“Senza il federalismo le soluzioni sono due: o il paese affonda o vi è la secessione”.
Con questa frase l’On. Castelli, già ministro della Giustizia della Repubblica Italiana ha terminato il proprio intervento all’annuale appuntamento dei leghisti che si svolge a Pontida.
Vent’anni fa, quando la Lega è approdata per la prima volta nel Consiglio Comunale di Busto Arsizio la parola secessione era all’ordine del giorno. Dopo vent’anni la Lega di strada ne ha fatta molta: da partito di dura e chiara opposizione al sistema partitico allora in essere, si è trasformata in un solido sostenitore dello stesso sistema che aveva combattuto.
Sentire riecheggiare ancora una volta la parola “secessione” ormai fa solo sorridere!
La vera forza della Lega è data dal fatto che riesce a far credere ai suoi elettori di essere sempre una forza di opposizione, mentre così non è.
A Roma i suoi parlamentari votano senza tentennamenti tutto ciò che viene proposto dal Cavaliere e da Tremonti, ma quando ritornano nella loro padania cambiano la casacca e da elementi essenziali della maggioranza di governo, si trasformano in opposizione dura e pura al governo stesso.
Di questo ne sono testimoni le continue manifestazioni organizzate dai sindaci leghisti, e che hanno visto il Sindaco di Varese, avv. Fontana in prima linea, contro il patto di stabilità e contro la Finanziaria in discussione, provvedimenti che i loro parlamentari hanno votato a Roma.
La stessa situazione vi è anche nelle realtà comunali come a Busto dove la Lega è elemento portante della maggioranza che sostiene il Sindaco Farioli, ma non perde occasione per indossare la maglietta dell’opposizione e andare contro alle decisioni prese dalla maggioranza di cui la Lega fa parte.
L’ultimo evento si è avuto in occasione dell’approvazione del Piano Urbano del Traffico (denominato con un acronimo abbastanza insolente: “PUT”, tant’è che in molti lo chiamano non piano del traffico ma piano del PUT, con il significato che i bustocchi ben conoscono) in quanto la Lega ha fatto cambiare ciò che era già stato deciso dal Sindaco a dalla sua Giunta, della quale la Lega fa parte.
Se a livello nazionale questa doppia faccia della Lega può essere giustificata dal desiderio di essere sempre dalla parte più pagante sotto il profilo politico, sotto tutti i profili, questo atteggiamento a livello locale non convince.
In molti ritengono che nell’atteggiamento della Lega bustese vi sia qualcosa che non funziona e ci spieghiamo.
Il piano urbano del traffico è in gestazione da ormai oltre 15 anni; ogni tanto se ne parla, più volte si è affermato che lo studio era pronto, nel frattempo sono stati spesi un po’ di soldi per alcune elaborazioni poi abbandonate e finalmente è arrivato in Consiglio comunale per la sua approvazione.
Il cittadino normale, che non è avvezzo di politica, ritiene che quando una delibera così importante arriva in Consiglio comunale sia stata esaminata a fondo dalla giunta e dai consiglieri di maggioranza.
Ai tempi della prima Repubblica quando c’era la tanto vituperata Democrazia Cristiana (che oggi, col senno di poi, in molti rimpiangono) vi era l’abitudine di esaminare questi provvedimenti prima all’interno del Partito con riunioni che duravano fino alle quatto del mattino, dopo di che si tenevano riunioni con i partiti della coalizione dove si esaminavano gli eventuali punti di contrasto e infine si arrivava in Consiglio Comunale dove ciascuno faceva il proprio intervento, ma alla fine il voto era a favore della delibera in quanto tutti la conoscevano e ne erano stati coinvolti. Il dubbio che viene, visto il comportamento leghista, è che questo approccio oggi, ai tempi della seconda Repubblica, non esista più.
L’impressione che si è avuta è che in Consiglio Comunale sia arrivata una delibera che non era conosciuta dai consiglieri della Lega e dai suoi assessori e che non l’avessero discussa con i loro colleghi di maggioranza per cui sembrava che quella fosse la prima volta in cui discutevano del PUT.
Questa sensazione è provata dal fatto che solo in quella sede la Lega ha chiesto che fosse eliminato dal piano del traffico quella scelta scellerata che prevedeva la costruzione di ben tre rotonde lungo il viale delle Glorie (viale Diaz, viale Duca d’Aosta e viale Cadorna).
Per la prima volta nella nostra vita ci siamo trovati ad affermare: meno male che c’era la Lega ad opporsi!
I nostri lettori possono immaginare quanto ci costi fare questa affermazione ma poiché abbiamo sempre cercato di essere politicamente corretti, quando un partito fa una cosa giusta, lo riconosciamo.
Quello che è certo è che la Lega in consiglio comunale sembrava non conoscere assolutamente questa delibera, o almeno di non averla discussa in giunta cosa che, se fosse vera, sarebbe inconcepibile.
Diversamente sorge un altro dubbio e cioè che in giunta tutto passa e viene approvato ma poi, per avere un po’ di visibilità dato che si è in campagna elettorale (Antonelli nuovo responsabile del Pdl ha affermato che la Lega è in perenne campagna elettorale) la Lega picchia il pugno sul tavolo e, forte dei propri voti che possono far cadere la giunta Farioli, impone il proprio diktat..
Nel frattempo è già partito il toto-sindaco: la Lega vuole il sindaco ovunque e quindi anche a Busto, per cui nei prossimi mesi assisteremo a scintille su questo tema, ma i Bustocchi non devono preoccuparsi più di tanto.
Premesso che chiunque venga candidato dalla destra a Busto vince, compreso il primo che passa per la strada, alla fine a decidere non saranno né gli esponenti del Pdl né quelli della Lega, ma vi sarà una bella cena a base di toast e di sardine in quel Arcore dove si deciderà a chi spetterà il sindaco di Busto il sindaco di Gallarate e il sindaco di Varese.
Dopo di che tutti Pdl e Lega compresa obbediranno come delle belle pecorelle, chi avrà ottenuto il risultato che si prefiggeva sarà contento, chi invece avrà perso perché il suo leader ha ceduto in cambio di qualcos’altro, andrà in giro per qualche giorno con la testa bassa, ma alla fine con una presidenza in più tutti saranno felici e contenti.
E tutto questo alla faccia della lotta contro il partitismo che era in voga quando la Lega si è presentata sul palcoscenico politico e contro il quale la Lega stessa aveva fatto la propria ragione di vita e la propria fortuna elettorale.
(Da L'Informazione del 2 luglio 2010)
sabato 3 luglio 2010
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