giovedì 20 febbraio 2014

CONFRONTO, SHOW O MONOLOGO?

Quello che si è svolto tra Renzi e Grillo, trasmesso in streaming in modo che tutti gli italiani potessero assistervi, è un qualche cosa di indefinibile. Definirlo un confronto è un eufemismo in quanto il termine confronto significa mettere di fronte uno all’altro le idee che ciascuno porta al dibattito. Sicuramente Grillo non ha portato alcuna idea e, quindi, Renzi non ha potuto confrontarsi con le sue. Definirlo monologo sarebbe riduttivo in quanto il monologo è quando uno parla da solo non avendo di fronte un’altra persona che cerca di interloquire. Forse il termine migliore è quello di uno show che non è stato però solo di Grillo, il quale si è ripetuto con le solite frasi tritte e ritritte, con le solite invettive, le solite minacce, i soliti insulti. E’ stato uno show di entrambi, dal quale però Renzi, a nostro avviso ne è uscito vincente, dimostrando una tranquillità e serenità da politico navigato; non si è scomposto, ha parlato con voce normale senza mettersi a urlare come invece ha fatto Grillo e si è avuta la netta impressione che l’unico che non aveva alcuna intenzione di discutere era Grillo e questo comportamento ha premiato indubbiamente Renzi. Quello che è stato simpatico è stato anche il dopo confronto, quando Grillo ha lasciato Renzi nel suo studio e ha affrontato quegli odiati giornalisti che gli fanno tanto danno, a suo parere, e di lì ha iniziato nuovamente a dire sempre le stesse cose, invettive contro la Rai, cose inventate, etc, etc. E il bello è che Grillo ha iniziato il post confronto con la frase: “sono a vostra disposizione, fatemi tutte le domande che volete”, dopo di che non ha risposto alla prima domanda e ha parlato per mezz’ora di fila fregandosene altamente di quello che gli chiedevano i giornalisti. Quando è stato il turno di Renzi la presa in giro di Grillo è stata un capolavoro perché in modo molto elegante ha detto che gli incontri avuti sono stati “quasi tutti seri” ed è stata sufficiente questa frase per dipingere l’incontro con Grillo. Quello che continuiamo a non capire, lo abbiamo già detto più di una volta, sono i giornalisti, che continuino a farsi insultare, a farsi prendere a sberle, a farsi gettare palate di fango, per non dire altro, addosso da Grillo e continuano a farne un dio mediatico. Il giorno in cui i giornalisti decideranno di dare seguito all’invito di Grillo e cioè di non cercarlo, darebbero inizio alla fine del movimento Cinque Stelle in quanto sono i giornalisti che lo tengono vivo. Forse questo è un ripensamento che la categoria di giornalisti dovrebbe finalmente fare. Ci rendiamo conto che Grillo fa audience, ma la dignità che dovrebbe essere anche nei giornalisti, ed ormai il colmo è stato raggiunto.

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