mercoledì 31 ottobre 2012

Cinquant’anni ma non li dimostra

Cinquant’anni or sono veniva pubblicato il primo numero di Diabolik, si è trattato di un evento che nel settore dei fumetti è stato definito epocale in quanto ha rappresentato un modo completamente diverso di concepire la grafica, la storia, i contenuti.
Diabolik rappresenta nello stesso tempo il criminale senza scrupoli, ma anche il criminale con un cuore: questo può sembrare una contraddizione, ma rappresenta la realtà.
In più di un episodio, Diabolik ripristina anche la giustizia che era stata violata, si trasforma da criminale in Giudice, istruisce il processo, lo metabolizza, pronuncia la sentenza ed inesorabilmente la esegue uccidendo la persona che ha violato sacrosanti valori.
Il primo numero di Diabolik pubblicato cinquant’anni or sono, se raffrontato agli episodi attuali, è totalmente diverso per grafia, scene ed impostazione in quanto Diabolik ha saputo adeguarsi all’evoluzione dei tempi.
Ma quello che più impressionava ed impressiona di Diabolik, non sono tanto i suoi crimini ma è porta a termine i suoi crimini, inventando marchingegni che cinquant’anni fa sembravano fantascienza e che oggi sono diventati realtà: la macchina che si trasforma in sottomarino o in un aereo, rocce che si spostano liberando tunnel, microfoni che permettono di sentire a centinaia di metri di distanza e così di seguito.
Come non ricordare le sue maschere, la sua capacità di adattarsi alla sua vittima o alla persona che doveva combattere, trasformando il proprio volto, il proprio corpo, la propria voce in un perfetto sosia.
Molti hanno tentato di imitare Diabolik ma nessuno è sopravvissuto e questo testimonia la bravura delle sorelle Giussani che lo hanno inventato.

martedì 30 ottobre 2012

Dalle cambiali alle rate

Negli anni ’60 si diceva che l’Italia era una Repubblica fondata sulle cambiali.
I tempi cambiano ma la sostanza non muta, oggi si può dire che l’Italia è una Repubblica fondata sulle rate.
La pubblicità del tipo “comperi oggi e paghi a giugno 2013”, l’abbiamo sentita tutti.
In questo modo si invogliano le persone che non hanno disponibilità finanziarie ad acquistare dei beni, permettendo loro di pagare a distanza di tempo, ma il problema è che le rate, come le cambiali, prima o poi scadono e devono essere onorate.
Ma quello che lascia più perplesso è il cambiamento della mentalità in quanto negli anni ’60 le cambiali si firmavano per comperare i mobili o il frigorifero, la lavatrice, insomma per acquistare beni essenziali per la famiglia.
Oggi si fanno debiti per tutto, dalle vacanze ai matrimoni, dai vestiti all’acquisto dei gioielli, dal funerale alla pelliccia e così di seguito.
Sembra che oltre 1000 donne ogni mese si rivolgano alle finanziarie per ottenere i soldi per trattamenti di bellezza o di interventi di chirurgia estetica.
Queste società non prestano soldi “a gratis”, come molte volte fanno credere, ma chiedono degli interessi esorbitanti per cui spesso, per pagare queste rate, non si pagano i debiti relativi a beni necessari per la casa o per la propria famiglia come ad esempio i libri scolastici.
Purtroppo la gente vuole sempre avere di tutto e di più e non si rende conto che a volte bisogna stringere la cinghia e che spesso certi desideri è opportuno realizzarli fra qualche anno e non oggi, vista la situazione di crisi in cui ci si trova.
Ma purtroppo è molto più semplice dire di “sì” che gridare un bel “no, non lo compero perché non ho i soldi”.

sabato 27 ottobre 2012

ARMSTRONG: DALLE STELLE ALLE STALLE

Gli americani quando ci si mettono, fanno sul serio.
Lance Armstrong, il mito del ciclismo moderno, era stato messo sotto osservazione dall’autorità sportiva statunitense in quanto era sorto il dubbio, risultato poi vero, che assumesse sostanze dopanti per migliorare le sue prestazioni atletiche.
Una volta provato questo gli statunitensi sono stati pesantissimi: tutte le vittorie di Armstrong sono state cancellate!
In Italia, invece, quando si sono verificati casi di questo genere (e purtroppo ce ne sono stati parecchi) gli atleti sono stati trattati come se fossero dei martiri e qualcuno è diventato anche un eroe.
Abbiamo scuole intitolate a persone che sono state condannate per doping e questo sicuramente non è un buon esempio per gli studenti che li frequentano.
Ora salta fuori che anche alle paraolimpiadi, gli atleti hanno usato sostanze stupefacenti.
Questa notizia ci ha letteralmente raggelati!
Significa che per vincere si è disposti a tutto.
Se questo è il futuro, è meglio essere dei perdenti.
Il risultato che si ha utilizzando sostanze stupefacenti per migliorare le proprie prestazioni atletiche sono devastanti col passare degli anni; vi sono stati calciatori con malattie spaventose che sono conseguenti all’assunzione di farmaci che sono risultati poi deleteri.
Ma quello che è ancora più brutto è che sembra che vi siano dei genitori che danno il cosiddetto “beverone” ai propri figli per farli vincere: se questo fosse vero, come purtroppo sembra, vuol dire che la morale non esiste più e che pur di essere numero 1 si è disposti a tutto.

giovedì 25 ottobre 2012

SALLUSTI: UN IMPUTATO PRIVILEGIATO.

Come tutti sanno Sallusti nella sua qualità di Direttore di “Libero” aveva diffamato un Magistrato pubblicando notizie totalmente false e che non ha mai rettificato.
Per questo la Cassazione ha confermato la sentenza di condanna e ora deve andare in carcere.
Non ci dovrebbe essere nessuna sorpresa: quando chiunque di noi commette un reato, il rischio o meglio lacertezza dovrebbe essere quella di essere condannati.
Ma questo riguarda le persone normali, ma non Sallusti!
Per Sallusti il Parlamento si è dato una mossa e in meno di una settimana sta approvando una legge che depenalizza il reato di diffamazione a mezzo stampa, stabilendo che riducendo la condanna sarà solo una pena pecuniaria.
In questo modo Sallusti non andrà in carcere.
Che differenza c’è tra il Sig. Pinco Palla che per aver ingiuriato un vigile che lo aveva fermato magari ingiustamente, è stato condannato e Sallusti che utilizzando la stampa ha diffamato un Magistrato pubblicando notizie false?
Non dovrebbe esserci nessuna differenza tutte e due sono cittadini che hanno commesso un reato.
Ebbene no: questo è Sallusti e il Sig. Pinco Palla non è nessuno e quindi il Sig. Pinco Palla merita di andare in galera, mentre il Sig. Sallusti merita di essere trasformato in un Santo.
Questo è il nostro Parlamento che divide i cittadini tra quelli di serie A e serie B, tra gli amici e i nemici e così di seguito.
Una nazione che si comporta in questo modo di futuro rischia di averne molto poco.

mercoledì 24 ottobre 2012

APICELLA HA VENDUTO LA SUA CASA.

La notizia del giorno è il fatto che Apicella, il famoso cantautore che diletta il nostro Cavaliere con le sue canzoni e con la sua chitarra, gli ha venduto la sua casa per € 313.000,00a Silvio Berlusconi; si tratta di un appartamento di 100 mq. ubicato in una palazzina costruita una trentina d’anni fa nella ridente e famosissima località denominata Cecchina, frazione dell’altrettanto famosa città di Albano Laziale (RO).
Un vicino di casa intervistato afferma che si è trattato di un vero affare per Apicella visto che lui da anni cerca di vendere il suo appartamento (che è identico) per molto meno.
E fin qui cosa ci sarebbe da ridire: uno non è libero di vendere la propria casa a chi vuole?
Certo, se non fosse che l’immobile guarda caso è stato acquistato da Berlusconi, guarda caso, poco tempo prima che Apicella testimoniasse nel processo Ruby.
E guarda caso Berlusconi, sempre tramite una sua immobiliare ha comperato anche la casa di un altro teste, il famosi pianista di Arcore, il maestro Danilo Mariani.
Concomitanza, causalità, amore per la musica, favore ad un amico, liberalità, generosità? Chissà!
Cosa diceva Andreotti una volta?
Pensar male si sbaglia ma a volte ci si azzecca.

giovedì 18 ottobre 2012

L’ultima porcata

Il 24 ottobre saranno passati due anni e mezzo dalla data delle ultime elezioni per cui se Consiglieri regionali si dimettono prima, non matureranno il diritto a percepire il vitalizio che alla prima legislatura, è di circa € 1.300,00 mensili dal sessantesimo anno di età.
Sembra che in Regione Lombardia vi sia solo un Consigliere (Sola dell’IDV) che ha depositato formalmente le proprie dimissioni che, per essere valide, devono essere ratificate dal consiglio regionale prima del 24 ottobre ed evitare che il diritto al vitalizio maturi.
Ora abbiamo capito per quale motivo Formigoni ha fissato il Consiglio regionale, guarda caso, per il 25 ottobre 2012 e per quale motivo i consiglieri regionali hanno consegnato le loro dimissioni e non le hanno formalizzate consegnandole all’ufficio regionale competente: 1.300 euro in più al mese, dal sessantesimo anno in poi, non sono pochi.
Tanto chi paga è sempre Pantalone cioè tutti noi cittadini.

mercoledì 17 ottobre 2012

BOIA CHI MOLLA!


Qualche giorno fa Formigoni aveva lanciato il suo messaggio che aveva lo stesso significato che avrebbe in Sicilia: se cado io cadono anche gli altri.
Ha fatto l’accordo con Maroni, che però si è sentito tirare per le orecchie dai suoi militanti che ne hanno le scatole piene di questo modo di agire, per cui si è rimangiato tutto quello che aveva dichiarato 24 ore prima.
Angelino Alfano ha immediatamente seguito Maroni affermando che non bisogna “fare accanimento terapeutico”, per cui il buon Formigoni se ne deve andare.
Ora deve essere decisa la data nella quale si devono svolgere le elezioni anticipate; e l’auspicio è che non si cerchi di spostarle avanti con il solo scopo di evitare il risultato che oggi sarebbe certo e cioè che il Centro Destra perderebbe le elezioni.
Dato che in politica ciò che è certo oggi non è più certo domani, più tempo passa e più cresce la speranza che la situazione cambi.
Non sarebbe altro che il copione di quanto sta succedendo nel Lazio: la Polverini ha detto “tutti a casa perché sono tutti ladri” ma, ad oggi, sono ancora tutti lì a prendere il loro bello stipendio con i sostanziosi ammennicoli, e non si parla ancora di elezioni.
E quindi vale il principio di buona memoria: boia chi molla!
Rimanere attaccati alla poltrona paga molto di più lasciarla libera, in quanto immediatamente la poltrona è occupata da tutti quelli che ci gironzolavano attorno.
Essere Consigliere Regionale vuol dire, come si è visto, disporre di una marea di denaro e quindi una volta indette le nuove elezioni si scatenerà la lotta per essere indicato nelle liste e poi si scatenerà la lotta delle preferenze.
E qui dobbiamo dare ragione a quel mafioso che “teneva in pugno Zambetti” quando affermava che se uno vuole essere eletto “deve pagare almeno 50 euro ogni voto di preferenza”, perché se si dovesse fare una campagna elettorale ben strutturata, pubblicizzata con lettere, incontri, cene, manifestazioni, volantini, manifesti, spot pubblicitari e quant’altro, non si spenderebbe meno di 50 euro al voto.
Si tratta di un semplice calcolo, che potrà essere fatto dagli elettori al termine delle elezioni al Consiglio Regionale, e sapranno quanto è costata una campagna elettorale.

martedì 16 ottobre 2012

16 ottobre 1978: una data storica

Il 16 ottobre 1978 veniva eletto Papa Carol Wojtyla, che assunse il nome di Papa Giovanni Paolo II in onore e ricordo dei suoi predecessori.
Il Papa polacco, così come venne chiamato, rappresentò una rivoluzione all’interno e fuori dalla Chiesa.
Grazie a lui, grazie alle sue parole, grazie ai suoi viaggi e al suo modo di proporsi, il mondo non è stato più lo stesso dopo la sua elezione.
È caduto il muro di Berlino, l’impero sovietico si è dissolto, il mondo che era diviso dalla guerra fredda iniziò a dialogare e il disarmo diventò la parola ricorrente durante i discorsi dei capi di Stato non solo una parola ma fatti concreti; molti regimi dittatoriali sono scomparsi, le religioni diverse hanno iniziato a parlarsi: uno sconvolgimento epocale del modo stesso di intendere la religione.
Chi non ricorda le sue parole, le carezze che dava ai bambini e alle persone sfortunate, al suo sorriso quando vedeva davanti a sé le persone che ballavano, il suo volto teso quando pregava, il tremore delle sue mani quando ha iniziato ad essere colpito dalla malattia.
Si tratta di ricordi che nessuno di noi potrà mai dimenticare.
Quel lunedì 16 ottobre 1978 il mondo ha subito una scossa e tale scossa ci colpisce ancora oggi.

sabato 13 ottobre 2012

Cetto La Qualunque: la bocca della verità


In molti abbiamo visto il film di Albanese “Qualunquemente”: la parodia di un imprenditore sgrammaticato, incapace, pieno di debiti, che decide di darsi alla politica per sistemare se stesso e la propria famiglia.
Vedendo questo film tutti sorridevano pensando che la realtà fosse diversa rispetto alla trama del film.
Come si potevano comperare i voti? Come si poteva approfittare dell’Amministrazione Pubblica in un modo così spudorato? Come si poteva arricchirsi in un modo così plateale facendo politica? Come si poteva essere senza alcun ritegno?
Lo spettatore sorrideva senza fare raffronti con i nostri politici.
Negli ultimi due mesi Cetto La Qualunque è diventato un mito! In molti lo hanno imitato ma, come spesso accade, gli allievi superano i maestri.
I vari Fiorito, Zambetti, Penati, Lusi ecc. hanno dimostrato di essere molto più bravi del Sig. La Qualunque.
Vent’anni fa tutti gridavano allo scandalo dando del ladro, giustamente, a chi aveva rubato i soldi in gran parte destinati a sovvenzionare i partiti e per questo partiti storici come il PSI e la Democrazia Cristiana sono stati spazzati via dalla scena politica.
Oggi non succede nulla e l’esempio l’abbiamo dalla “sana Lombardia”, piena di virtù e senza difetti: tredici tra indagati e condannati! Eppure non si dimettono!
Vent’anni fa vi sono state persone che si sono suicidate perchè scoperte con “le mani nella marmellata”: oggi si fanno intervistare dalle reti televisive e diventano dei miti da imitare e il latrocinio è diventato un fenomeno diffuso.
L’augurio che ci facciamo è che la collettività non sia cambiata in un modo così drastico perché questo è un cambiamento che porta alla fine della moralità che per millenni è stata alla base del progresso dell’umanità.

venerdì 12 ottobre 2012

Un buco da nove miliardi di euro

L’INPDAP, l’Ente previdenziale dei dipendenti pubblici, è stato incorporato nell’INPS, e fin qui nulla di nuovo, in passato vi erano stati incorporati altri Enti ad esempio l’INPDAI dei dirigenti senza causare alcun problema.
Ma quelli erano Enti privati e quindi era tutta un’altra storia ……!
Ora nell’INPS arriva il più grande Ente pubblico e, se le notizie sono corrette, sembra che questo Ente abbia nove miliardi di debiti costituiti in buona parte da contributi non incassati in quanto, guarda caso, molti Comuni, Amministrazioni provinciali e regionali non versano i contributi.
Quello che è strano è che nei confronti di questi Enti sembra che non sia stato fatto assolutamente nulla.
Quando un povero artigiano omette di versare i contributi di un mese del proprio dipendente, si vede arrivare la cartella esattoriale dell’Equitalia che gli pignora anche le mutande, e viene sottoposto a procedimento penale per non aver versato la quota trattenuta al dipendente.
Quanti sono i sindaci, presidenti di provincia e di regione che hanno subito questo trattamento?
La responsabilità è sicuramente del capo dell’Ente, ma non ci risulta che nessuno di questi sia finito in galera per non aver versato i contributi previdenziali.
Come al solito due pesi e due misure.
Ora questi 9 miliardi saranno posti a carico di chi invece ha versato regolarmente.
Domanda: che fine hanno fatto quei nove miliardi? Visti che non sono stati versati, da qualche parte devono essere e comunque nei bilanci degli Enti debitori devono risultare.
Seconda domanda: la Corte dei Conti cosa ci sta a fare? Si sveglia solo quando scoppia il bubbone? Non dovrebbe vigilare e colpire i furbetti?
Chissà se qualcuno risponderà a queste domande.
Noi una risposta ce la siamo data, ma ce la teniamo per noi per evitare di essere denunciati.

martedì 9 ottobre 2012

I due record italiani


L’Italia ha due record mondiali: il primo è quello della maggior evasione, calcolata in circa 46 miliardi di euro, il secondo della maggior corruzione calcolata in circa 60 miliardi di euro.
Se facciamo i conti abbiamo oltre 100 miliardi di euro all’anno che potrebbero essere destinati alle opere pubbliche, a chi ha perso il posto di lavoro, alla ricerca, agli anziani, alle classi meno abbienti, ecc. ecc.
Sono dati impressionanti che però sembrano non scalfire minimamente l’opinione pubblica, che fa finta di scandalizzarsi, ma alla fine si adegua immediatamente.
L’evasione fiscale coinvolge tutte le categorie, ciascuno crede di avere un vantaggio immediato nel fatto ad esempio di non pagare l’IVA, non pensando che questo significa meno entrate per lo Stato e quindi minor possibilità di fare investimenti
Ma quello che lasci più meravigliati è la connivenza con la corruzione.
Sembra quasi che gran parte delle persone sopportino la corruzione quasi che rappresenti uno status simbol.
Quello che è successo nel Lazio, e forse anche in altre regioni, è deleterio.
Negli ultimi anni, il numero dei corrotti, corruttori, gente che si appropria del denaro pubblico ecc., è aumentato in modo esponenziale.
Ve lo ricordate il famoso Ing. Chiesa che Craxi aveva definito come un “mariuolo”? Ebbene al confronto di Fiorito, oggi sarebbe considerato un poppante e gli darebbero un premio per la sua moralità.
Se l’evoluzione e il progresso ci porta a questo, fermiamo l’orologio, anzi facciamo un balzo nel passato, sperando di ritornare ad essere migliori di quello che siamo oggi.

sabato 6 ottobre 2012

I politici devono saper decidere

Quello che è successo nell’ultimo consiglio comunale svoltosi a Busto Arsizio sulla problematica della adesione o meno alla città metropolitana ha del patetico.
Sentire discorsi del tipo: “non siamo in grado di decidere in quanto non sappiamo che cosa potrà succedere” oppure “aspettiamo e vediamo gli altri cosa decidono per noi”, tutto questo è un modo per non fare politica.
Il politico viene eletto perché assuma le decisioni in nome dei cittadini.
Se le decisioni sono giuste verrà rieletto, diversamente verrà mandato a casa.
Il politico prima di decidere deve pensarci bene, deve valutare non il proprio tornaconto personale ma il bene dei cittadini dai quali ha ricevuto il voto e poi deve esprimere la sua preferenza.
In passato si diceva che chi non decide è un debole per non dire un inetto.
Forse è esagerato ma in ogni caso quando si decide di non decidere, vuol dire che non si ha il coraggio delle proprie azioni e che si andrà al traino di chi decide per noi.
Vi sarà un altro Consiglio Comunale l’otto di ottobre e ci auguriamo che chi non ha avuto il coraggio di decidere, lo faccia, affermando che vuole aderire o che non vuole aderire alla città metropolitana, spiegando ai cittadini per quale motivo ha fatto la sua scelta.
Noi la nostra decisione l’abbiamo presa e riteniamo di aver fatto una cosa giusta.
Se poi la decisione che deve essere assunta, è meramente un indirizzo e non è vincolante, sorge il dubbio che qualcuno abbia un secondo fine nel non affermare una propria volontà precisa, e questo fine è quello di non rientrare nel gruppo di coloro che hanno votato a favore che, ovviamente, non possono essere citati dalla stampa uno per uno, ma, essendo in pochi, la stampa dedicherà loro molto più spazio e molte righe nei loro articoli.

Beatles: sono passati 50 ma non li dimostrano

Giovani e meravigliosi.
La loro epopea è iniziata 50 anni orsono e ancora oggi sono nel cuore di tutti.

Love me do è il loro primo disco, innovativo sia per la musi che per il testo che riproponiamo tradotto in italiano:

Ti Amo Fino A…

Ogni giorno scorre così veloce
Giro attorno, è passato
Non hai tempo per farmi un segno (per salutarmi)

Amami finché puoi
O penserò un piano

La vita è così corta
Una nuova non si può comprare
Ma ciò che abbiamo avuto significa molto per me

Facciamo l’amore tutto il santo giorno
Facciamo l’amore cantando canzoni
Facciamo l’amore tutto il santo giorno
Facciamo l’amore cantando canzoni
C’è gente qui attorno
Che ti spreme (estorce) i sentimenti
Ti riempiranno di tutte le cose che vedi

Farò l’amore con te
Se mi vuoi



Ecco lo splendido ricordo

http://www.youtube.com/watch?v=lM1DDcZ_YqU

giovedì 4 ottobre 2012

Mandiamoli tutti a casa



Il caso del presidente dell’Aler di Lecco conferma che una parte della nostra classe deve essere mandata a casa!

Non voglio influenzare i lettori: collegatesi al seguente sito,e sentite le sue dichiarazione e giudicate!



                                         http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=29948



martedì 2 ottobre 2012

4.500.000 di persone in sofferenza lavoro

La CGIL, a seguito di una approfondita indagine, ha rilevato che ben 4.500.000 persone sono in “sofferenza occupazione”: queste persone sono i disoccupati, gli scoraggiati e i cassaintegrati.
Si tratta di un numero enorme di persone alle quali bisogna prestare la maggiore attenzione possibile.
E’ bene che tutti, ma per primi i sindacati, incomincino ad avere particolare attenzione non solo per chi un posto di lavoro e uno stipendio (che sia una retribuzione o una pensione) ce l’ha, ma anche nei confronti di chi non ha nulla e questi sono i disoccupati, i giovani e le donne, cioè quelli che pur cercandolo non riescono a trovare un posto di lavoro.
Vi sono persone che, dopo un anno, due, tre, in cui hanno cercato il lavoro, sono talmente scoraggiati da smettere questa ricerca inutile.
Quanti sono gli uomini che si sono trasformati in “casalinghi” non per una propria scelta, ma solo perché non riescono a trovare un lavoro?
Sono molti e per fortuna hanno la moglie che lavora, i genitori con una pensione e quindi riescono ad andare avanti; ma se tutto questo non vi fosse, la prospettiva sarebbe nerissima.
Questa situazione coinvolge tutte le classi sociali, da chi non ha un’istruzione ai laureati, da chi stava bene economicamente fino all’altro ieri ed ora è non abbiente; e che deve essere affrontata politicamente, ma vi deve essere anche una sferzata di ottimismo da parte di tutti.
Devono essere inventate nuove forme di lavoro e le persone devono svolgere i lavori che ci sono, senza avere “la puzza sotto il naso” e non dire che, dato che si è svolto un lavoro di prestigio fino a ieri, non si può svolgere un lavoro sminuente.
Forse è arrivato il momento di ritornare al passato quando la gente si creava un posto di lavoro, diventando piccoli artigiani, facendo lavori che altri non facevano, costituendo piccole aziende, affrontando i momenti difficili del dopo-guerra e sono arrivati alla serenità economica.
Forse è un’utopia, ma se si dovesse dare sviluppo a questo settore, una parte, forse piccola, di disoccupati non vi sarebbe e molti scoraggiati incomincerebbero a sperare nel futuro.