giovedì 3 luglio 2014

LA CRISI MORDE ANCORA

I dati sono preoccupanti ed anche sconfortanti: ogni due aziende che chiudono, ve n’è solo una sola che apre i battenti. Nel campo del commercio il rapporto è molto più alto per le aziende che non riaprono e qui ci riferiamo a bar e negozi di prossimità. Questa significa che i consumi non si muovono e se non ci sono i consumi, le fabbriche non producono e non danno lavoro alla gente e se non vi è il lavoro non si ha lo stipendio e senza lo stipendio non si possono comperare i beni da consumare e così il cerchio si chiude, ma è un ciclo vizioso che porta solo alla povertà e spesso alla disperazione. Quello che vi deve essere ora è la ripresa di fiducia da parte dei cittadini, che devono pensare che le cose possono, anzi devono cambiare e che questo sta già succedendo. Se ogni cittadino dovesse spendere € 10 in più alla settimana vi sarebbe un movimento di oltre mezzo miliardo di euro di beni venduti che non è poco. Ma ci rendiamo conto che per spenderli i 10 euro bisogna averli e se uno ha paura del futuro non spende un cent. in più dello stretto necessario. Comunque una cosa è certa, i cicli economici, prima o poi, hanno un termine e l’attuale ciclo dura da troppi anni, per cui la fine è sicuramente prossima. La crisi che ha colpito l’Italia e il mondo intero ha avuto un pregio, che è quello di aver eliminato dal mercato gli imprenditori incapaci. Quelli che riusciranno a reggere questi ultimi mesi avranno un futuro radioso, ma devono essere pronti ad affrontare questo futuro, sia sotto il profilo tecnologico che sotto il profilo puramente di marketing perché, mentre noi rimaniamo fermi, i paesi emergenti stanno lavorando a più non posso per recuperare il divario che da sempre li tiene lontani dai paesi avanzati. Il rischio che si corre, se non si tiene il passo sotto il profilo tecnologico e sotto il profilo del marketing, è che terminata la crisi i paesi del così detto terzo mondo si prenderanno l’intero mercato perché nel frattempo avranno adeguato la propria tecnologia alle nuove evoluzioni e avranno anche investito in marketing. Purtroppo le aziende e gli imprenditori in genere la prima cosa che fanno quando vi è una crisi è quello di cessare gli investimenti nell’innovazione e nei servizi e tra i servizi, come la consulenza, la pubblicità, il marketing che sono essenziali per la vita di qualsiasi azienda. Sottoscrivere un contratto pluriennale sbagliato per risparmiare qualche euro in consulenza, significa vedersi il futuro rovinato e questa sarebbe l’ultima “mazzata” che l’imprenditore potrebbe prendersi e che non può assolutamente permettersi.