle, ma le fa veramente e non a parole. Diversamente è opportuno che al suo posto arrivi qualcun altro che dimostri che le parole che fino adesso ha detto possono essere trasformate in fatti. Se poi anche il ricambio di Letta dovesse fallire vuol dire che l’Italia non merita alcun futuro.

sabato 8 febbraio 2014

UN’ALTRA ILLUSIONE SVANITA

Prima di Natale i nostri governanti ci avevano detto che si doveva incrementare la lettura, lo studio per cui era necessario facilitare l’acquisto dei libri. Era stato promesso uno sgravio fiscale del 19% sui libri acquistati, sia scolastici che non, con un massimo di 2.000,00 di acquisti durante l’anno, per cui se si acquistava libri per € 2.000,00 si potevano detrarre dalle tasse € 380,00, che sembrano pochi ma alla fine sono sempre soldi. Ebbene, anche questa illusione è finita nel nulla, in quanto la Commissione Finanze ha bocciato questa proposta e quindi, chi ha acquistato nel 2014 libri in più rispetto a quelli che avrebbe dovuto acquistare confidando nella deduzione fiscale se l’è presa, come capita quotidianamente in Italia, in quel posto. È mai possibile che non si riesca a fare le persone serie e dimostrare che una proposta fatta non è una promessa ma è un fatto che poi si realizza concretamente?