venerdì 20 luglio 2012

Minetti: l’unica colpevole!

Alfano, dopo aver pianto per una notte intera quando ha saputo che le speranze di essere il candidato Presidente del consiglio alle prossime elezioni politiche sono svanite, afferma che la Minetti deve dimettersi da consigliere regionale, sostenendo che i fatti noti come “bunga bunga” non si sono mai verificati. Una domanda sorge spontanea: “come mai la Minetti deve dimettersi se il “bunga bunga” non esiste?
Non sappiamo se la Minetti si dimetterà o meno, ma se lo dovesse fare non lo farà certo per amore della causa berlusconiana.
Dimettendosi perderà € 15.000,00 al mese di stipendio da consigliere regionale, per cui sicuramente chiederà di essere profumatamente risarcita per il suo grande sacrificio.
Cosa farà ora la Minetti?
Quello che più ci rattrista in questa vicenda è Alfano, il quale è l’unico ad aver creduto che Berlusconi volesse seriamente non ricandidarsi, perché il Cavaliere non ha mai avuto alcuna intenzione di farlo.
Ha mandato avanti Alfano in un momento tragico della politica italiana, e questo periodo gli è servito per cercare di ricostruirsi una verginità politica, ma i cittadini non sono stupidi, lo hanno capito e lo dimostreranno alle prossime elezioni.

giovedì 19 luglio 2012

Ritorno a Forza Italia: il passato si ripropone

Berlusconi ha rotto gli indugi, non solo si ricandida, come tutti già sapevano, ma ripropone il vecchio nome del suo partito: Forza Italia, riconoscendo che l’esperienza del PDL è fallita. Cosa penseranno gli ex AN che nel Partito della Libertà ci si trovavano già a fatica, vedersi inglobare addirittura in Forza Italia?
Cosa sarà dei loro ideali?
Chi è ritornato al passato non ha mai ottenuto un risultato positivo e per tutti ricordiamo la Democrazia Cristiana che aveva cambiato il proprio nome in Partito Popolare, ritornando alle origini di Sturzo, ma il risultato è stato negativo.
Ora inizierà una lunga campagna elettorale che rischia di bloccare il Parlamento e le riforme che il governo Monti sta portando avanti.
La speranza è che il senso dello Stato, almeno una volta, prevalga in chi vuole governarci in futuro.

mercoledì 18 luglio 2012

Due sentenze giuste


A distanza di pochi giorni sono state pronunciate le sentenze relative ai fatti accaduti in occasione del G8 di Genova del 2001, sentenze che devono essere applicate velocemente e duramente.
Chi ha sbagliato deve pagare, sia esso un no global o un membro della Polizia.
Una cosa è certa: gli organi di Polizia, e qui ci riferiamo a tutti, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e tutti gli altri che erano stati coinvolti nella gestione dell’ordine pubblico a Genova, hanno sbagliato due volte.
La prima quando hanno permesso ad un gruppo di delinquenti devastatori, di entrare a Genova e non li hanno circondati ed arrestati immediatamente. Tutti abbiamo visto le riprese televisive, tutti ci siamo resi conto che quei delinquenti potevano essere arrestati, ma questo non è stato fatto e in molti hanno pensato che ci fosse una volontà specifica in questo senso.
La seconda volta, ed è gravissimo, è l’intervento alla scuola Diaz in quanto sono fatti che non devono accadere.
La seconda sentenza è quella nei confronti dei no global, ma un paio di condannati “è scappato” e rimarrà latitante in attesa di tempi migliori.
Il G8 di Genova deve essere da esempio perché gli organi di Polizia devono intervenire nei confronti dei mascalzoni in modo esemplare, durissimo, arrestandoli e mettendoli nelle patrie galere.
I Giudici non devono avere pietà nei confronti di questi soggetti che sistematicamente devastano le città ogni volta che ne hanno occasione.
Chi ha perso al G8 di Genova è stata l’Italia, le sue istituzioni, i suoi cittadini e i genovesi che si sono sentiti privare delle loro cose, della loro libertà, che hanno vissuto ore3 di guerriglia che mai avrebbero pensato di poter subire.

venerdì 13 luglio 2012

Città Metropolitana: quale futuro per i nostri Comuni?

L’incontro che si è svolto lo scorso mese di giugno tra i Sindaci di Busto Arsizio, Gallarate e Milano, sul tema “Città Metropolitana: quale futuro per i nostri Comuni …” ha dimostrato che i cittadini desiderano discutere di cose concrete e non di politichese.
Quello dell’area metropolitana è sicuramente un argomento importante del quale spesso si parla a vanvera senza avere la minima conoscenza di quali sono le problematiche che, per legge, i Comuni dovranno affrontare nel momento stesso in cui sorgerà tale nuova entità amministrativa.
Il Sindaco Pisapia è andato oltre rispetto alla normativa che è sempre in evoluzione, indicando una via nuova da seguire per giungere al traguardo della realizzazione dell’area metropolitana: la costituzione di un’area metropolitana di fatto.
Vale a dire, lavorare tutti assieme per costituire una unione volontaria tra Comuni che hanno un identico scopo da raggiungere e che collaborano per raggiungerlo, mettendo a disposizione le loro capacità, risorse, infrastrutture e quanto altro necessario.
Come sempre si tratta di volontà di fare qualche cosa e non solo di parlare per fare bella figura nel corso di una serata.
Il Sindaco Pisapia ha dimostrato, unitamente ai Sindaci Guenzani e Farioli, che quando si vuol parlare alla gente lo si può fare anche con parole semplici che tutti capiscono.
Ma l’incontro ha avuto un ulteriore importante risvolto in quanto si è parlato dell’importanza delle infrastrutture che, purtroppo, in quanto quelle attualmente esistenti sono insufficienti a soddisfare le necessità di mobilità delle persone e delle merci nel territorio dell’Alto Milanese e non solo.
L’aeroporto non è un’entità a se stante, ma costituisce una parte di un puzzle molto più complesso, che permette di arrivare alla conclusione di un tragitto che però deve vedere la realizzazione di tutta una serie di ulteriori elementi: strade, collegamenti ferroviari, attività a sostegno sia dell’aeroporto che del territorio interessato, ma quello che è più importante è che vi deve essere la concreta volontà da parte di tutti i Comuni di operare congiuntamente per raggiungere un traguardo di unità di intenti.
L’area metropolitana non è solo aeroporto ma è ben altro, significa governo del territorio in modo uniforme e non disarticolato tra città e città, significa una attenzione concreta ai problemi della sicurezza non più visti al solo interno della propria comunità, ma come la realizzazione di una tutela più ampia che deve vedere la collaborazione di tutti i Comuni che faranno parte dell’area metropolitana.
L’argomento più interessante toccato durante la riunione, sotto il profilo dei rapporti tra Comuni vicini (e qui ci riferiamo a Busto e Gallarate) è stata la sollecitazione fatta dal Prof. Buonanno, neo eletto Presidente del museo di arte contemporanea Maga di Gallarate, che è uno dei quattro più importanti musei di arte moderna in Italia assieme a quelli di Milano, di Venezia e Roma.
Ebbene il Prof. Bonanno ha affermato che per avere una mostra d’arte che non provochi le perdite che purtroppo ha oggi ilo Maga, è necessaria la fattiva collaborazione di tutti i Comuni dell’Alto Milanese.
Le domande che ci si deve porre sono le seguenti: è opportuno avere una mostra d’arte per ogni città? È opportuno avere una sede universitaria per ogni città? È opportuno avere una capiente sala convegni per ogni città?
E potremmo proseguire a lungo.
Ormai i tempi dei feudi e dei castelli con le mura dove ci si rifugiava all’interno per difendersi dai confinanti, sono finiti da anni, non è più tempo di vivere isolati, è tempo di collaborare con il vicino unendo le forze per realizzare opere migliori, risparmiare risorse, unificare le sinergie, il tutto a beneficio della collettività.
Il Sindaco Farioli ha dichiarato la sua disponibilità a fare in modo che il Maga di Gallarate diventi la mostra d’arte contemporanea di tutto l’hinterland e il Sindaco Guenzani ha affermato che vista la bellezza della sala Tramogge, non avrebbe senso realizzare un’altra sala convegni a Gallarate.
Quando oltre vent’anni fa era stato progettato il palazzo dello sport Piantanida, la sua ubicazione era stata pensata in quella zona dove poi è stata realizzata perché era a confine tra Busto, Castellanza e Legnano.
Non fu una scelta a caso. Il pensiero di quella Amministrazione era di realizzare una struttura sportiva al servizio di tutto l’Alto Milanese, non solo di Busto Arsizio, perchè era conscia che un palazzo dello sport di tale grandezza, era eccessivo per una città come Busto che non può pensare, con i suoi 80.000 abitanti, di avere tanti spettatori da poter riempire gli spalti e coprire almeno le spese di gestione della struttura.
Purtroppo le Amministrazioni cambiano, il modo politico di pensare muta e certe intuizioni vengono lasciate cadere nel nulla, ma il problema è che le conseguenze poi rimangono negli anni a venire e segnano fortemente la collettività, anzi segnano il portafoglio delle Amministrazioni locali che ogni anno hanno meno sostanze a disposizione e devono fare in modo di far fruttare meglio quelle poche risorse che sono loro rimaste.
Auguriamoci che ora dalla parole si passi ai fatti, che effettivamente il Maga diventi una struttura non solo intercomunale ma interprovinciale (sempre che le province esistano ancora …..!), che si finisca di pensare solo al proprio campanile ma si pensi alla collettività nella sua interezza, con tutti i suoi interessi e con tutte le sue aspirazioni.
(Da l'Informazione Luglio 2012)




martedì 10 luglio 2012

Padani laureati

venerdì 6 luglio 2012

Se pedali ti scarcero

In Brasile hanno deciso di affrontare la crisi energetica in un modo alternativo.
In 130 carceri brasiliane è in corso un esperimento che prevede la possibilità per i detenuti che per otto ore e per tre giorni salgono su una bicicletta e, pedalando, producono energia elettrica, di ottenere un giorno di sconto di pena.
L’energia elettrica prodotta grazie a questo esperimento, permette di illuminare una delle principali vie della capitale della regione di Santa Rita do Sapucai.
Sembra che vi sia la fila di detenuti davanti alle porte della palestra che chiedono di potersi dedicare al ciclismo.
Chissà se una iniziativa di questo genere potrebbe avere un risultato positivo anche in Italia.
Però si potrebbe provare anche se siamo sicuri che, probabilmente, salterebbero fuori i soliti difensori dei diritti dei carcerati i quali diranno che in questo modo si ripristinano i famosi lavori forzati.
Ma cosa è meglio pedalare e andare a casa molto tempo prima oppure starsene per 24 ore seduto sulla branda a guardare il soffitto?
Cosa è più educativo e riabilitativo per un detenuto?