sabato 30 giugno 2012

Pablo Neruda

giovedì 28 giugno 2012

Schiavitù: un male attuale

In molti ritengono che gli schiavi siano un retaggio dell’impero romano e che oggi la schiavitù non esista più. Nulla di più errato, la schiavitù oggi esiste e forse esiste più di un tempo.
Basta ricordare le schiave del sesso: ragazze che vengono portate dall’Africa, dai Paesi dell’Est o dell’Oriente e ridotte in schiavitù per prostituirsi nella civile Europa.
Schiavi sono quelli che, avendo avuto la necessità di chiedere un prestito, sono costretti ad obbedire al loro creditore/aguzzino.
Non vi è distinzione tra l’usuraio e qualche istituto di credito in quanto entrambi obbligano il creditore a spogliarsi, volontariamente o coattivamente, dei suoi beni.
Nel mondo ci sono ancora Paesi dove la schiavitù è all’ordine del giorno, dall’Africa all’Asia i casi non si contano.
Vi sono Nazioni dove esistono intere comunità dove la schiavitù femminile è all’ordine del giorno, basti pensare ai Paesi arabi dove le donne non hanno alcun diritto, alle Nazioni dove i bambini sono costretti a lavorare nelle miniere o, appena adolescenti, ad imbracciare un fucile per partecipare a guerre che neppure capiscono.
Il caso più eclatante è quello del Pakistan dove, per legge, il debitore è obbligato a lavorare per il creditore; vi sono fornaci dove i pakistani debitori, donne e bambini compresi, lavorano fino alla morte, per estinguere i debiti di loro parenti.
Probabilmente vi sono dei creditori, che sono stati turlupinati da debitori disonesti, che hanno invidia per i loro colleghi creditori pakistani, in quanto se si avessero la possibilità di rientrare del proprio credito facendo lavorare il debitore, lo farebbero.
Questo perché i creditori italiani sono ridotti alla disperazione in quanto vi sono persone nullatenenti che contraggono debiti a destra e a manca, mettendo sul lastrico persone oneste che forniscono loro beni e servizi e questo non è giusto.
Ma tornando al problema della schiavitù, gli occidentali, che si gongolano del loro progresso, della loro cultura, delle loro radici storiche, devono intervenire per fare in modo che la schiavitù in primo luogo finisca nelle loro Nazioni, impedendo ad esempio che le schiave del sesso continuino ad essere picchiate e malmenate, e poi intervenendo in quelle Nazioni dove la schiavitù esiste per farla finire.
Non è necessario portare la democrazia ovunque, perché crediamo che non possa essere imposta per legge, ma si deve intervenire sotto il profilo economico con sanzioni nei confronti degli Stati che praticano la schiavitù, e questo è sicuramente possibile.

venerdì 22 giugno 2012

La fantasia crea lavoro

Abbiamo sempre avuto una notevole stima per la Sicilia perché riteniamo che sia delle regioni più belle d’Italia e i suoi abitanti sono tra i più simpatici ed ospitali che abbiamo conosciuto, ma quello che ci ha sempre sorpreso è la loro fantasia nell’immaginare cose nuove, nel creare opportunità, nel cercare di trovare delle vie d’uscita in situazioni quasi impossibili.
Uno dei problemi della Sicilia è sicuramente il lavoro, problema che ormai attanaglia tutta l’Italia.
Ebbene, dopo la decisione di regolarizzare circa ventimila dipendenti precari la Regione Sicilia ha deciso di trovare altre modalità per occupare i suoi concittadini.
Sono stati indetti recentemente due bandi di concorso: uno per l’assunzione di maestri di sci di fondo e uno per l’assunzione di maestri di snowboard.
È pur vero che l’Etna in inverno si copre di neve, ma è altrettanto vero che, per i ricordi che abbiamo in materia, in Sicilia nevichi abbastanza poco per cui prevedere a livello regionale dei bandi per l’assunzione di maestri di sci e di snowboard ci sembra una cosa innovativa.
La Sicilia, che ha sicuramente una vocazione turistica molto spiccata, ha deciso quindi di specializzarsi anche nel settore sciistico e dato che oggi i campi da neve si possono fare anche artificialmente, con i cannoni che sparano neve, fra un paio d’anni la Sicilia si troverà con tanti campi da neve dove praticare lo sci di fondo, ovviamente in pianura, e lo snowboard sulle alture.
È una pensata che anche gli altri presidenti di regione dovrebbero avere in quanto il lavoro bisogna crearlo e non stare in attesa che venga da solo.
Poi se le finanze pubbliche vanno a farsi friggere poco importa!

giovedì 21 giugno 2012

Tribunale sì – Tribunale no

La diatriba in essere tra il Presidente del Tribunale di Milano Dott.ssa Pomodoro e gli avvocati di Legnano è ormai incandescente. Ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, che hanno pronunciato provvedimenti che danno ragione agli avvocati, provvedimenti del Presidente Pomodoro che rende nulli i provvedimenti del TAR e del Consiglio di Stato si susseguono a ritmo incalzante, ma intanto chi ne va di mezzo sono i cittadini del legnanese che, per discutere una loro causa, devono andare a Milano.
Nel 1999 avevamo fatto presentare una proposta di legge per l’allargamento della circoscrizione del Tribunale di Busto Arsizio accorpando Legnano, ma vi era stata l’opposizione di alcuni avvocati legnanesi.
Ora che la sezione distaccata del Tribunale di Legnano è praticamente “chiusa”, quello sparuto gruppo di avvocati si è ridotto ancora, ma quei pochi continuano, con una pervicacia che ha dell’assurdo, a pretendere che la loro sezione distaccata si trasformi in Tribunale circondariale, cosa che non accadrà mai perché non è pensabile che nel raggio di 10 Km. ci siano tre Tribunali: Legnano, Busto e Gallarate.
Il Tribunale di Busto Arsizio deve attrezzarsi per essere pronto ad ospitare le sezioni distaccate dei Tribunali di Gallarate e Saronno e, nell’ipotesi non remota dell’allargamento dei confini dell’attuale mandamento, anche di Legnano e Rho, incorporando anche il territorio del Legnanese e del Castanese.
Si tratta di rivedere gli spazi all’interno del Tribunale, razionalizzare le cancellerie e gli uffici dei giudici e quant’altro necessario per fare in modo che tutto venga accentrato a Busto Arsizio in modo dignitoso.
Tutto questo non avendo come traguardo quello di rendere più agevole il lavoro agli avvocati, i quali comunque si adattano a recarsi a Milano piuttosto che a Gallarate o in altri luoghi, ma per favorire i cittadini che devono avere un Tribunale più vicino possibile, ben servito dalle infrastrutture e che funzioni.
Il Tribunale di Busto Arsizio rappresenta per la nostra città un fiore all’occhiello che tutti ci invidiano per i brevi tempi di durata delle cause, la valenza giuridica dei provvedimenti che vengono pronunciati dai giudici.
Si tratta di una ricchezza che non va assolutamente dispersa, ma va tutelata ed incrementata.

sabato 16 giugno 2012

La competenza paga

Questo è stato il titolo di un blog che abbiamo pubblicato molto tempo fa ma riteniamo che se ne possano fare altri sullo stesso tema. Ora vi un altro eclatante caso: Massimo Ghilardi, 45 anni, carabiniere di leva, laureato in Scienze motorie alla Cattolica di Brescia e in Sociologia politica a Urbino, iscritto all’Albo dei promotori finanziari e consigliere comunale del Pdl a Chiari, è stato nominato, direttore generale dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
Sul sito dell’Ente si parla di una nomina in nome del merito e della trasparenza. Peccato che nel suo curriculum si faccia fatica a trovare delle competenze inerenti il compito, di non facile natura, che gli è stato assegnato.
In ogni caso il CDA dell'Istituto, fortunatamente non all'unanimità, ha evidentemente trovato interessante il suo curriculum forse perché “porterà all'Ente nuove competenze finora mancanti”.
I soliti maligni hanno affermato che la vera dote del prof. Ghilardi è quella di essere amico degli ex ministri Gelmini e Frattini.
In passato era stato indicato dall'occhialuto ex ministro quale dirigente di altro ente (il Miur) con 106.628 euro di stipendio base
Il nome del qualificato professore era finito anche tra i papabili per il posto di direttore generale del Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr. Quando si era fatto il suo nome, in molti non avevano gradito la possibile designazione di un non-scienziato alla carica di direttore, ma Ghilardi aveva precisato su BresciaOggi: Essere uno scienziato? “Questo presupposto c'è per il presidente, non per il direttore che invece deve avere capacità manageriali, quali io reputo di avere».
La nomina in ogni caso è corretta perché se vi una eruzione Ghilardi con le sue competenze ginniche sarà il primo ad arrivare alla bocca del vulcano per studiare la lava che fuoriesce; se in occasione di un terremoto, sarà l’unico a raggiungere a piedi le zone interessate a piedi grazie alla sua preparazione atletica

giovedì 14 giugno 2012

Se son froci se la vedessero loro!

Tutti hanno attaccato il calciatore Cassano per quello che ha detto in merito all’eventuale presenza di omosessuali nella Nazionale di calcio. Ci chiediamo: ha più responsabilità Cassano, che col suo linguaggio naif ha espresso il suo pensiero, sicuramente deprecabile, oppure il letterato e laureato Cecchi Paone che, in cerca di quella notorietà che ormai ha perso, “sta strumentalizzando” le sue preferenze sessuali per attirare l’attenzione dei mass-media su se stesso?
Non vogliamo entrare nel merito della sessuale in quanto siamo per la totale libertà di scelta in tutti i settori, ivi compreso quello sessuale, e riteniamo ognuno è libero di quello che vuole e desidera, nel rispetto dei diritti degli altri.
È certo però che nessuno può permettersi di fare nomi di altri senza alcuna motivazione.
Se ci sono dei giocatori della Nazionale che non sono eterosessuali, questi sono problemi loro, non deve essere certo Cecchi Paone che deve dirlo, semmai devono essere i diretti interessati.
In un’Italia “bigotta” come quella che in cui purtroppo viviamo, affermazioni di questo genere, indipendentemente dal loro fondamento, rischiano di minare la carriera professionale degli interessati.
È vero che il mondo dello spettacolo va avanti per spot, ma è altrettanto vero che la sensibilità e il rispetto degli altri devono essere posti al primo punto dei rapporti umani.
Se Cecchi Paone confida che facendo i nomi delle persone con le quali ha avuto una relazione, di riuscire a modificare quello che parte di Italiani pensa dei gay, si sbaglia di grosso.
Quello che deve fare Cecchi Paone è farsi promotore di una campagna contro un certo modo di pensare, cercando di convincere la gente che sbaglia, in quanto le persone sono tali indipendentemente dalle loro preferenze sessuali. Diversamente le sue affermazioni non sono altro che la ricerca di notorietà perduta e di bassa lega.

giovedì 7 giugno 2012

Una strage al giorno


In Siria le stragi sono all’ordine del giorno.
Ma quello che è ancora peggio è che queste stragi coinvolgono sempre più donne e bambini, quindi i soggetti più deboli che non hanno possibilità di difendersi.
Ormai i morti causati da Assad e dal suo regime si contano a migliaia.
Ma il peggio sembra che debba ancora venire in quanto questo regime che governa in un modo crudele la Siria, ha cambiato strategia: colpisce i familiari dei suoi oppositori per renderli più deboli.
E la Comunità internazionale che fa? Nulla!
Nonostante questi fiumi di sangue, la Comunità internazionale fa solo finta di inorridire di fronte a questi crimini, ma poi per interessi che non riusciamo a comprendere, permettono a questo regime di consolidarsi.
Già in un altro blog abbiamo richiamato l’attenzione sulla diversità di trattamento che la Comunità internazionale ha riservato a Gheddafi per quanto aveva fatto in Libia quando è scoppiata la rivoluzione e all’atteggiamento che la stessa Comunità sta tenendo con Assad.
Della Libia non si sa più nulla, sicuramente tutti andranno d’amore e d’accordo, ma forse qualche notizia sarebbe opportuno averla.
A questo punto l’unica reazione possibile è che la coscienza popolare dei cittadini liberi si ribellino di fronte all’atteggiamento passivo dei loro governanti che tollerano che un capo di governo abbia l’ardire di uccidere i propri cittadini.
Ma come sempre l’economia governa la politica, mentre dovrebbe essere il contrario.







mercoledì 6 giugno 2012

Colpevoli di voler lavorare

Alcune Procure della Repubblica hanno dato corso a dei procedimenti penali in relazione ai crolli di capannoni che si sono verificati dopo l’ultima scossa di terremoto dei giorni scorsi che ha provocato anche delle vittime. Se le indagini hanno per oggetto la verifica se i capannoni sono stati costruiti nel rispetto delle norme, bene fanno le Procure ad indagare; discorso diverso si deve fare se le indagini riguardano gli imprenditori che hanno riaperto la propria attività, ma all’ultima e violenta scossa i loro capannoni sono crollati e purtroppo alcuni dipendenti che lavoravano all’interno hanno perso la vita.
Dopo le prime devastanti scosse di terremoto, numerose aziende avevano chiesto che fossero fatte le verifiche del caso e al loro esito avevano riavviato gli impianti e ad operare in quanto, come si suol dire, il mercato non aspetta neppure quando c’è il terremoto.
Più di questo un imprenditore che cosa poteva fare?
Si può pensare che la colpa della morte di questi poveri lavoratori sia da attribuire ai loro datori di lavoro?
Che cosa dovevano fare gli imprenditori: sedersi come hanno fatto in passato in molti e attendere che altri lavorassero per loro?
Se a tutto questo si aggiunge che il terremoto , anche in zone prettamente sismiche, è del tutto imprevedibile, e che l’Emilia Romagna e la bassa Lombardia non sono ritenute zone sismiche, il cerchio si chiude.

martedì 5 giugno 2012

Colpevoli per voler lavorare

Alcune Procure della Repubblica hanno dato corso a dei procedimenti penali in relazione ai crolli di capannoni che si sono verificati dopo l’ultima scossa di terremoto dei giorni scorsi che ha provocato anche delle vittime. Se le indagini hanno per oggetto la verifica se i capannoni sono stati costruiti nel rispetto delle norme, bene fanno le Procure ad indagare; discorso diverso si deve fare se le indagini riguardano gli imprenditori che hanno riaperto la propria attività, ma all’ultima e violenta scossa i loro capannoni sono crollati e purtroppo alcuni dipendenti che lavoravano all’interno hanno perso la vita.
Dopo le prime devastanti scosse di terremoto, numerose aziende avevano chiesto che fossero fatte le verifiche del caso e al loro esito avevano riavviato gli impianti e ad operare in quanto, come si suol dire, il mercato non aspetta neppure quando c’è il terremoto.
Più di questo un imprenditore che cosa poteva fare?
Si può pensare che la colpa della morte di questi poveri lavoratori sia da attribuire ai loro datori di lavoro?
Che cosa dovevano fare gli imprenditori: sedersi come hanno fatto in passato in molti e attendere che altri lavorassero per loro?
Se a tutto questo si aggiunge che il terremoto , anche in zone prettamente sismiche, è del tutto imprevedibile, e che l’Emilia Romagna e la bassa Lombardia non sono ritenute zone sismiche, il cerchio si chiude.

venerdì 1 giugno 2012

La parata del 2 giugno

Quella sulla parata del 2 giugno è una sterile polemica tutta giornalistica che serve solo ad inacidire gli animi, ma sembra che questo sia quello che vogliono i giornalisti: più la gente litiga più notizie si pubblicano!
Non spetta noi giudicare se sia giusto o meno fare questa parata dopo il terremoto che in questi giorni ha colpito lì’Emilia Romagna e parte della Lombardia.
Quello che è certo è che la parata era ormai organizzata, uomini e mezzi sono già a Roma per gli ultimi preparativi e dettagli e sostenere che i militari destinati alla parata devono andare ad aiutare i terremotati ha del ridicolo: i militari sono già presenti in forza in Emilia Romagna, facendo il loro dovere.
Chi ha fatto il militare sa che alle parate partecipano solo quelli alti un metro e novanta, di bell’aspetto che difficilmente vengono poi mandati, pala alla mano, a spostare le macerie.
Per questo riteniamo che la polemica sia strumentale.
Se poi lo si porta sotto il profilo puramente economico si cade nel ridicolo in quanto i militari sono già pagati, al limite si potrà sostenere che vi sono dei costi di trasferimento ma, come abbiamo scritto, il trasferimento è avvenuto da tempo.
In ogni caso saranno i cittadini a stabilire se la parata doveva essere annullata o meno: se saranno presenti poche persone allora Napolitano aveva torto, se invece ne saranno presenti tante come in passato, significherà che Napolitano aveva ragione.
Il 2 di giugno essere festeggiato con o senza parata, perché rappresenta non solo la festa della nostra Repubblica, ma anche il ricordo del raggiungimento della libertà e democrazia per gli Italiani.
La festa della Repubblica deve essere portata avanti non solo nelle scuole, ma a tutti i livelli perché è importante che i bambini e gli adolescenti capiscano cosa significa vivere in una Repubblica, ma è necessario che anche chi ha più di anni non dimentichi il periodo della dittatura e della monarchia, si ricordi quei tempi facendo il raffronto con la situazione di oggi.
Una volta che la democrazia è stata raggiunta tutti si dimenticano quali e quanti sacrifici sono stati fatti per raggiungerla, si pensa che sia un atto dovuto, un diritto acquisito ma così non è.
La democrazia non solo deve essere conquistata ma la conquista deve essere portata avanti giorno dopo giorno per non rischiare di perderla.