mercoledì 20 agosto 2014

Ebola, i profughi e la macchina della paura

Sono arrivati a Busto 40 profughi e forse ne arriveranno altri 60 che dovrebbero essere ospitati nell’edificio ex Enel di Via dei Mille, per il momento sono uomini di età fra i 23 e 27 anni, con un livello culturale alto. L'impressione che si ha è quello della improvvisazione, sembra che nessuno sappia nulla e che si viva alla giornata, in attesa che "altri" decidano che cosa Busto debba fare. ma questo è un problema politico che deve risolvere la Giunta Farioli, ma dobbiamo dire che ci sembra strano che non vi siano stati accordi preventivi su un problema grave come quello dell'ospitalità da dare ai profughi da parte delle amministrazioni pubbliche; viene da chiedersi: perchè Busto deve ospitarne 100, e le altre città quanti ne ospiteranno? in presenza di un problema così grave vi deve essere certamente "una cabina di regia" che decide "chi deve fare cosa", diversamente vi sarebbe il caos. ma non vogliamo affrontare il probblrma sotto il profilo politico, ma esaminarlo per quelloche è agli occhi delle persone che non gestiscono i massimi sistemi. non appena si è saputo che a Busto erano arrivati (e dovevano arrivare) dei profughi dall'Africa, immediatamente i fautori della paura si sono scatenati, quasi che la città fosse stata invasa da una moltitudine di barbari assatanati che violenteranno, ruberanno, distruggeranno ogni cosa, ma il fatto più grave è stato quello di aver cercato di terrazzare i Bustocchi paventando un imminente e sicuro pericolo molto più grave: il pericolo del diffondersi di una epidemia di Ebola, o di altre malattie più o meno contagiose. Agli occhi di questi fomentatori della paura ogni differenza, come il colore della pelle o la diversità della lingua ogni dignità umana si confonde nell’immagine di una massa di persone minacciosa quasi fosse costituita da una moltitudine brulicante di insetti velenosi. Anche a Busto oggi lavora la “macchina della paura” che rappresenta l’ultimo prodotto tra i più antichi utilizzati da coloro che risolvono tutti i problemi semplificandoli ai minimi termini. La Lega ha fatto la sua fortuna politica ed elettorale proprio sulla semplificazione e sulla paura del nuovo e del diverso, incrementato alla fine degli anni “80 ed inizi anni “90 il cosiddetto ”mercato dell’odio”, che era diretto nei confronti degli immigrati, prima interni (i meridionali che venivano al Nord per trovare lavoro) e poi nei confronti degli immigrati esterni (gli extracomunitari che provengono da mo9lto lontano, ricordando le orde dei barbari che hanno distrutto l’Impero Romano), in ogni caso entrambi rappresentati come nemici ed invasori da combattere. Con questa semplificazione del Mondo si è tentato di inculcare nella mente delle persone che si deve scindere l’interno dall’esterno. All’interno e all’amico si possono riferire tutto il bene e tutto l’amore, sull’esterno e sul nemico si riversano tutto il male e tutto l’odio; in questo modo non rischiamo più di scoprire che possiamo essere responsabili del nostro odio. Questo odio ora è solo il “loro” odio che noi, senza ovviamente nessuna colpa, restituiamo a loro capovolto I mass media hanno portato alla ribalta il problema con titoloni pieni di effetto, “l’invasione dei profughi” , “Rischio Ebola”, “Profughi africani. Arrivano in tanti”, “Rivolte anti-profughi in tutta la Lombardia”, “Fermate l’invasione”, “Rischio contagio”, “Venti profughi sbarcano in Via dei Mille. Residenti in allarme per il virus Ebola”, questi sono alcuni dei titoli dei giornali locali ed anche Nazionali che non hanno certamente contribuito a tranquillizzare la popolazione che in questa zona non è certamente favorevole all’arrivo di altri extra comunitari. A dire il vero la Lega è stata abbastanza tranquilla, a parte quale urlo senza senso del tipo: “Il Comune doveva opporsi”, “Profughi in arrivo ma la Lega dice no:Voteremo contro”, “Per loro il Comune non deve spendere un Euro” Sono altri hanno utilizzato in modo eclatante lo strumento della paura di ben nota memoria: “Sono preoccupato per il rischio Ebola”: così titola la lettera inviata ad un giornale a firma di un esponente di partito in cerca di notorietà e di spazio politico, il quale ovviamente da la colpa del tutto alla sinistra, esattamente come ha fatto un famoso capo di stato tedesco che attribuiva la responsabilità della crisi economica della Germania ai comunisti e ai finanzieri Ebrei. Ma forse l’autore della lettera probabilmente non ha una precisa cognizione di che cosa sia il morbo Ebola, sarebbe stato sufficiente leggere le interviste rilasciate da due eminenti esperti, il professore Grossi e il dott. Renna, che in una recente intervista hanno spiegato, sotto il profilo, che “i timori sono ingiustificati. Ebola non ci minaccia”. Anziché lanciare inutili profezie sarebbe stato opportuno che si fosse letto quanto aveva scritto Kafka nel libro “Il Castello”, nel quale l’autore esplicita il significato della parola “straniero”, in modo di rendersi conto di che cosa significhi essere straniero in terra straniera . Ma forse la lettura si è fermata ad un concetto di società e di Stato che viene concepito come l’organizzazione di una Comunità di esseri “fisicamente e spiritualmente solidali, per rendere possibile la conservazione della specie, e il raggiungimento dei suoi scopi di esistenza, predestinati dalla Provvidenza”, concetti tanto cari al capo di stato sopra citato, tanto che li aveva posti alla base della filosofia esposta nel libro che aveva scritto quando aveva raggiunto il potere.

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