mercoledì 24 settembre 2014

SCOZIA FOR EVER

Questo era uno dei tanti slogan coniati in occasione del referendum sull’indipendenza dal Regno Unito della Scozia. Il referendum svoltosi nei giorni scorsi ha avuto esito negativo per i separatisti: la maggioranza di scozzesi ha detto no alla proposta e, conseguentemente, il pericolo della separazione della Scozia dal Regno Unito è passato probabilmente per sempre. La storia della Scozia è una storia tutta sua, parte da un regno autonomo, per arrivare ad un’unione – il Regno Unito – ed è diversa completamente dalla storia della Padania, per le quali la Lega per anni ha tentato di portare avanti la secessione, con particolare riferimento alla Lombardia. I secessionisti lombardi e i leghisti in particolare erano già pronti con i moduli per la raccolta di firme, in caso di vittoria dei separatisti in Scozia, per promuovere un referendum per la secessione della Lombardia dall’Italia. Questi moduli dopo il risultato scozzese sono stati rimessi nel vecchio cassetto dove riposeranno per sempre. Mia nonna diceva che “è meglio morire nel mare che nel Ticino” nel senso che le cose grandi (lo Stato Italiano) sono meglio del Ticino (la Lombardia) e, come tutti i detti dei nostri avi che hanno una grande base di saggezza, anche questo ne ha molta. Gli scozzesi che hanno detto no alla separazione, hanno lasciato da parte tutte le questioni “sentimentali” e, se ci è consentito, anche parte della loro storia che li ha visti per secoli autonomi con il loro “Regno di Scozia” e hanno pensato alla concretezza: la Scozia è sicuramente più forte se è parte del Regno Unito, da sola conterebbe poco per non dire nulla. Su queste basi hanno votato no alla separazione. La serietà del capo dei separatisti è stata altissima non ha addebitato l’insuccesso ad altri ma a se stesso (quando un politico italiano farà questo offriremo una gassosa a tutti i nostri lettori), ed ha affermato che di un nuovo referendum se ne parlerà forse fra moltissimi anni, e ha rassegnato le sue dimissioni: la serietà è questa e non è altro. Gli scozzesi non hanno ragionato con la pancia, come fanno molti in Italia, ma hanno ragionato con la testa e hanno ottenuto un risultato che non rappresenta una vittoria di un sì o di un no, ma rappresenta la vittoria del futuro degli scozzesi. La vittoria del no ha rappresentato una forte batosta per i secessionisti lombardi i quali già sorridevano convinti che in Scozia il referendum sarebbe passato. Abbiamo parlato con alcuni esponenti della Lega, i quali ci avevano confermato l’intenzione, in caso di vittoria dei separatisti scozzesi, di essere pronti per chiedere un referendum per ottenere la secessione della Lombardia: non li abbiamo ancora incontrati dopo il referendum, ma sicuramente avranno lo sguardo rivolto a terra e si sentiranno delusi ma sbagliano in quanto è stata una vera a propria fortuna che in Scozia sia andata in questo modo, perché diversamente avrebbero avuto una batosta più pesante in Lombardia, in quanto i lombardi avranno un mucchio di difetti ma sanno difendere i propri interessi e l’interesse che hanno i lombardi, gli imprenditori, i lavoratori, i giovani, gli anziani, gli uomini e le donne, i cittadini tutti, è di vedere la Lombardia forte in un’Italia forte.

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