venerdì 30 novembre 2012

Molesta tu che molesto anch’io

Le molestie nel luogo di lavoro sono moltissime e stanno crescendo in modo esponenziale, questo è documentato dall’analisi fatta dal Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, pubblicata nei giorni scorsi, dalla quale è emerso che le denunce fatte da donne molestate o che hanno subito ricatti sessuali sul posto di lavoro sono state ben 842.000 all’anno 2009.
Le molestie riguardano la gran parte delle donne, ma in particolare quelle che hanno un’età tra i 35 e i 54 anni, che vivono da sole in centri medio - piccoli.
Le donne più colpite dalle molestie sono quelle che lavorano nel settore dei trasporti, della pubblica amministrazione e nella comunicazione.
Molte di queste donne subiscono ricatti sulla carriera, minacce di mancate promozioni (o promesse di promozioni), minacce di trasferimento o di declassamento del loro ruolo lavorativo all’interno dell’azienda.
Ben il 57% delle donne molestate negli uffici ha deciso di cambiare il posto di lavoro onde evitare che queste molestie continuino.
È arrivato il momento in cui i “maschietti” devono darsi una regolata perché questa situazione non può continuare e bene fanno le donne che denunciano i loro persecutori.
È opportuno che il cosiddetto sesso forte (ma che in questi casi dimostra solo di essere un sesso idiota) sappia che il reato di molestie è un reato punito pesantemente dalla legge penale per cui rischiano di passare qualche tempo negli alberghi dello Stato denominati carceri, dove avranno l’attenzione di altri maschietti …. che faranno passare loro ogni desiderio di molestare altri.

giovedì 29 novembre 2012

Tutti uguali

La Camera ha dato il via libera alla norma che parifica i diritti dei figli naturali ed illegittimi a quelli legittimi, cioè quelli nati all’interno del matrimonio.
Fino a ieri vi era una discriminazione tra i figli nati al di fuori del matrimonio, che rappresentano il 20% del totale, rispetto a quelli nati da coppie sposate.
Finalmente sono state cancellate delle norme che erano, a dir poco, odiose e fondate su una discriminazione che era un retaggio del 1800.
In conseguenza di questa Legge si creeranno dei rapporti di parentela tra il figlio (che fino a ieri era denominato “naturale”) e la famiglia del genitore, anche se quest’ultimo è sposato con altra persona.
Il figlio “naturale” potrà essere riconosciuto, sia congiuntamente che separatamente, da chi lo ha procreato e sotto il profilo ereditario sarà equiparato agli altri eredi.
L’UDC, tramite i bacchettoni Binetti e Buttiglione, hanno cercato fino all’ultimo di ostacolare questa legge ma non ci sono riusciti.
Da ultimo avevano sollevato il problema dei figli incestuosi, quasi a sostenere che questi ultimi sono in grande numero, mentre è vero l’esatto contrario.
Un figlio è un figlio, indipendentemente che nasca all’interno o fuori del matrimonio, come un dice un vecchio detto, le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli.
Finalmente giustizia è stata fatta!

martedì 20 novembre 2012

Varese sorpassa di nuovo Busto nel numero di abitanti.

Dai dati dell’ultimo censimento sembra che Varese abbia sorpassato per ben 50 abitanti circa quelli residenti a Busto e questo ha rappresentato per il capoluogo un elemento di grande orgoglio!
Riteniamo che di positivo non c’è nulla in quanto sia Varese che Busto hanno ridotto gli abitanti sotto la quota di 80.000 raggiunta in precedenza, il che significa che la natalità è bassa, che le due città sono meno appetibili, rispetto ad altre, per chi vuole cambiare casa e qui non ci riferiamo solo agli extracomunitari, ma anche a chi, per ragioni di lavoro o quant’altro, desidera spostare la residenza da una città all’altra
L’importanza di una città non si ha solo dal numero degli abitanti, anche se questo è importante.
Quello che qualifica una città e la fa primeggiare rispetto alle altre è ben altro e ci riferiamo alle infrastrutture e ai servizi messi a disposizione dei cittadini e degli operatori economici; una città deve essere vivibile per attrarre soggetti che desiderano trasferirvi la propria residenza o la propria attività.
Varese, la città giardino, ha sicuramente delle attrattive maggiori rispetto a Busto in quanto a Varese vi è molto verde, anche se negli ultimi decenni molte ville con parco sono state trasformate in condomini, ma la sua posizione geografica con il magnifico Sacro Monte, ne fanno sicuramente un gioiello.
Tutto questo non è presente a Busto che si trova in una situazione di inferiorità sotto il profilo di una prospettiva di vivibilità migliore rispetto a Varese, anche sotto il solo profilo del verde.
Quando Busto ha visto aumentare i propri abitanti?
L’incremento vi è stato negli anni ’50 – ’60 a un ritmo elevato, che ha portato la città a quasi triplicare nel giro di alcuni decenni il numero dei propri abitanti e ciò è successo quando Busto offriva un posto di lavoro sicuro, una casa, un’ospitalità aperta.
Gli immigrati hanno sempre trovato un’accoglienza diversa rispetto ad altre città, dove erano guardati con sospetto; a Busto per decenni sono stati considerati come persone che aiutavano la città a crescere economicamente; questo, purtroppo, negli ultimi anni non avviene più in quanto, la mentalità si è purtroppo chiusa e si ha una paura nei confronti del nuovo che avanza, nei confronti di chi arriva da “fuori”, che sembra venire a “portare via qualcosa” che spetta di diritto, come ad esempio il posto di lavoro.
Anche sotto questo profilo vi è differenza tra le due città, in quanto il numero degli immigrati a Busto è minore rispetto a Varese.
L’importanza della città è data anche dalla sua valenza politica.
Dal dopoguerra fino ai primi anni ’90, Busto era rappresentata in Parlamento da un paio di deputati e da un senatore; ultimamente vi è un solo rappresentante alla Camera.
Questo significa una sicura minor attenzione per il nostro territorio che comunque è abbandonato anche da chi lo rappresenta in quanto, non essendo più eletti direttamente dai cittadini con le preferenze, i parlamentari non hanno più bisogno di “coccolare” il proprio elettore, standogli vicino, facendosi portatore delle sue esigenze, girando il territorio.
Chi non ricorda i deputati degli anni ’80 che avevano un collegio che partiva da Busto e finiva a Sondrio, che il sabato e la domenica come delle trottole giravano in lungo e in largo per questo territorio per farsi vedere, partecipando alle riunioni, incontrando gli’elettori che chiedevano conto del loro operato a Roma.
Oggi l’elettore non ha più alcuna possibilità in quanto, con l’attuale legge elettorale, i parlamentari sono “indicati” dai maggiorenti del Partito e spesso l’indicazione è frutto solo dell’amicizia personale e non dalla capacità o dalla rappresentanza territoriale.
Se Busto vuole primeggiare ha un solo mezzo che è quello di riconquistare l’autorevolezza che ha perso nel corso degli ultimi due decenni.
Lo abbiamo scritto più volte da queste colonne, Busto fino alla fine degli anni ’80 era chiamata il Faro dell’Alto Milanese; oggi purtroppo di questo faro non è rimasto neppure un lumicino che faccia vedere che Busto è più autorevole rispetto ad altre realtà socio-economiche della zona.
È inutile gridare ai quattro venti “Büsti grandi” o affermare che “Busto è la capitale”: si tratta di frasi scritte sul ghiaccio il mese di agosto.
Busto deve riprendersi la sua vocazione industriale che ha perso nel corso degli anni in conseguenza anche del cambio generazionale che spesso ha visto salire al comando delle aziende i nipoti di grandi imprenditori, che però non avevano alcuna capacità e che hanno portato le aziende ereditate al fallimento. I casi si possono contare a decine!
L’imprenditoria di Busto, i suoi industriali, i suoi artigiani, i suoi commercianti, e perché no, i suoi professionisti, devono rimboccarsi le maniche per far rinascere economicamente Busto perché se la città cresce sotto questo profilo avrà maggiori risorse e con maggiori risorse potrà dotarsi di maggiori infrastrutture ed offrire maggiori servizi ai propri cittadini e a chi vuole venire a vivere nella nostra città.
Diversamente saremo considerati una Cenerentola, che non viene invitata neppure al tavolo di Malpensa, come è successo recentemente.
I nostri politici devono darsi una sveglia, devono ricordare il passato ma solo per gettare le basi per il futuro, perché è un errore pensare continuamente al passato in quanto in questo modo ci si appiattisce su cose che difficilmente si verificheranno ancora, ma sicuramente il passato è maestro di insegnamento per tutto quello che possiamo fare per il futuro.
Tutto ciò che i Bustocchi e Bustesi faranno, iniziando nuovamente a operare, riscoprendo la volontà di voler primeggiare, che è sempre stata insita in loro, si potrà pensare che Busto possa recuperare la sua autorevolezza ritornando ad essere il Faro dell’Alto Milanese.
Diversamente Busto sarà destinata ad un letargo eterno che la porterà a consumarsi di anno in anno e questo non è quello che vogliono i Bustocchi, che amano la loro città, la vogliono vedere florida ed accogliente, su questo punto la classe politica può fare, anzi deve fare molto.
(Da L'Informazione 2012)

sabato 17 novembre 2012

Un anno dopo

Un anno fa Monti riceveva l’incarico di formare un governo tecnico, con il compito di salvare l’Italia dal fallimento.
Tale incarico ha rappresentato le sconfitta della politica, o meglio è stato la dimostrazione che chi aveva governato l’Italia fino a quel momento aveva fallito completamente.
Era un momento tragico, non c’erano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre ai dipendenti statali, l’Italia era irrisa da tutti gli altri capi di Stato, i nostri titoli di Stato stavano diventando spazzatura.
Monti, che fino al giorno prima aveva fatto ben altro che governare una Nazione, aveva accettato l’incarico ben sapendo che il suo predecessore gli aveva lasciato anche del “lavoro sporco” da fare, quale la riforma delle pensioni e del lavoro, si è rimboccato le maniche, ha fatto delle riforme (criticabili, ma almeno le ha fatte), ha ridato credibilità internazionale all’Italia, ha salvato i risparmi che gli Italiani avevano investito in BOT e BTP.
Lo avevano sopranominato “super Mario”, ma Monti è una persona normale e i miracoli purtroppo non li sa fare!
Ieri è tornato da un soggiorno africano presso l’amico Briatore, il Cavaliere che ha iniziato a spalare fango (per non dire altro) contro Monti: l’Italia è al disastro, siamo succubi della Germania, l’IMU va eliminata ect.
Il Cavaliere, anziché vivere a pane, anzi a caviale e cerone, continuare a farsi dipingere i capelli in testa e rifarsi il lifting (forse dovrebbe cambiare anche il suo chirurgo estetico visti i risultati), dovrebbe fare una cura per farsi ritornare la memoria e ricordarsi come aveva conciato l’Italia e in che stato l’aveva lasciata un anno fa!

giovedì 15 novembre 2012

Io mi dimetto, forse, anzi no!

La Polverini, governatore del Lazio, dopo i “problemi” creati da Fiorito and company, aveva detto indignata: “tutti a casa, compresa la sottoscritta in quanto bisogna fare pulizia”.
Ebbene “il tutti a casa” forse ha riguardato qualcun altro, ma la Polverini è tuttora comodamente seduta sulla sua poltrona.
È intervenuto il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che, con un provvedimento recentissimo, le ha ordinato di indire immediatamente le elezioni, precisando che diversamente sarebbero state indette direttamente dal Ministero dell’Interno.
L’atteggiamento tenuto dalla Polverini è non solo immorale, ma anche antigiuridico e bisognerebbe verificare se non vi sia la commissione di qualche reato, quali l’abuso d’ufficio o l’omissione di un atto dovuto.
È assurdo lasciare una regione importante come il Lazio priva di governo solo per guadagnare qualche giorno in più, nella speranza che la gente si dimentichi di quanto è successo, delle ruberie e delle malversazioni che sono state commesse, e voti ancora il PdL.
Ora vedremo se il braccio di ferro tra la Polverini e il TAR del Lazio si concluderà con una resa della prima oppure se dovrà intervenire il Ministero.
Speriamo solo che la legge sia ripristinata.

lunedì 12 novembre 2012

Ho tradito mia moglie e mi dimetto dalla CIA

Con questa la dichiarazione David Howell Petraeus si è dimesso da capo della CIA, la maggiore agenzia di investigazione degli Stati Uniti e quindi del mondo.
In Italia non ci si dimette neppure se si ammazza la moglie!
Questa è una lezione che dovrebbero imparare i nostri politici che sono abituati a commettere le azioni più riprovevoli e, dopo aver alzato le spallucce, fanno finta che nulla è successo.
Probabilmente Petraeus, se avesse fatto quello che ha fatto quel signore che aveva chiamato la Questura affermando che aveva messo in guardina la nipote di Mubarak, avrebbe fatto karakiri.
Ebbene no: in Italia si viene santificati.
Non si tratta di essere cattolici o atei, si tratta solo di rispettare la dignità delle persone e quindi avere dignità anche per se stessi.
Ma forse la dignità viene misurata con un metro che cambia a seconda delle persone.

mercoledì 7 novembre 2012

Obama ha vinto: viva Obama!

La vittoria di Obama alle elezioni che si sono svoltesi ieri negli Stati Uniti è stata piena.
Il Presidente degli Stati Uniti ha dimostrato di avere una capacità di catalizzare il consenso degli elettori estremamente ampia.
I suoi elettori sono di tutte le classi sociali, e di tutti gli ambienti, non vi è distinzione tra il colore della pelle, la religione, il censo, la ricchezza: Obama è il Presidente di tutti gli Statunitensi, nessuno escluso.
Il suo modo affabile di rivolgersi ai cittadini, le sue decisione assunte anche in contrasto con il suo Partito, hanno dimostrato la sua vera capacità di essere statista che “pensa alle future generazioni e non al voto contingente”.
L’aver affrontato il tema spinoso dell’assistenza sanitaria per tutti, ha dimostrato che Obama non è un presidente qualsiasi, ma è tra quelli che passerà alla storia.
Nel suo discorso di ringraziamento ai suoi supporter, abbiamo apprezzato tutto, ma in particolare due elementi:
1° il fatto di aver nominato la propria moglie, Michelle, dichiarando che senza di lei egli non sarebbe mai arrivato ad essere Presidente degli Stati Uniti a conferma del famoso principio che dietro ad un grande uomo vi è una grande donna.
2° di aver dichiarato che nei prossimi giorni incontrerà il suo avversario Romney per verificare un percorso da fare assieme, dimostrando di saper oltre che parlare, anche di ascoltare e di capire che nell’avversario non vi sono solo cose negative ma anche elementi positivi.
Questo è essere il Presidente di tutti.
Gli Italiani, e in particolar modo i loro politici, hanno molto da imparare.