mercoledì 30 giugno 2010

Quando il gatto non c’è, i topi ballano: mentre Berlusconi è all’estero Bossi detta legge!

Il Presidente del Consiglio sta continuando il suo viaggio in America, prima in Canada assieme ai grandi della Terra per il G8 e il G20, in queste ore in Brasile col Presidente Lula e dal Brasile il Cavaliere afferma che la manovra finanziaria è blindata e che l’unica cosa che si potrà fare sarà quello di discuterne, ma nulla potrà essere modificato indipendentemente dal fatto che le regioni alzino la voce.
Il Cavaliere è sicuro che le regioni che fanno a capo al PDL abbasseranno la testa e accetteranno supinamente i tagli fatti da Tremonti nei loro confronti.
Bossi nel frattempo continua come sempre a fare pura opposizione, ha capito che aria tira e da Roma (non dalla Padania….!) afferma che la manovra non va bene e che quando il Presidente Berlusconi tornerà in Italia “gliene parlerà personalmente” e la manovra sarà modificata.
Nel frattempo Tremonti fa il sornione, sta zitto e attende gli eventi.
Quale sarà il futuro delle regioni, province e comuni? Continueranno a piangere, pensando a nuove tasse a carico dei cittadini per ripianare i bilanci?
Quale sarà il risultato di tutto questo frastuono? In passato avrebbe scritto: tanto rumore per nulla!

sabato 26 giugno 2010

A proposito di TARSU: ridefinire le aree da tassare.

Un argomento che da alcune settimane sta sollecitando l’interesse dei Bustocchi è la verifica della TARSU per la quale l’Amministrazione Comunale ha incaricato una società esterna, alla quale è stato dato il compito di verificare la corrispondenza delle metrature denunciate rispetto a quelle effettive. Si tratta di un’azione più che legittima, per cui sull’argomento non intendiamo spendere altre parole.
Quello che ci interessa è il servizio reso ai cittadini a fronte al pagamento di somme che sono tutt’altro che lievi; e per cittadino non intendiamo solo il privato, ma anche il commerciante, l’artigiano, il libero professionista, l’imprenditore, che hanno ragione di reclamare perché per la raccolta rifiuti devono pagare somme che, con l’attuale crisi, pesano fortemente e questo significa mettere le mani in tutte le tasche dei cittadini.

venerdì 25 giugno 2010

Le bugie hanno le gambe corte e si chiamano “tax service”

Durante la campagna elettorale del 2008 il Cavaliere aveva promesso che l’ICI sulla prima casa non sarebbe stata più pagata.
Era una promessa inutile perché in tutti i Comuni vi era l’esenzione per la prima casa, per cui gli Italiani da tempo non pagavano nulla o quasi per l’Ici. Tutti hanno creduto alla promessa e hanno continuato contenti a non pagare una tassa che già non pagavano, ma nel frattempo hanno votato il Cavaliere.
Ora il Governo Berlusconi, sta approvando una nuova tassa denominata “tax service”, alla faccia dei leghisti che vogliono che tutto sia scritto in dialetto.
Questa nuova tassa graverà sui possessori di immobili, e sarà di “un’aliquota sul possesso della casa calcolata sul valore catastale dell’immobile stesso”.
Sembra che forse non sarà calcolata sulla prima casa ma sugli altri immobili, dove già si paga l’ICI, per cui chi ha più di un immobile si troverà a pagare una tassa in più rispetto all’ICI; non solo, quando vorrà vendere la seconda casa dovrà pagare anche un’addizionale che ricorda la vecchia INVIM.
Ma non avevano detto che non vi sarebbero state nuove tassa e che la pressione fiscale sarebbe diminuita? Però in parte il Cavaliere ha ragione: questa nuova tassa non sarà applicata dallo Stato, ma dai Comuni!
Ancora una volta gli italiani hanno creduto alle barzellette e se continua così non dovranno più mettersi le mani in tasca perché saranno vuote, non dovranno più aprire il portafoglio perché sarà pieno di ragnatele, ma dovranno rivolgersi alla banca per farsi fare un prestito per pagare anche questa tax service.
Cambia il nome ma la sostanza è sempre la stessa: i nostri nonni dicevano “se non è zuppa, è pan bagnato”.

mercoledì 23 giugno 2010

L’Italia si è comprata la partita con la Slovacchia

Bossi è tornato alla carica con il suo odio nei confronti dell’Italia e con il desiderio di screditarla a tutti i livelli e in tutti i settori.
Una simile affermazione è offensiva non solo per i giocatori e l’allenatore, ma per tutti gli italiani che amano la Nazionale.
Domani vi saranno poche decine di italiani che forse tiferanno perché l’Italia perda: nel frattempo però sono in Parlamento a Roma e grazie all’Italia si portano a casa € 15.000 mensili.
Le sue scuse sono tardive in quanto prima di parlare si deve pensare alle conseguenze di quello che si dice.
Bossi anziché pensare al calcio, di cui sicuramente capisce poco, farebbe meglio dire che cosa ha fatto da quando è ministro.
Gli italiani dovrebbero chiedersi, ma in particolar modo i leghisti, quali sono le riforme che ha portato avanti Bossi. Ne ha portate avanti talmente tante che il suo amico Berlusconi ha dovuto nominare un ministro per il federalismo a dimostrazione che di lavoro non ne sta assolutamente facendo.
Intanto però lo stipendio da ministro se lo porta a casa alla faccia dei Padani, dei Lombardi e dei Leghisti, e lo stipendio lo paghiamo tutti noi Italiani.

Bossi e i 10 milioni di combattenti per la Padania.

Il Senatur è scatenato. Ormai è lui che detta la linea politica della destra in Italia e l’unico che lo contrasta è Fini.
L’ultima uscita è quella dei “10 milioni di padani disposti a combattere per la loro indipendenza”, augurandoci che Bossi chieda ai suoi padani di combattere solo politicamente.
L’uscita delle 300.00 doppiette ce la ricordiamo tutti: fortunatamente per Bossi vale il famoso principio “can che abbaia non morde”, tanti slogan e frasi urlate, gente che applaude ma alla fine di risultati pochi o niente.
Il leghista puro e duro dovrebbe fare una meditazione: dal 1997 quando la Lega ha iniziato a farsi conoscere cosa è cambiato a Busto piuttosto che a Varese o nel Bergamasco? La Lega è riuscita a far ridurre le tasse? Il famoso federalismo fiscale che benefici ha portato?
La risposta può essere solo una: tante promesse ma niente di realizzato.
Gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti che lavorano al Nord continuano ad essere “oppressi” come lo erano 20 anni fa, nulla è cambiato, anzi parecchie cose sono anche peggiorate.
La Lega continua a parlare di federalismo ma si è mai chiesta che cosa è il federalismo? Certamente il federalismo non è una volta si approva quello fiscale, poi si rimanda per il federalismo amministrativo e poi si rimanda ancora per il federalismo scolastico e così avanti.
Di federalismo ve ne è uno solo, e non centomila. Il federalismo non è uno slogan ma è un preciso concetto politico che bisogna conoscere: non basta citare Carlo Cattaneo, si devono conoscere i suoi scritti!

sabato 19 giugno 2010

Farioli: il Sindaco delle buche.

Problema irrisolto e strade cittadine pietosamente trascurate
Il rigido inverno, con le copiose nevicate e piogge che vi sono state nei mesi scorsi, hanno reso gran parte delle strade di Busto un colabrodo, sono piene di buche, crepe, fessurazioni e sollevamento d’asfalto.
Quelle dove non si sono verificati questi fenomeni, dovuti al gelo e alla pioggia, si trovavano da tempo in uno stato disastroso per la loro vetustà.
Lo scorso anno sono state asfaltate alcune strade, ma tutte le altre sono in una situazione che a definire pietosa, è dir poco.
Vi sono vie che da tempo non vedono un intervento come ad esempio Via Pozzi e San Michele: percorrere queste strade in bicicletta o in moto è un calvario. Se uno dovesse tenere sulla propria bici della panna, al termine del via si troverebbe della bella panna montata tanti sono i sobbalzi a cui si è sottoposti.

giovedì 17 giugno 2010

A Busto il Pdl fa la voce grossa e la Lega se ne infischia!

Il Dott. Antonelli, responsabile del Pdl, replica a muso duro alle affermazioni del segretario della Lega Rudoni tacciandolo di “credere di essere ancora a Vanzaghello, e non sa neppure dove sono le strade di Busto”.
Lo scontro frontale Pdl – Lega per le rotonde previste nel Piano Urbano del Traffico (PUT), che qualche ben pensante aveva proposto di costruire nel bellissimo viale alberato che attraversa Busto e che è invidiato da tutti; la mente che ha elucubrato una simile proposta deve essere subito fermata e bene ha fatto la Lega ad opporsi.
Da quando la Lega è approdata a Busto, è la prima volta che diamo ragione ad una sua iniziativa. Questo ci pesa, ma siamo contenti di farlo perché un obbrobrio è stato evitato.
Dalle interviste rilasciate da Antonelli e Rudoni chiunque trarrebbe la conclusione che la Lega è un’avversaria politica del Pdl, mentre sono alleati.
Le accuse tra il segretario del Pdl e “il giovane segretario padano” sono di notevole asprezza.
Il Pdl ricorda “alla Lega i soldi spesi per il Calzaturificio Borri, acquisito senza un progetto, una destinazione, che ora rischia di costare di più per la ristrutturazione” e sostiene che la Lega sarebbe in perenne campagna elettorale e continua a fare il bastian contrario. La Lega risponde per le rime, non si presenta in consiglio comunale, va contro la sua maggioranza sull’ACCAM e chi più ne ha ne metta.
Due coniugi che si stanno separando sono molto più amichevoli rispetto al Pdl e alla Lega. Ma i Bustocchi non si devono preoccupare: fra qualche mese vi sarà una cena ad Arcore, il Cavaliere e il Senatur decideranno le sorti di Busto e tutti, il segretario del Pdl e della Lega, come delle belle pecorelle obbediranno.

venerdì 11 giugno 2010

Finanziaria: Colpo di grazia al decentramento locale

Da giorni non si fa altro che parlare della manovra finanziaria di 24 miliardi di Euro (48.000 miliardi di vecchie Lire) che il governo ha varato per “sistemare i conti pubblici”, che improvvisamente si sono rivelati disastrosi
Ciò che desideriamo esaminare non è certamente la manovra, ma solo quella parte che prevede la riduzione di circa tre miliardi e mezzo di Euro destinati ai Comuni e di quasi sette miliardi di Euro destinati alle Regioni.
Complessivamente gli Enti locali avranno a disposizione rispetto agli anni precedenti ben dieci miliardi di Euro in meno di risorse, che rappresenta una somma enorme.
Ci chiediamo come faranno i Comuni, compreso quello di Busto, a far quadrare i conti.

sabato 5 giugno 2010

Bossi e la guerra di Brancaleone

“Se toccano Bergamo sarà guerra civile!”.

Questa è la dichiarazione “politica” fatta da Bossi quando ha saputo che il Governo (del quale dovrebbe far parte..) con la manovra finanziaria proposta dai Suoi amici intimi Tremonti e Berlusconi aveva in mente di eliminare alcune provincie tra le anche Bergamo.
A parte il fatto che l’Onorevole Bossi di tanto in tanto ha il vizio di evocare l’uso delle armi come le famose “200.000 doppiette” pronte ad intervenire di qualche anno fa, affermazioni che ovviamente sono immediatamente sminuite da Berlusconi che le butta sul ridere, il dato politico che emerge è che Bossi e la Lega avevano dato l’assenso preventivo alla manovra finanziaria senza averla neppure lettera, se lo avessero fatto si sarebbero subito opposti e la proposta non sarebbe neppure apparsa sulla stampa.
In ogni caso il problema delle picco Provincie esiste e deve essere affrontato!
Premesso che siamo sempre stati fautori dell’ente Provincia, questa volta (ed è una delle rare volte) siamo d’accordo con Tremonti in merito al fatto che le Provincie con pochi abitanti non hanno ragione di esistere in quanto rappresentano solo un duplicarsi di competenze e di costi.
Non per niente quando noi avevamo proposto la Provincia dell’Alto Milanese aveva previsto che questa Provincia avesse circa 400.000 abitanti.
Tornando alla “minaccia” di Bossi, come sempre è stato immediatamente accontentato e la proposta di abolizione delle Provincie è stata annullata: tanto rumore per nulla.
Bossi l’ha spuntata ancora una volta, come sempre con slogan che mascherano minacce o minacce che mascherano slogan, è lui che ha la regia del nostro paese e quello che lui chiede Berlusconi gli da.

venerdì 4 giugno 2010

Perchè Busto, Gallarate e Legnano non integrano il servizio di trasporto pubblico?

In questi ultimi giorni è ritornato all’onore delle cronache il problema dei trasporti, o meglio l’efficienza del trasporto passeggeri su ferro.
Dopo aver studiato e ristudiato il problema, si è scoperto che nel 1975 il tempo necessario per andare da Busto a Milano in treno era minore rispetto a quello che si impiega nel 2010!
Di questo ne siamo testimoni oculari in quanto all’epoca frequentavamo gli ultimi giorni di università e quotidianamente ci recavamo alla vecchia stazione delle Nord e prendevamo il mitico treno delle “7.37” diretto a Milano - Cadorna e questo treno (vecchi vagoni con i sedili in legno, con passeggeri che fumavano come turchi, con un freddo glaciale in inverno e caldo infernale in estate), aveva una dote essenziale: era
puntuale.