Le ricerche portate avanti dagli uffici sanitari locali sono arrivati alla conclusione che la zona dell’Alto Milanese è fortemente colpita dalla allergia provocata dalla ambrosia.
Oltre che significativi, i dati sono estremamente preoccupanti: dal 10 al 15% della popolazione sembra soffrire di questa allergia, a Castellanza la percentuale è del 15% dei residenti, mentre a Busto la percentuale diminuisce al 12%.
Non abbiamo dubbi sulla validità di queste indagini, anche se non conosciamo una persona che sia stata interpellata per verificare se la stessa soffre di ambrosia.
Probabilmente l’indagine è stata portata avanti tramite i medici di base, i quali comunicano alle competenti ASL i dati dei pazienti in loro possesso.
In ogni caso una percentuale del 15% della popolazione che soffre di una allergia dovrebbe preoccupare non solo gli uffici sanitari, ma anche coloro che si occupano della politica locale e non solo.
La allergia da ambrosia, come tutti sanno (chi scrive fortunatamente non è colpito da questa allergia e quindi non parla per partito preso), non solo è fastidiosa ma è anche molto dannosa alla salute.
I farmaci assunti per contrastare questa allergia, che in alcuni casi arrivano al cortisone, provocano problemi alla salute anche dei più forti: vi sono persone che non riescono a respirare, non riescono a dormire, continuano a starnutire, e chi più ne ha ne metta.
Tutto questo provoca un grave danno alla salute, un danno alla persone e in ultima analisi un danno alla collettività in quanto i perseguitati dall’ambrosia devono recarsi dal medico, farsi prescrivere le medicine e spendere i conseguenti denari per il loro acquisto anche perché in molti casi queste medicine sono a pagamento.
Nei casi più gravi vi sono persone che non riescono neppure a recarsi sul posto di lavoro con danno economico per l’azienda presso la quale lavorano e per la collettività intera.
Con percentuali così alte, questa allergia si sta trasformando da una “fisima”, come qualcuno l’ha definita anni fa in Consiglio comunale a Busto, in una vera e propria malattia sociale che deve essere affrontata con tutte le forze a disposizione.
Volendo essere cinici, un’amministrazione pubblica, che si disinteressa della salute dei propri cittadini ma guarda solo al portafogli, dovrebbe quanto meno pensare che quanto abbiamo sopra scritto rappresenta un costo enorme che deve sostenere per i propri cittadini.
Ne consegue che sarebbe opportuno che questa allergia venga affrontata seriamente e non solo con slogan, da tutte le amministrazioni coinvolte, dai Comuni allo Stato, passando per la Regione.
Come è noto l’allergia all’ambrosia deriva dal polline di questa erba selvatica. È necessario intervenire perché questa erba non cresca e non fiorisca.
Per fare ciò vi sono due possibilità: la prima è quella di sfalciare l’erba quando cresce in modo di evitare che fiorisca, la seconda, molto più drastica, affrontare il problema alla radice (ci scusi il bisticcio di parole) e individuare un diserbante che colpisca l’ambrosia e ne impedisca la crescita.
Qualsiasi giardiniere conosce il diserbante che elimina una certa erba che cresce in un qualsiasi giardino, possibile che non vi sia un diserbante adatto per l’ambrosia?
Una volta individuato il diserbante, occorre intervenire a tappeto su tutta l’area che può essere interessata.
Tutti sanno che è inutile sfalciare l’ambrosia a Busto se poi in un Comune limitrofo lo sfalcio non interviene, in quanto il polline viaggia con il vento e viene trascinato altrove rispetto al luogo dove l’erba cresce e fiorisce.
È necessario un coordinamento di forze tra tutti i Comuni, la Provincia e la Regione. Ed è a quest’ultima che ci rivolgiamo anche perché la competenza della Sanità spetta proprio alla Regione.
La Regione ha in essere numerose iniziative contro l’ambrosia, ma se il risultato è quello che tutti possono vedere quotidianamente si arriva alla conclusione che è necessario ripensare completamente al problema ed affrontarlo in modo più drastico.
È necessario tenere presente, e qui ci rivolgiamo a coloro che come il sottoscritto non soffrono di questa allergia, che la stessa può colpire a qualsiasi età. Conosciamo persone che per decine di anni non ne hanno mai sofferto e, improvvisamente, chi a trent’anni e chi a ottanta, ha incominciato a soffrire di questa allergia.
Si tratta di un problema sociale che deve mettere tutti in stato di all’erta perché quando l’ambrosia arriva, le conseguenze sono sopportate da tutti, dalla persona che soffre dell’allergia, dai suoi famigliari che devono sentire per tutta la notte decine di starnuti, dal portafoglio della famiglia per i denari spesi per la cura dell’allergia, dal datore di lavoro i cui dipendenti non si presentano a lavorare, dalle strutture sanitarie che devono affrontare questa allergia con conseguenti costi.
Il problema non deve essere affrontato in questo periodo, ma in primavera perché pensare di fare qualche cosa contro l’ambrosia a fine agosto o primi di settembre significa solo prendere in giro la gente in quanto l’ambrosia ormai è crescita e il danno lo ha già fatto.
Molte persone che soffrono di ambrosia affermano che basta allontanarsi da questa zona, da Busto ad esempio, e spostarsi di una quindicina di chilometri, per non soffrire più di questa allergia.
Se questo fosse effettivamente vero, e non abbiamo ragione per credere il contrario, l’intervento deve essere drastico ed immediato nella zona dell’Alto Milanese sperando poi che i Comuni del circondario intervengano in modo altrettanto drastico.
Diversamente nel 2011 saremo qui ancora a scrivere un altro articolo di questo genere e così di anno in anno e intanto la percentuale degli allergici passerà dal 15 al 20%.
(Da L’Informazione 17 settembre 2010)
martedì 21 settembre 2010
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