sabato 29 giugno 2013

È tornata tra le sue stelle

L'astrofisica Margherita Hack e' morta la notte scorsa all'età 91 anni.
Astrofisica di fama mondiale, la Hack è stata una donna impegnata socialmente, vegetariana da sempre, appassionata animalista: aveva otto gatti e un cane, Toscana Doc e atea convinta.
A Firenze aveva conosciuto il marito Aldo quando avevano, rispettivamente 11 e 13 anni, e al quale è stata vicina per 70 anni.
Margherita amava definirsi “amica delle stelle”, ha trascorso buona parte della sua vita a Trieste, dove ha diretto per oltre 20 anni l'Osservatorio astronomico, portandolo a livello internazionale, ed ha insegnato nell'università dal 1964 al 1992.
Ha avuto incarichi in università straniere, tra cui Berkeley, Princeton, Parigi, Utrecht e Ankara, a 42 anni aveva ottenuto la cattedra di astronomia nell'Istituto di Fisica Teorica all'Università di Trieste, assieme all'incarico all'osservatorio.
Era amata dal grande pubblico e era notissima nel mondo della ricerca dove ha occupato una posizione di primo piano fin dall'inizio della sua lunga carriera.
Sono celebri le sue battute taglienti ed i modi schietti, ma altrettanto celebre è stata la sua grande gentilezza.
Con la sua semplicità ed arguzia ha saputo avvicinare la scienza al grande pubblico negli numerosi incontri, in rassegne, festival, in teatri e auditorium, nelle partecipazioni televisive.
I suoi amori, oltre al cane e ai gatti, erano i libri (possedeva una immensa biblioteca di 24 mila libri.) e la bicicletta.
Come non ricordare la polemica che ci fu nell'aprile 2012 quando un medico triestino si rifiutò di rilasciarle il certificato di abilitazione di rinnovo della patente; Lei parlò di pregiudizi e cominciò una battaglia personale per continuare a guidare la sua Panda.
Non ha mai avuto paura, nemmeno negli ultimi giorni: "quando ci sono io non c'é la morte - le piaceva ripetere - e quando c'é la morte non ci sarò io".
Donne e uomini di questo calibro morale, sociale e scientifico ne nascono pochi; tutti noi abbiamo molto da imparare da Margherita che ora ci guarda da una delle tante stelle che Lei amava ammirare ogni notte dal suo osservatorio e con le quali amava dialogare del futuro del mondo.



venerdì 28 giugno 2013

È una presa in giro.

Il Governo ha deciso di rinviare l’aumento dell’I.V.A..
Indubbiamente si tratta di una bella notizia in quanto un 1% di aumento su tutti i prodotti che andiamo ad acquistare è sicuramente un importo che, alla fine dell’anno, incide sul portafoglio di tutti.
Ma se questo 1% anziché chiamarsi aumento I.V.A. si chiama aumento delle marche, piuttosto che aumento di qualcos’altro, allora ci sembra veramente che veniamo presi in giro tutti.
Ancora una volta il Governo non ha avuto la capacità di tagliare le spese ma, come sempre, si rivolge a quelle che sono le modalità più semplici: nel decreto “del fare” si sono aumentate le accise sulla benzina per 90 milioni all’anno, oggi si aumenta il prezzo delle sigarette (quelle elettroniche che prima erano esenti da tassazione) e delle marche.
In questo modo ad esempio la giustizia verrà a costare di più e, quindi, i cittadini si troveranno a spendere più soldi per ottenere il rispetto dei propri diritti.
Se poi pensiamo che nella gran parte degli Stati la giustizia è totalmente gratuita ed è molto più efficiente che in Italia, viene un po’ di rabbia.
Si potrebbe definire l’aumento delle marche giudiziarie come un premio all’inefficienza dello Stato.





mercoledì 26 giugno 2013

A VOLTE I GENITORI ESAGERANO

E’ di questi giorni la notizia di una Signora, madre di una figlia di diciotto anni, che è andata a sostenere l’esame di inglese al posto della figlia.
Questa Signora, di 54 anni, sapendo che la figlia non era preparata, ha pensato bene di sostituirsi alla stessa: è stata subito beccata; come potesse pensare questa Signora di poter essere scambiata per una diciottenne, non riusciamo ad immaginarlo.
Il tutto fortunatamente è accaduto in Francia e non in Italia anche se riteniamo che di genitori disposti a fare cose di questo genere probabilmente ce ne sia anche da noi più di uno.
L’unica spiegazione che possiamo darci per giustificare questo fatto, è il desiderio di questa Signora di farsi passare per una diciottenne. ma purtroppo per lei è stato sufficiente uno sguardo sul libretto per accorgersi della diversità di età.
In questo modo questa Signora ha ottenuto una due ottimi risultati:

1) ora è imputata per il reato di sostituzione di persona e tentata truffa;
2) la figlia è “sputtanata” a vita.

Complimenti a questa madre che non ha capito che essere genitori vuol dire anche far studiare i figli e farli riuscire sulla base delle loro capacità.

domenica 23 giugno 2013

Non è una sentenza politica!

La sentenza, con la quale la Corte Costituzionale ha respinto il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento dell’ex premier Silvio Berlusconi a comparire nell’udienza del processo Mediaset – del primo marzo 2010 – in quanto impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri non programmato, è stata definita dai suoi adepti “una sentenza politica”.
Chi fa simili affermazioni dimostra di essere del tutto ignorante in diritto.
La Corte Costituzionale non da giudizi ma verifica se i giudici hanno rispettato nei loro provvedimenti rispetto della nostra Costituzione sulla base degli atti che vengono consegnati.
I difensori di Berlusconi avevano eccepito, nel processo Mediaset, un legittimo impedimento del Premier, ma il Giudice non lo aveva ritenuto tale anche perché, in modo ovviamente del tutto casuale, il Cavaliere ad ogni udienza aveva un legittimo impedimento istituzionale: quando uno è Presidente del Consiglio e fissa direttamente le riunioni alle quali deve partecipare, diventa anche facile fissare questi impegni in concomitanza con le udienze e a questo punto i processi non finirebbero mai.
Ma quello che ci lascia più perplessi sono le affermazioni fatte dai difensori del Cavaliere a seconda del processo che hanno di fronte: nel processo Ruby affermano che si vuole fare il processo velocemente quando in Italia invece i processi durano una vita; nel processo Mediaset perché puntano la prescrizione del reato, facendo durare il processo all’infinito.
Il problema è dato dal fatto che nel processo Ruby Berlusconi non era più Premier per cui non aveva più legittimi impedimenti da opporre!

mercoledì 19 giugno 2013

Busto con due “mostri” …mostra un biglietto da visita negativo

Nella Costituzione degli Stati Uniti D’America è sancito un principio fondamentale che è quello relativo al “diritto alla felicità”.
Si tratta di un principio che dovrebbe essere previsto in tutte le Costituzioni in quanto per qualsiasi persona raggiungere la felicità rappresenta il massimo delle proprie aspirazioni.
Ma assieme alla felicità vi deve essere un altro diritto che deve essere tenuto presente, che è il diritto “alla bellezza”, in quanto se una persona vive in un ambiente bello, questo contribuisce ad aumentare il suo stato di felicità.
Ebbene questi due principi, che sembrano essere semplici, sono invece difficili da realizzare, anzi sembra che la loro realizzazione sia quasi impossibile e di ciò si hanno numerose dimostrazioni.
Vogliamo qui esaminare il problema della bellezza, andando direttamente nel cuore del problema citando la nostra città: Busto Arsizio.
Come può pensare Busto di essere considerata “sinonimo di bellezza” quando nei suoi punti nevralcici vi sono emblemi di una bruttezza cruda ed assurda?
Ed arriviamo al cuore del problema, e facciamo riferimento ai due mostri esistenti in prossimità dell’Ospedale: lo scheletro del palazzo che da oltre vent’anni è in bella mostra prima dei 5 Ponti dopo l’Ospedale e l’altro scheletro di immobile posto a fianco del pronto soccorso dell’Ospedale stesso.
In entrambi i casi vi è chi ha investito milioni di euro per delle costruzioni, per poi lasciarle “marcire” senza ultimarle.
Da anni chiediamo che l’Amministrazione comunale intervenga seriamente su queste situazioni, intimando ai proprietari di procedere alla ultimazione delle costruzioni o, se le stesse sono abusive o è impossibile intervenire, di dare corso alla loro demolizione.
Non sappiamo per quale motivo i due mostri resistono da anni quasi a diventare dei monumenti lasciati a ricordo della inefficienza del pubblico a far rispettare le norme e della incapacità del privato che investe dei denari per poi perderli.
Lo scheletro vicino ai 5 Ponti rappresenta un elemento, oltre che essere di disturbo “visivo”, anche di pericolosità intrinseca.
Siamo sicuri che tale immobile non venga utilizzato da poveri diseredati per passarvi la notte? Siamo sicuri che l’immobile non sia accessibile ai ragazzi che, volendo giocare all’interno, rischiano la vita camminando su solette che, per le continue infiltrazioni d’acqua piovana che vi sono state nel corso degli anni, hanno reso le strutture più deboli e rischiano di collassare in ogni momento? E se succede qualche evento nefasto chi risarcirà i danni?
Lo stesso discorso vale anche per la struttura a fianco del Pronto soccorso che presenta gli stessi inconvenienti del mostro dei 5 Ponti.
Quello che si chiede è che qualcuno finalmente prenda a cuore questi problemi e cerchi di arrivare ad una soluzione, qualunque essa sia, l’importante è che finalmente vengano eliminate queste brutture.
Dobbiamo tenere presente che tali edifici si trovano in vicinanza dell’Ospedale e dei 5 Ponti che solo la porta di ingresso e il biglietto da visita della nostra città, e sono visti da centinaia di persone tutti i giorni, e quelle persone cosa potranno dire della nostra città?
Ritornando al tema iniziale della felicità e della bellezza, riteniamo che i Bustocchi abbiano il diritto a vedere soddisfatti i due diritti di cui abbiamo sopra parlato e di non dover vivere in una città dove vi sono simili brutture.
Chi ci governa deve avere a cuore la propria città e la sua bellezza, deve avere a cuore il fatto che situazioni come quelle che abbiamo descritto, non hanno diritto di esistere a Busto, eppure così non è!
Nonostante tutti gli interventi che noi e il nostro Direttore abbiamo fatto su questo argomento, non vi è mai stato un assessore o un sindaco che sia intervenuto dicendo che abbiamo ragione e che avrebbe fatto qualcosa per porvi rimedio.
Tutto tace quasi a dimostrazione che la situazione così era, così è e così rimarrà ancora per molti anni.
E allora non rimane altro che sperare che per un fatto strutturale, questi immobili crollino da soli in modo poi di obbligare chi ne ha la responsabilità, ad eliminare le macerie e finalmente si potrà avere una città più bella e accogliibile di quanto lo è ora.
Sappiamo che la nostra è una pura utopia e che anche questa nostra richiesta di aiuto rimarrà inascoltata.
Purtroppo chi ci governa ha altro a cui pensare, le beghe all’interno dei loro partiti e della maggioranza, il desiderio di mantenere la poltrona sulla quale ha incollato il proprio sedere, il pensiero di mantenere lo stipendio, anzi in molti casi l’unico stipendio che percepisce grazie alla politica.
Se così non fosse uno dei primi elementi che potrebbe, anzi che deve essere affrontato, è proprio l’eliminazione di situazioni come quelle che abbiamo oggi ricordato, rendendo la nostra Busto più vivibile di quanto lo sia oggi.
(Da L'Informazione febbraio 2012)

giovedì 13 giugno 2013

Chi ha vinto e chi ha perso

Le elezioni amministrative che si sono svolte nei giorni scorsi hanno confermato un principio che da tempo sostengo: i partiti uni personali, se alle elezioni non si mette in prima fila il leader, perdono!
In queste elezioni Berlusconi si è defilato, è scomparso letteralmente dalla scena politica, non ha sicuramente portato avanti la candidatura di Alemanno quale sindaco di Roma e il risultato lo si è visto: una pesante sconfitta del PDL.
La Lega vive se ed in quanto vi è Bossi: Maroni ha voluto fare il furbo e sta riducendo il movimento leghista in uno sparuto gruppo di persone che si riuniscono vestiti da Celti, con la spada puntata contro il Sud, ma per il resto vi è poco: se manca Bossi la Lega scompare.
Lo stesso principio vale anche per Grillo: Grillo è stato presente ma ha sbagliato completamente campagna elettorale dimenticando un principio sacrosanto: gli italiani non hanno molta pazienza e non amano sentirsi dire sempre le stesse cose.
I discorsi da dittatore portati avanti da Grillo che ce l’ha col mondo intero ha scocciato la gente.
Inoltre il fatto che i grillini siano andati in Parlamento per fare solo le belle statuine non è stato apprezzato dagli elettori, che da loro si aspettavano la rivoluzione!.
Da ultimo le manfrine sulla riduzione del loro emolumento è stata la ciliegina sulla torta: i grillini erano stati eletti per “demolire il sistema” così come aveva fatto la lega di Bossi e Forza Italia con Berlusconi, ma una volta entrati nel meccanismo istituzionale, si sono fatti massacrare dagli ingranaggi del meccanismo.
Il risultato è che i partiti, che non vivono grazie ad un solo personaggio, hanno vinto le elezioni.