martedì 20 novembre 2012

Varese sorpassa di nuovo Busto nel numero di abitanti.

Dai dati dell’ultimo censimento sembra che Varese abbia sorpassato per ben 50 abitanti circa quelli residenti a Busto e questo ha rappresentato per il capoluogo un elemento di grande orgoglio!
Riteniamo che di positivo non c’è nulla in quanto sia Varese che Busto hanno ridotto gli abitanti sotto la quota di 80.000 raggiunta in precedenza, il che significa che la natalità è bassa, che le due città sono meno appetibili, rispetto ad altre, per chi vuole cambiare casa e qui non ci riferiamo solo agli extracomunitari, ma anche a chi, per ragioni di lavoro o quant’altro, desidera spostare la residenza da una città all’altra
L’importanza di una città non si ha solo dal numero degli abitanti, anche se questo è importante.
Quello che qualifica una città e la fa primeggiare rispetto alle altre è ben altro e ci riferiamo alle infrastrutture e ai servizi messi a disposizione dei cittadini e degli operatori economici; una città deve essere vivibile per attrarre soggetti che desiderano trasferirvi la propria residenza o la propria attività.
Varese, la città giardino, ha sicuramente delle attrattive maggiori rispetto a Busto in quanto a Varese vi è molto verde, anche se negli ultimi decenni molte ville con parco sono state trasformate in condomini, ma la sua posizione geografica con il magnifico Sacro Monte, ne fanno sicuramente un gioiello.
Tutto questo non è presente a Busto che si trova in una situazione di inferiorità sotto il profilo di una prospettiva di vivibilità migliore rispetto a Varese, anche sotto il solo profilo del verde.
Quando Busto ha visto aumentare i propri abitanti?
L’incremento vi è stato negli anni ’50 – ’60 a un ritmo elevato, che ha portato la città a quasi triplicare nel giro di alcuni decenni il numero dei propri abitanti e ciò è successo quando Busto offriva un posto di lavoro sicuro, una casa, un’ospitalità aperta.
Gli immigrati hanno sempre trovato un’accoglienza diversa rispetto ad altre città, dove erano guardati con sospetto; a Busto per decenni sono stati considerati come persone che aiutavano la città a crescere economicamente; questo, purtroppo, negli ultimi anni non avviene più in quanto, la mentalità si è purtroppo chiusa e si ha una paura nei confronti del nuovo che avanza, nei confronti di chi arriva da “fuori”, che sembra venire a “portare via qualcosa” che spetta di diritto, come ad esempio il posto di lavoro.
Anche sotto questo profilo vi è differenza tra le due città, in quanto il numero degli immigrati a Busto è minore rispetto a Varese.
L’importanza della città è data anche dalla sua valenza politica.
Dal dopoguerra fino ai primi anni ’90, Busto era rappresentata in Parlamento da un paio di deputati e da un senatore; ultimamente vi è un solo rappresentante alla Camera.
Questo significa una sicura minor attenzione per il nostro territorio che comunque è abbandonato anche da chi lo rappresenta in quanto, non essendo più eletti direttamente dai cittadini con le preferenze, i parlamentari non hanno più bisogno di “coccolare” il proprio elettore, standogli vicino, facendosi portatore delle sue esigenze, girando il territorio.
Chi non ricorda i deputati degli anni ’80 che avevano un collegio che partiva da Busto e finiva a Sondrio, che il sabato e la domenica come delle trottole giravano in lungo e in largo per questo territorio per farsi vedere, partecipando alle riunioni, incontrando gli’elettori che chiedevano conto del loro operato a Roma.
Oggi l’elettore non ha più alcuna possibilità in quanto, con l’attuale legge elettorale, i parlamentari sono “indicati” dai maggiorenti del Partito e spesso l’indicazione è frutto solo dell’amicizia personale e non dalla capacità o dalla rappresentanza territoriale.
Se Busto vuole primeggiare ha un solo mezzo che è quello di riconquistare l’autorevolezza che ha perso nel corso degli ultimi due decenni.
Lo abbiamo scritto più volte da queste colonne, Busto fino alla fine degli anni ’80 era chiamata il Faro dell’Alto Milanese; oggi purtroppo di questo faro non è rimasto neppure un lumicino che faccia vedere che Busto è più autorevole rispetto ad altre realtà socio-economiche della zona.
È inutile gridare ai quattro venti “Büsti grandi” o affermare che “Busto è la capitale”: si tratta di frasi scritte sul ghiaccio il mese di agosto.
Busto deve riprendersi la sua vocazione industriale che ha perso nel corso degli anni in conseguenza anche del cambio generazionale che spesso ha visto salire al comando delle aziende i nipoti di grandi imprenditori, che però non avevano alcuna capacità e che hanno portato le aziende ereditate al fallimento. I casi si possono contare a decine!
L’imprenditoria di Busto, i suoi industriali, i suoi artigiani, i suoi commercianti, e perché no, i suoi professionisti, devono rimboccarsi le maniche per far rinascere economicamente Busto perché se la città cresce sotto questo profilo avrà maggiori risorse e con maggiori risorse potrà dotarsi di maggiori infrastrutture ed offrire maggiori servizi ai propri cittadini e a chi vuole venire a vivere nella nostra città.
Diversamente saremo considerati una Cenerentola, che non viene invitata neppure al tavolo di Malpensa, come è successo recentemente.
I nostri politici devono darsi una sveglia, devono ricordare il passato ma solo per gettare le basi per il futuro, perché è un errore pensare continuamente al passato in quanto in questo modo ci si appiattisce su cose che difficilmente si verificheranno ancora, ma sicuramente il passato è maestro di insegnamento per tutto quello che possiamo fare per il futuro.
Tutto ciò che i Bustocchi e Bustesi faranno, iniziando nuovamente a operare, riscoprendo la volontà di voler primeggiare, che è sempre stata insita in loro, si potrà pensare che Busto possa recuperare la sua autorevolezza ritornando ad essere il Faro dell’Alto Milanese.
Diversamente Busto sarà destinata ad un letargo eterno che la porterà a consumarsi di anno in anno e questo non è quello che vogliono i Bustocchi, che amano la loro città, la vogliono vedere florida ed accogliente, su questo punto la classe politica può fare, anzi deve fare molto.
(Da L'Informazione 2012)

1 commento:

  1. giustissimo Walter ma abbiamo avuto anche 4 rappresentanti contemporaneamente : Rossi al Senato, Caccia,Cuojati e Pellegatta alla CAmera.

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