venerdì 7 marzo 2014

8 MARZO GIORGIO DA NON DIMENTICARE

Il giorno 8 marzo 1917 a San Pietroburgo si è svolta una grande manifestazione dove le donne hanno reclamato il riconoscimento dei loro diritti. Già prima, il 28 febbraio 2009, negli Stati Uniti vi era già stata un’altra manifestazione dove le famose sufragette, con tanto di banda musicale, avevano sollecitato il riconoscimento dei diritti alle donne. Tutte queste donne, che hanno manifestato in quegli anni bui, sono da considerare delle eroine per il coraggio che hanno dimostrato di rivoltarsi contro una situazione che era contro la storia, il diritto e contro l’umanità. Ancora oggi, in molti paesi del mondo, vi sono donne che non vengono rispettate, i cui diritti sono calpestati, viene loro impedito un minimo di istruzione, insomma sono considerate quasi fossero delle cose, forse meno. In questi giorni si sente parlare di parità di generi per la riforma elettorale. Chi mi conosce sa che io sono un femminista convinto, ma sono anche contrario a norme che riconoscono alle donne il diritto di essere elette. Conosco personalmente molte donne che sono contrarie al fatto che vi sia una norma che garantisca la loro presenza negli organi politici, nei Consigli di Amministrazione etc. in quanto ritengono che grazie alle loro capacità possono tranquillamente raggiungere tali posizioni e non dover dire grazie a nessuno. Le donne devono combattere per dimostrare di essere uguali, se non più brave degli uomini, un riconoscimento per legge della loro bravura diminuirebbe la loro onorabilità. Il problema è che anche in Italia vi sono molti maschilisti che sono duri a morire e contro il loro modo di agire vi deve essere una apposizione netta in primo luogo da parte degli uomini che, se hanno un briciolo di cervello, sanno che senza una presenza femminile, la loro vita è insulsa mentre una donna da sola può vivere benissimo.

1 commento:

  1. Quote rosa, quote disabili, quote gay, quote extracom, quote nonni, .... Contro un sistema che non garantisce pari opportunità, che non tutti per l'effettiva presenza negli organi politici, che allontana i più deboli dalle liste elettorali anche se rappresentano una parte significativa nella nostra società bisogna imporre le quote. Anzi si potrebbe passare dalle quote alle quotazioni, con buon introito per l'erario sulle scommesse di vittoria dei quotati. La grande bellezza della nostra Costituzione, inutilmente splendida. Filippo Germinetti

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