domenica 29 gennaio 2012

IO NON CI STÒ!

È morto l'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro e giustamente Napolitano lo ha definito “un esempio di coerenza e di integrità Morale”.
Aveva 93 anni ed ha vissuto le vicende parlamentare i che hanno unito e diviso l’Italia, nella sua storia Repubblicana.
Ha ricoperto la carica di capo dello Stato dal 1992 al 1999 e prima della nomina al Quirinale è stato ininterrottamente deputato a partire dal primo Parlamento repubblicano eletto nel 1948 e, prima ancora, dall'assemblea Costituente del 1946. Più volte ministro, da senatore a vita ha aderito al Partito democratico.
Come Pertini e De Nicola aveva ricoperto anche le altre due principali cariche dello Stato, ovvero la presidenza del Senato, all'inizio della XV legislatura, e quella della Camera.
Fu eletto presidente della Repubblica all’indomani della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta; gesti magistralmente il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica e gli anni di Tangentopoli.
Famosa fu la sua presa di posizione quanto a reti unificate pronuncio il famoso discorso durante il quale affermo: «NON CI STO» pronunciata la sera del 3 novembre 1993, per difendersi dalle infondate accuse di avere gestito fondi neri ad uso personale nell'epoca in cui era stato ministro dell'Interno. «Mani Pulite» avevano decimato.
Si rifiutò di firmare la nomina di Previti a ministro della Giustizia, inimicandosi subito Berlusconi, ma la storia gli ha dato ragione in quanto ha evitato l’onta per la nostra Nazione di vedere un ex ministro entrare in carcere.
Strenuo difensore della Carta costituzionale, Uomo di fede, antifascista e anticomunista, sempre vicino ai giovani, ha contribuito in modo concreto alla costruzione dello Stato democratico, esprimendo la tradizione del vero impegno politico dei cattolici italiani.
L’esempio di Scalfaro deve essere sempre tenuto presente da chi vuole occuparsi del bene pubblico e della politica, specie in giorni difficili come quelli che stiamo vivendo oggi

sabato 28 gennaio 2012

I francesismi di Bossi

Gli intellettuali usano il termine “francesismo” per giustificare le cosiddette parolacce.
Uno dei più profondi politici italiani, il Senatore Bossi, durante l’ultimo comizio fatto a Milano in occasione della manifestazione contro “Roma ladrona” ha concluso il suo intervento con le parole: “Roma …vaffanculo!”.
Ovviamente il popolo leghista ha fatto un’ovazione di fronte ad una espressione di così alto livello filosofico e politico.
Bossi non è la prima volta che utilizza termini di questo genere per farsi capire meglio dal “suo popolo”.
Ora queste espressioni non sono più definite “parolacce” ma, come abbiamo detto, dei “francesismi” che consentono dire qualsiasi cosa, senza che nessuno possa sentirsi offeso perché non si tratta più di parolacce ma, appunto, di “francesismi”.
Ma quando Bossi usa questi “francesismi”, dimentica il lauto stipendio che prende ogni mese proprio da “Roma ladrona”.
Se “Roma è ladrona” i padani, che è gente onesta, ovviamente dovrebbero rifiutarsi di ricevere dei soldi da chi è un ladro.
Ma se i soldi che “Roma ladrona” utilizza per pagare gli stipendi dei Leghisti, sono “rubati” ai cittadini (e quindi anche a noi che leghisti non siamo), i padani dovrebbero rifiutarsi di riceverli.
La domanda che sorge spontanea è la seguente: perché i parlamentari leghisti continuano a ricevere i loro stipendi da “Roma ladrona”?
Purtroppo tutti noi ci troviamo invece a pagare lo stipendio di questi signori che insultano la nostra Patria e sputano nel piatto in cui mangiano, ma prima il piatto, ovviamente, l’hanno svuotato completamente!

mercoledì 25 gennaio 2012

love me do

Grande giorno quello del 24 gennaio: 50 anni or sono I Beales lanciavano il loro primo disco e grandissimo successo: l’indimenticabile “love me do”, che li ha lanciati nell’Olimpo delle stelle che non dimenticheremo mai e quindi nella storia. Non ci sono parole c per spiegare la commozione che si ha risentendo le parole di questa canzone. Riporto il testo in Inglese e la loro tradizione.
Per chi vuol riascoltare questa canzone, lo potrà fare sui seguenti siti:
www.youtube.com/watch?v=wIu0cpC-mSA
http://www.youtube.com/watch?v=vC-dbhfc7Oc

LOVE ME DO
Love, love me do
You know I love you,
I’ll always be true,
So please, love me do
Whoa, love me do
Love, love me do
You know I love you,
I’ll always be true,
So please, love me do
Whoa, love me do
Someone to love,
Somebody new
Someone to love,
Someone like you
Love, love me do
You know I love you,
I’ll always be true,
So please, love me do
Whoa, love me do
Love, love me do
You know I love you,
I’ll always be true,
So please, love me do
Whoa, love me do
Yeah, love me do
Whoa, oh, love me do
Amore, mi ami fare Tu sai che io ti amo,
Sarò sempre vero,
Quindi, per favore, Love Me Do
Whoa, Love Me Do

Amore, mi ami fare
Tu sai che io ti amo,
Sarò sempre vero,
Quindi, per favore, Love Me Do
Whoa, Love Me Do
Qualcuno da amare,
Qualcuno di nuovo
Qualcuno da amare,
Qualcuno come te
Amore, mi ami fare
Tu sai che io ti amo,
Sarò sempre vero,
Quindi, per favore, Love Me Do
Whoa, Love Me Do

Amore, mi ami fare
Tu sai che io ti amo,
Sarò sempre vero,
Quindi, per favore, Love Me Do
Whoa, Love Me Do
Sì, Love Me Do
Whoa, oh, Love Me Do

sabato 21 gennaio 2012

Il Grande Fratello

Leggendo le norme che approvate negli ultimi anni vi è che ha cominciato a pensare che viviamo in uno Stato “di Polizia” e che ciascuno di noi ha un “Grande fratello” che lo segue in ogni passo.
Personalmente mi meraviglio ogni volta che viene catturato uno dei primi “cento” più pericolosi mafiosi (a proposito ci sarà una volta in cui si dirà che è stato catturato il primo dei novantanove a dimostrazione che il numero è diminuito ….), in quanto se si vuole arrestare un delinquente sicuramente lo si può fare.
Pensiamoci bene: col cellulare si sa, anche se spento, dove uno si trova con un errore di pochi metri; con il telepass si sa dove uno sta andando o da dove arriva; con il bancomat e la carta di credito si sa quanto uno spende, dove spende e cosa ha comperato, e gli esempi potrebbero continuare e tutti dimostrano che tutti siamo rintracciabili in qualsiasi momento, che di tutti si può sapere vita, morte e miracoli.
Sorge il dubbio che quando Provenzano, Reina ecc. sono stati arrestati, vi era chi sapeva dove gli stessi erano, ma li si è lasciati liberi per chi li frequentava.
Deve preoccupare il fatto che molti giustificano e si sono abituano a questa situazione; questo è successo ogni volta vi è stata una crisi economica, in quanto spesso i cittadini pur di uscire dalla povertà nella quale si trovano sono disposti ad accettare anche la restrizione dei loro diritti, ivi compresa la libertà.
La crisi degli anni ’20, dopo la prima guerra mondiale, ha portato l’instaurazione di numerosi regimi dittatoriali.
Oggi il clima è diverso e non si potranno verificare fatti del genere, ma si deve prestare attenzione e vigilare per evitare che s qualcuno possa venire in mente qualcosa di diverso e lentamente, con la capacità di convinzione dei mass media, convinca i cittadini che è meglio avere maggiore benessere economico anche se questo comporta una restrizione della libertà e dei diritti fondamentali per cui avere una minor libertà a fronte di una maggior ricchezza, è un fatto perfettamente legittimo.

mercoledì 18 gennaio 2012

L’Italia è un paese strano.

La vicenda dell’affondamento della nave Concordia ha catalizzato l’attenzione di tutti in questi giorni, un simile evento è del tutto inspiegabile, vedere una nave mastodontica affondare a poche decine di metri dalla riva ha il sapore della beffa ma in Italia anche questo può succedere!
Quello che ci ha lasciato più perplessi è stato ovviamente il comportamento del Comandante che, dimenticando le leggi marinare, ha abbandonato.
Ancora di più ci ha meravigliato la ormai famosa telefonata tra il Comandante De Falco e Schettino.
De Falco per i mass-media è divenuto un eroe, ci chiediamo per quale motivo in quanto De Falco non ha fatto nient’altro che quello che qualsiasi altra persona si fosse trovata al suo posto avrebbe fatto: richiamare al dovere chi il suo dovere l’aveva dimenticato e aveva tradito la propria missione di comandante.
Quello che è certo è che le due figure entrambe Campane, De falco da una parte e Schettino dall’altra, rappresentano le due facce dell’Italia: da una parte abbiamo l’Italia seria, che fa il proprio lavoro, che segue le regole e le applica cioè l’Italiano che si comporta da persona normale e qui abbiamo il Comandante De Falco.
Dall’altra parte vi è l’Italia che delle regole se ne infischia, che ritiene che tutto sia semplice, lecito e facile, che è convinta che scappare di problemi sia il miglior modo per risolverli e qui abbiamo Schettino
Come diceva una vecchia canzone “è l’Italia che va”.
Quello che è certo è che in questa vicenda non vi sono eroi, non vi sono vincitori ma vi è un solo perdente: l’Italia che per questo evento ha fatto nel mondo intero una bruttissima figura dalla quale difficilmente riuscirà a risollevarsi in breve tempo.

giovedì 12 gennaio 2012

Forse è cambiato qualcosa

Le dimissioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Malinconico rappresentano un netto cambio di rotta rispetto al modo di fare politica che vi è stato fino a qualche settimana fa.
E bene ha fatto Malinconico a dimettersi immediatamente dopo le notizie giornalistiche dalle quali emergeva che “quelli della cricca” (cioè quel gruppo di imprenditori che avevano gioito del terremoto de L'Aquila perché speravano di fare i loro loschi affari con la ricostruzione) gli avevano pagato le ferie.
Questo dovrebbe essere la normalità, ma così non era fino a poco tempo fa quando a chi ci governava non passava neppure nell’anticamera del cervello a la possibilità di dare le dimissioni per fatti di questo genere.
Ma quello di cui vogliamo discutere non è tanto il fatto che il Sig. A ha rassegnato le dimissioni, riconoscendo di trovarsi in una situazione particolare, ma è il perché è stato costretto a dare le dimissioni.
Noi possiamo capire tutto, ormai abbiamo una certa età e l’esperienza ci insegna che nulla è impossibile, e una cosa è certa: nel corso della nostra vita non abbiamo mai avuto nessuno, ribadiamo nessuno, che ci ha mai regalato nulla.
Improvvisamente scopriamo che vi è un Ministro che si accorge che qualcuno gli ha intestato un appartamento con vista Colosseo e che si può uscire da un albergo a cinque stelle senza pagare il conto.
Anzi, quando noi entriamo in un albergo, purtroppo non a cinque stelle, ci chiedono immediatamente la carta di credito per essere sicuri che non scappiamo notte – tempo.
Non siamo meravigliati dal fatto che qualcuno regali un appartamento o paghi le ferie per qualcun altro, quello che ci lascia allibiti è il fatto che ci siano persone che pretendono di governarci e, quindi, di insegnarci in che modo dobbiamo vivere, che affermano cose di questo genere.
Sarebbe stato più opportuno che Malinconico avesse detto: “sì è vero, il soggiorno in quell’albergo mi è stato pagato dal Sig. X perché mi doveva rendere un favore o perché è un mio amico e mi voleva fare un regalo”.
Ma andare ad affermare che non si era accorto che qualcuno gli aveva pagato il conto dell’albergo significa ritenere che gli italiani siano tutti idioti.

domenica 1 gennaio 2012

La crisi secondo Einstein