sabato 19 aprile 2014

NUOVI LAVORI

Dopo anni durante i quali tutti parlano della crisi profonda che ha investito l’Italia, da qualche settimana i nostri governanti hanno incominciato a fare discorsi ottimisti. Sembra che l’economia stia ripartendo e la produzione industriale abbia smesso di diminuire e che vi sia in leggero aumento rispetto ai dati precedenti e tutti si riempiono la bocca con frasi ottimistiche. I nostri politici cercano di anticipare, a proprio favore, i risultati positivi che (si spera) saranno ottenuti e il cittadino crede a quello che viene detto. D’altra parte in una situazione come quella in cui in molti si trovano, qualsiasi elemento appena appena positivo viene subito fatto proprio; è come se ad un malato terminale gli si dice che una medicina può guarirlo, dopo un minuto questo ammalato si riempirà di speranza e farà suo tutto l’ottimismo possibile. Il problema è se questo ottimismo è fondato o meno. Che la crisi sia profonda lo si vede da molti elementi, in particolare in questi ultimi mesi si è visto ad esempio un proliferare negozi dove vengono fatte piccole riparazioni di qualsiasi genere. Si parte dalla riparazione dei piccoli elettrodomestici per arrivare alle riparazioni di sartoria. Durante il periodo delle così dette vacche grasse tutto andava alla grande, quando in una famiglia il frullatore aveva qualche problema, la massaia lo buttava via e ne comperava uno nuovo, sul presupposto che costava solo alcune decine di euro. Oggi, dato che i soldi sono diventati pochi, si prende il frullatore e lo si porta in uno di questi negozietti dove con pochi euro il frullatore viene riparato e la massaia risparmia i soldi che erano necessari per l’acquisto di un nuovo frullatore e li destina per altre spese più importanti. Nel campo dell’abbigliamento sono stati aperti alcuni negozi che riparano i vestiti, cambiando le fodere e cerniere, attaccando bottoni, allargano o restringono i pantaloni o le gonne a seconda se la dieta del cliente è andata bene o male; l’abito torna come nuovo e quindi, anziché cambiarlo, si prosegue per un altro anno con il vecchio vestito. Anche in questo caso con pochi euro si ottiene un ottimo servizio. Nella nostra città abbiamo parecchi negozi che si sono specializzati in queste piccole riparazioni e fanno affari d’oro. Vi è però un elemento che viene criticato da qualcuno che è quello che, ad esempio, nel settore dell’abbigliamento questi negozi sono quasi tutti gestiti da orientali ed in particolare da cinesi. Non capiamo il perché di questa critica in quanto si tratta sempre di lavoratori come tanti altri che stanno occupando una nicchia di mercato che era disponibile. Se gli italiani fossero altrettanto bravi potrebbero aprire anche loro negozi di questo genere, ma non lo fanno: perché? Quello che lascia meravigliati, oltre al basso prezzo dell’intervento, è il tempo necessario per procedere a queste riparazioni che è di pochi giorni, il che significa due cose: o l’intervento è di piccola entità e, quindi, viene fatto in modo veloce, oppure queste persone sono molto abili. Probabilmente la verità è in entrambi i casi, nel senso che molte volte per una vite che si è persa, un elettrodomestico non funziona, per cui chi lo ripara infila la vite e lo fa funzionare; lo stesso dicasi per gli abiti in quanto per sostituire una cerniera si impiega pochi minuti e farsi pagare anche solo 10 euro per la sostituzione di una cerniera vuol dire pagare 60 euro all’ora, che vengono incassati da questo artigiano, il che indubbiamente non è certamente una cifra modesta. Tutto questo da la visione di quella che è l’attuale situazione della crisi, che ha investito la nostra città in quanto da una parte vi sono persone, lasciamo perdere se si tratta di Italiani o di Stranieri, che riscoprono lavori che ormai sembravano essere scomparsi, e dall’altro vi sono altri soggetti che, non avendo disponibilità finanziaria per acquistare beni nuovi, evitano di buttare via quelli usati e li manutengono nel modo migliore possibile per farli durare nel tempo e, quindi, risparmiare denaro per la loro sostituzione. In questo modo si va incontro anche all’ambiente, in quanto, anziché avere le discariche piene di beni non più utilizzati, anche se spesso nuovi o che possono essere riparati, in questi siti verrebbero prestati solo beni che non sono più riutilizzabili. Un nostro conoscente, recentemente, ha portato a casa, non facendosi vedere ovviamente dagli attenti responsabili del centro multi raccolta Agesp che cercano in ogni modo di evitare che vengano sottratti dei beni, una fotocopiatrice pressoché nuova che veniva scaricata da una macchina per metterla nel cassone destinato a ricevere questi apparecchi. Questo nostro conoscente quando ha visto la fotocopiatrice si è rivolto a chi la stava scaricando dicendogli: “scusi ma questa è pressoché nuova” e la risposta è stata: “mi costa meno sostituirla che acquistare una nuova ricarica e perdere il tempo per sostituirla”. Questo nostro conoscente se l’è fatta dare, se l’è portata a casa e, visto che ne doveva comperare una, ha evitato di farlo risparmiando un bel po’ di euro. Purtroppo è così che va il mondo! Quello che è certo è che bisogna fare un ripensamento su quelle che sono le nostre modalità di vita, pensando anche che forse non è tutto oro quello che luccica. Sicuramente vi sarà una ripresa, ma il mondo non sarà più quello di prima in quanto questa crisi quando sarà finito, lascerà che impiegheranno molto tempo per guarire.

Nessun commento:

Posta un commento