martedì 30 ottobre 2012

Dalle cambiali alle rate

Negli anni ’60 si diceva che l’Italia era una Repubblica fondata sulle cambiali.
I tempi cambiano ma la sostanza non muta, oggi si può dire che l’Italia è una Repubblica fondata sulle rate.
La pubblicità del tipo “comperi oggi e paghi a giugno 2013”, l’abbiamo sentita tutti.
In questo modo si invogliano le persone che non hanno disponibilità finanziarie ad acquistare dei beni, permettendo loro di pagare a distanza di tempo, ma il problema è che le rate, come le cambiali, prima o poi scadono e devono essere onorate.
Ma quello che lascia più perplesso è il cambiamento della mentalità in quanto negli anni ’60 le cambiali si firmavano per comperare i mobili o il frigorifero, la lavatrice, insomma per acquistare beni essenziali per la famiglia.
Oggi si fanno debiti per tutto, dalle vacanze ai matrimoni, dai vestiti all’acquisto dei gioielli, dal funerale alla pelliccia e così di seguito.
Sembra che oltre 1000 donne ogni mese si rivolgano alle finanziarie per ottenere i soldi per trattamenti di bellezza o di interventi di chirurgia estetica.
Queste società non prestano soldi “a gratis”, come molte volte fanno credere, ma chiedono degli interessi esorbitanti per cui spesso, per pagare queste rate, non si pagano i debiti relativi a beni necessari per la casa o per la propria famiglia come ad esempio i libri scolastici.
Purtroppo la gente vuole sempre avere di tutto e di più e non si rende conto che a volte bisogna stringere la cinghia e che spesso certi desideri è opportuno realizzarli fra qualche anno e non oggi, vista la situazione di crisi in cui ci si trova.
Ma purtroppo è molto più semplice dire di “sì” che gridare un bel “no, non lo compero perché non ho i soldi”.

2 commenti:

  1. Ma perche' non ce lo diciamo che questo tipo di civilta' industriale non funziona piu'. Ormai si producono macchinari che condotti da una sola persona fanno milioni di pezzi di beni cosiddetti primari. Anche il terziario con l'informatica spinta com'e' oggi, impiega pochissimo personale. Per reggere questo schifo di organizzazione dobbiamo impiegare personale nella produzione di beni o servizi non necessari in se' stessi, ma necessari se non vogliamo creare una societa' di disoccupati/sottooccupati (ma a quanto pare ci stiamo arrivando lo stesso). Per questa ragione impieghiamo psicologi e/o analisti della personalita' per creare pubblicita' diretta o subliminale che fa nascere in noi dei bisogni che sino al giorno prima non sapevamo di avere. Ebbene i soloni che questo sistema creano, mantengono, nutrono, poi ci dicono che siamo degli irresponsabili se facciamo cose che loro con tecniche sofisticate ci hanno indotto a fare. SVEGLIA GENTE, NON E' SUFFICIENTE GRIDARE BASTA, con questa gente ci vogliono pedate nel sedere, e non metaforiche. Ridiventiamo i costruttori di noi stessi.
    Mario

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina