giovedì 24 gennaio 2013

Il celodurismo paga

Ve lo ricordate il Sindaco Oscar Lancini di Adro, che aveva messo il simbolo della Lega sul tetto della scuola, nei bagni, sui banchi ect?
Poi è passato agli onori della cronaca perché aveva affermato: “chi non è in grado di pagare la mensa non ha diritto di mangiare anche se è un bambino.”.
Conseguentemente ben 24 bambini che frequentano le scuole del paese si sono trovati a vedere i propri amichetti pranzare, mentre loro devono tirare la cinghia.
Fortunatamente è intervenuto un buon samaritano che si è impegnato a ripianare il debito delle famiglie morose permettendo a questi bambini di mangiare come i loro compagni di banco.
Ma l’importante era dimostrare che il celodurismo leghista funziona.
Si è poi tra bambini vi era un extracomunitario, sicuramente in Giunta avranno brindato.
Ebbene queste prese di posizione hanno pagato perché il sindaco è stato nominato dal nostro Presidente della Repubblica lo ha nominato Cavaliere della Repubblica; non solo ora il nostro Sindaco ora è stato candidato dalla Lega al Senato.
Tutto questo dimostra quanta sensibilità abbiano certi partiti di fronte alle tragedie delle persone.
Ma il problema è un altro: alle prossime elezioni in quel paesino la Lega vincerà ancora mambassa?
Se questo dovesse succedere allora dovremo dire che i cittadini si meritano il Sindaco che hanno!





sabato 19 gennaio 2013

Volontariato e Cassa Integrazione

In un momento storico in cui la crisi economica la fa da padrona, le risorse sono sempre meno e si è in presenza di una crescita esponenziale delle nuove povertà e dei bisogni dei cittadini, il che rende sempre più difficile dare un aiuto economico ai soggetti più deboli.
Un modo di intervento è quello di dare maggiori servizi tramite persone che possono dedicare il proprio tempo a chi ne ha bisogno.
La crisi sta creando una diminuzione di lavoro e, conseguentemente, il numero delle persone che sono in cassa integrazione o che percepiscono un’indennità di disoccupazione è altissimo.
La domanda che ci si deve porre è la seguente: non si può chiedere a queste persone di dedicare, in proporzione alle somme che percepiscono dalla cassa integrazione o come indennità di disoccupazione, e lo stipendio precedente, parte del proprio tempo a lavori socialmente utili mettendo a disposizione la propria esperienza e capacità?
In questo modo non avremmo migliaia di persone che rimangono a casa a pensare solo al posto di lavoro che non hanno più o che rischiano di perdere, ma che sono occupate rendendosi utili alla collettività.
E’ un’idea come tante altre, che in altri Stati viene già utilizzata.
Inoltre, visto che in molti sussurrano che alcuni cassa integrati sembra che svolgano dei lavori “in nero”, si potrebbe prevedere che chi è in cassa integrazione o percepisce l’indennità di disoccupazione, obbligatoriamente, deve mettere a disposizione il proprio tempo per lavori che lo Stato gli chiede di svolgere.
Nel momento stesso in cui questi soggetti si rifiutano, perdono in tutto o in parte il diritto a questa indennità.
In questo modo avremmo raggiunto lo scopo di tacitare le voci maligne che sostengono la proliferazione del lavoro nero e di permettere a chi ha bisogno di avere un’assistenza di averlo.

domenica 13 gennaio 2013

ALER DELL'ALTO MILANESE

Tutte le categorie sociali hanno avuto una diminuzione del proprio reddito.
I casi in cui succede il contrario si possono contare sulle dita di una mano e rappresentano l’eccezione che conferma la regola.
Questa è una situazione che ormai dura da oltre tre anni e che è andata sempre più aggravandosi e, probabilmente, durerà ancora per i prossimi due anni, se non oltre.
Qualcuno dirà che siamo dei pessimisti, ma rispondiamo che è meglio essere realisti, che farsi false illusioni.
E la ripresa sarà probabilmente molto, molto lenta per cui dobbiamo abituarci a convivere con ristrettezze economiche, con minori disponibilità di denaro, con la diminuzione dei servizi a cui ci eravamo abituati, vi sarà qualcuno che anziché cambiale l’i-pad una volta ogni sei mesi, lo dovrà cambiare ogni tre anni.
L’augurio che ci facciamo è che questa nostra previsione sia sbagliata e a quel punto saremo disposti anche ad offrire una cena tanto saremo contenti.
Questa situazione ha portato molte famiglie ad avere problemi economici sotto tutti i profili e quindi ad avere problemi per pagare l’affitto e le spese condominiali della casa dove abita.
È pur vero che l’Italia è una delle Nazioni dove la percentuale dei proprietari della loro casa di abitazione è elevata, ma quando non si è proprietari del proprio alloggio, l’affitto deve essere pagato; comunque, proprietario o non proprietario le spese condominiali, tra cui il riscaldamento che aumenta di anno in anno, deve essere pagato.
Il numero degli sfratti per morosità aumenta in modo progressivo e le esecuzioni sono altrettanto in aumento. Questo è un fenomeno che riguarda anche Busto Arsizio; nel 2011 ben 84 sfrattati sono stati assistiti dai Servizi Sociali del nostro Comune.
Di professione facciamo l’avvocato e quindi la materia, purtroppo, la conosciamo bene in quanto a volte assistiamo i proprietari che sfrattano l’inquilino perché non paga l’affitto, e in altri casi assistiamo l’inquilino che non ha i denari per pagare l’affitto e, quindi, viene sfrattato.
Quello che è più grave è che molte volte vi sono dei proprietari che confidano nell’affitto per avere un reddito maggiore e non riescono ad ottenerlo, ma a volte non solo non incassano l’affitto ma sono costretti anche a pagare le spese condominiali che l’inquilino non paga.
A Busto abbiamo la fortuna di avere una ALER locale.
In Consiglio Comunale abbiamo presentato una mozione che è stata votata all’unanimità, con la quale abbiamo chiesto che l’ALER di Busto Arsizio venga trasformata nell’ALER dell’Altomilanese in modo che “possa sopravvivere “ alla mania di accorpamento delle Aler per ridurre i costi.
Con questi accorpamenti i costi non si ridurranno, in quanto i dipendenti delle ALER non si possono licenziare e, quindi, anziché percepire lo stipendio dall’ALER di Busto verranno retribuiti dall’ALER di Varese, ma sempre di stipendio si tratta.
Le ALER locali hanno una maggiore conoscenza del territorio e della popolazione, che porta ad una maggiore capacità di un intervento rapido e puntuale per i casi di vera necessità.
Purtroppo, tra IMU, tasse, mancanza di finanziamenti, le ALER non hanno più risorse per costruire nuovi alloggi, per cui le amministrazioni comunali devono incominciare a pensare ad un loro intervento diretto, come si faceva in passato, costruendo immobili da dare in gestione all’ALER con affitti agevolati alle famiglie bisognose.
Ci rendiamo conto che anche i Comuni si sono viste progressivamente ridurre le risorse a loro disposizione ma, considerato che ad esempio il Comune di Busto Arsizio è proprietario di molti terreni, si potrebbe pensare anche una vendita di questi terreni chiedendo in permuta la costruzione di qualche palazzina da destinare agli sfrattati e alle famiglie bisognose.
In buona sostanza l’Amministrazione comunale potrebbe trasformarsi in un imprenditore, che mette sul mercato dei terreni edificabili e, in cambio, non chiede il pagamento del prezzo ma chiede che su un terreno ubicato in una certa zona, chi lo compera proceda alla costruzione di un immobile progettato direttamente dall’Amministrazione comunale.
In questo modo si potrebbe, come dice un vecchio detto, prendere due piccioni con una fava, nel senso che il costruttore ha interesse a rilevare i terreni, ma l’interesse diventa maggiore proprio perché non deve sborsare direttamente il loro prezzo, ma costruisce un immobile a prezzo di mercato avendo un guadagno sulla costruzione e, quindi, il prezzo di acquisto dei terreni suddetti si vedrebbe proporzionalmente ridotto per l’acquirente.
A parte questa proposta, l’Amministrazione comunale deve intervenire in favore delle famiglie che sono sfrattate e che effettivamente si trovano in una situazione di disagio economico comprovato.
L’Amministrazione comunale, e per essa i Servizi Sociali, è a conoscenza dei dati delle famiglie sfrattate nella nostra città, degli sfratti effettivamente eseguiti, di quanti casi sono stati positivamente risolti e quanti invece sono ancora da risolvere?
Sicuramente sì, ma se così non fosse, i dati sono di facile acquisizione: basta una telefonata all’Ufficiale Giudiziario di Busto per avere tali dati in tempo reale.
Non ci si deve fermare solo ai dati rilevati sulla base delle persone che si rivolgono al Comune, ma si devono “scovare” i vari casi di bisogno.
Non si può intervenire dopo che il problema si è verificato, cercando di protrarre in là l’esecuzione dello sfratto per “cercare” di trovare una sistemazione per la famiglia sfrattata; il problema deve essere affrontato prima di questo evento in quanto lo stress al quale viene sottoposta una persona quando viene sfrattata è enorme.
Conosciamo persone che sono state colpite da gravi esaurimenti nervosi per situazioni di questo genere in quanto si sentono come degli appestati che tutti guardano con disprezzo perché non sono stati in grado di pagare l’affitto ma, purtroppo, quando in una famiglia si lavora in due, e uno dei due perde il posto di lavoro e si hanno dei figli da mantenere, la situazione diventa insostenibile.
(Da L'informazione)

giovedì 10 gennaio 2013

Quanto mi sei costata!

Vi ricordate tre anni fa quando la Lega e Berlusconi osannavano quegli imprenditori che avevano salvato l’Alitalia dall’attacco francese chiamandoli “i cavalieri bianchi”?
L’onore era salvo: l’Italianità dell’Alitalia era salva e con essa l’onore dell’Italia!
Grazie al provvidenziale intervento di questi uomini la cui onestà imprenditoriale era indiscussa, si è evitato che l’Air France acquistasse l’Alitalia, pagasse € 3 miliardi allo Stato e tutti i debiti dell’Alitalia.
Grazie alla Lega, a Bossi, a Maroni e al Cavaliere azzurro Berlusconi, sono arrivati i cavalieri bianchi che non hanno speso un centesimo, hanno fatto i loro onesti affari e oggi presentano il conto e probabilmente dopo il 12 gennaio venderanno le loro azioni in quanto la legge glielo permetterà, e potrà essere il possibile acquirente?
Ovviamente Air France, che però ha già fatto sapere di non essere disposta a tirar fuori 3 miliardi di euro e debiti dell’Alitalia, di non avere soldi da spendere, per cui se proprio si vuole, potrebbe essere disponibile a ritirare l’Alitalia a prezzo zero.
Tutti gli italiani devono ringraziare Bossi, Maroni e Berlusconi perché ci hanno permesso di buttare al vento qualcosa come 6 miliardi di euro che rappresentano una piccola finanziaria, ma di tutto questo ovviamente nessuno parla.
Berlusconi continua a menarla con l’Imu, Maroni promette che le tasse rimarranno in Lombardia, ma, se dovessero vincere le elezioni, probabilmente riproporranno un’altra Alitalia, un altro ponte sullo Stretto di Messina e tra un paio di anni saremo ricostretti a richiamare Monti a capeggiare un governo tecnico, con le relative conseguenze.

mercoledì 9 gennaio 2013

Busto capitale del mondo


In meno di una settimana Busto Arsizio è salita agli onori della cronaca dimostrando, come afferma il Sindaco Farioli, di essere sul serio la vera capitale d’Italia.
Prima i cori razzisti dello Stadio Speroni contro un giocatore di colore del Milan, ora la condanna del carcere di Busto che è considerato con quello di Piacenza uno dei peggiori d’Italia in quanto “i detenuto sono trattati in modo inumano e degradante”.
Questa è l’immagine che la nostra città da all’esterno e purtroppo non si tratta di congetture, ma di verità.
E’ giunto il momento in cui si deve mettere da parte la retorica e si incominci a parlare di cose concrete.
Bisogna rispondere a precise domande:
Busto è veramente una città razzista?
Nel carcere di Busto i detenuti sono trattati in modo inumano?
Se a queste due domande verrà data una risposta negativa allora Busto può essere considerata forse non la capitale d’Italia, ma quanto meno una città normale.
Se invece la risposta sarà positiva allora dovremmo meditare sul nostro futuro e darci una regolata.
Non vogliamo entrare nel merito del razzismo in quanto l’essere razzista è un qualcosa che è al di fuori della nostra mentalità: tutti sono uguali indipendentemente dal colore della pelle, dalle preferenze sessuali, dalla nazionalità, dal credo, dalla politica che perseguono.
I detenuti sono persone che hanno sbagliato e che devono essere puniti, ma non devono essere certamente distrutti psicologicamente e fatti vivere come se fossero delle bestie.
Questo è l’impegno che deve assumere Busto nei confronti dei nostri figli e di chi ama veramente Busto; tutto il resto sono, come diceva Mina, “parole, parole, parole”.