sabato 17 novembre 2012

Un anno dopo

Un anno fa Monti riceveva l’incarico di formare un governo tecnico, con il compito di salvare l’Italia dal fallimento.
Tale incarico ha rappresentato le sconfitta della politica, o meglio è stato la dimostrazione che chi aveva governato l’Italia fino a quel momento aveva fallito completamente.
Era un momento tragico, non c’erano i soldi per pagare gli stipendi di dicembre ai dipendenti statali, l’Italia era irrisa da tutti gli altri capi di Stato, i nostri titoli di Stato stavano diventando spazzatura.
Monti, che fino al giorno prima aveva fatto ben altro che governare una Nazione, aveva accettato l’incarico ben sapendo che il suo predecessore gli aveva lasciato anche del “lavoro sporco” da fare, quale la riforma delle pensioni e del lavoro, si è rimboccato le maniche, ha fatto delle riforme (criticabili, ma almeno le ha fatte), ha ridato credibilità internazionale all’Italia, ha salvato i risparmi che gli Italiani avevano investito in BOT e BTP.
Lo avevano sopranominato “super Mario”, ma Monti è una persona normale e i miracoli purtroppo non li sa fare!
Ieri è tornato da un soggiorno africano presso l’amico Briatore, il Cavaliere che ha iniziato a spalare fango (per non dire altro) contro Monti: l’Italia è al disastro, siamo succubi della Germania, l’IMU va eliminata ect.
Il Cavaliere, anziché vivere a pane, anzi a caviale e cerone, continuare a farsi dipingere i capelli in testa e rifarsi il lifting (forse dovrebbe cambiare anche il suo chirurgo estetico visti i risultati), dovrebbe fare una cura per farsi ritornare la memoria e ricordarsi come aveva conciato l’Italia e in che stato l’aveva lasciata un anno fa!

1 commento:

  1. giuseppe de bernardi di valserra18 novembre 2012 alle ore 18:30

    Berlusconi appartiene oramai al passato ed è patetico nelle sue esternazioni. Se poi il suo consulente politico attuale è Briatore si può facilmente capire come ragiona. La nostra reale preoccupazione é nel futuro che non sarà, certamente, Monti che, a mio avviso, ha seguito una via di rigore fiscale che non ha toccato la politica, ma solamente i cittadini e, tra questi, i più poveri.

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