sabato 24 luglio 2010

Una migliore programmazione non guasterebbe: Caos per le strade di Busto

Da sempre sosteniamo che il sottosuolo rappresenta un valore enorme per la collettività ma, purtroppo, questo valore non viene assolutamente tenuto presente e tutti si divertono a mettere “sotto terra” di tutto e di più, senza alcuna programmazione.
Le società telefoniche posano i loro cavi dove vogliono, l’Agesp fa altrettanto, l’Enel interviene ovunque, sia pur con un minimo di programmazione, le fognature ogni tanto devono essere mantenute e riparate; tutto questo comporta la esecuzione di interventi continui e distruttivi delle strade di qualsiasi città.
Quante volte tutti noi abbiamo assistito a scene che hanno fatto gridare allo scandalo, strade asfaltate da una settimana sulle quali dopo qualche giorno interveniva qualcuno per fare un bel buco lungo 200 metri, lasciando poi l’asfalto riparato alla belle meglio, con degli affossamenti molto pericolosi per le biciclette e i motocicli che vi circolano sopra, che rischiano di ribaltarsi ogni qualvolta percorrono queste strade in conseguenza dei dislivelli creati dagli scavi.
Purtroppo questo è un andazzo che va avanti ovunque e colpisce la nostra città come tutte le altre.
È pur vero che dovrebbe esserci un impegno da parte di tutti coloro che devono eseguire interventi sulle strade, di darne una preventiva comunicazione all’Amministrazione comunale in modo di poter fare una sia pur minima programmazione dell’asfaltatura delle strade al fine di evitare scempi come quello che abbiamo appena descritto. Purtroppo anche se vi fosse una programmazione ogni tanto vi sono degli interventi urgenti che devono essere eseguiti e che creano le problematiche di cui abbiamo detto.
Se però l’Amministrazione comunale dovesse decidere di sfruttare il sottosuolo, in primo luogo ne avrebbe un grosso vantaggio economico in quanto potrebbe chiedere un “affitto” di questo bene, offrendo però qualcosa in cambio, e in secondo luogo non vi sarebbero più interventi di rottura delle strade che poi vengono ridotte nello stato in cui purtroppo le troviamo.
Ci spieghiamo: sarebbe sufficiente che l’Amministrazione comunale, sulla base di un programma ben preciso che dovrà investire tutte le strade della città e sfruttando anche gli scavi eseguiti da terzi (risparmiando quindi dei soldi), posasse al di sotto del manto stradale dei grossi condotti nei quali far passare poi le varie tubature, fili, cavi e quant’altro. Sappiamo benissimo che vi sono delle norme che impediscono il passaggio di cavi elettrici assieme ai tubi del gas, ma è sufficiente posare due condutture distinte ove far passare le condutture in questione evitando qualsiasi problema di eventuale pericolo.
In questo modo, quando si deve intervenire su questi cavi o tubazioni, è sufficiente farlo in luoghi prestabiliti, dove gli operai possono lavorare in modo comodo, senza rischi per la loro persona e sicuramente con meno fatica di quella che si fa adesso.
I tubi e i cavi potrebbero essere infilati e sfilati da queste grosse condutture e tutti ne avrebbero un vantaggio, sia di carattere economico che di tempo in quanto l’intervento sarebbe veloce, sicuramente meno costoso di quanto costa oggi e non sarebbero più necessarie le ruspe e i martelli pneumatici che disturbano con il loro rumore. Ad esempio in via Mazzini l’Agesp sta eseguendo un importante intervento che ormai dura da qualche mese. Se nel fare questi lavori, posando i tubi per il teleriscaldamento (almeno così ci sembra di aver capito), posasse anche ulteriori condutture di grosse dimensioni entro le quali far passare poi cavi e tubazioni delle varie utenze, già avremmo una via centrale che non avrebbe più bisogno per molto tempo di essere “bucata” per eseguire interventi di qualsiasi genere.
In questo modo si eviterebbero i grossi disagi che incontrano gli esercizi commerciali che hanno le loro vetrine aperte sulle strade dove si eseguono gli interventi di scavi.
Ci chiediamo come hanno potuto portare avanti i saldi in questo periodo i negozi che si trovano subito dietro le poste, visto che per la via Mazzini non ci si può passare in macchina e (quasi) neppure a piedi. Speriamo che quello che noi pensiamo non si sia verificato, ma abbiamo il timore che questi negozi abbiano subito un grave danno economico dal fatto che la via Mazzini sia rimasta chiusa in un periodo essenziale dell’anno commerciale di un negozio che è appunto quello dei saldi.
Come dicono a Napoli, “passato il giorno gabbato il Santo” e se le vendite non sono state fatte in questo periodo, con le perdite che già si sono verificate durante l’anno in quanto, checché ne dica il nostro governo, la gente ha comperato e consumato sicuramente meno rispetto agli anni passati, il danno sarà ancora maggiore e oltre il danno vi sarà stata la beffa di aver sperato di poter vendere almeno una parte della merce che era rimasta sugli scaffali sia pur ad un prezzo ridotto. Ora si devono tenere questa merce per altri mesi sperando che la moda non cambi più di tanto in modo che, per i prossimi saldi del luglio 2011, tutta questa merce possa di nuovo essere messa in vetrina per tentare di venderla con sconti vertiginosi.
Tutto questo potrebbe succedere per i negozi che vendono merce di scarsa qualità, ma non può succedere certamente per i negozi presenti in via Mazzini perché sono negozi che vendono merce di alta qualità per cui non si permetterebbero mai di svendere la loro merce in quanto rischierebbero di perdere i propri clienti che faticosamente hanno conquistato nel corso di duri anni di lavoro.
La proposta di utilizzare il sottosuolo è stata da noi fatta già oltre vent’anni fa, ma siamo rimasti inascoltati.
In tutti questi anni abbiamo avuto la conferma che nelle grandi capitali, Berlino, Madrid, Londra, Parigi, tanto per citarne alcune, questi interventi sono all’ordine del giorno, ma come sempre in Italia siamo più grandi, siamo dei pensatori e quindi non amiamo copiare quello che fanno gli altri anche se è positivo. Questo atteggiamento ha poi le conseguenze che tutti noi possiamo vedere quotidianamente non solo per le strade ma, purtroppo, in qualsiasi altro settore.

                                                                                                        (Da L’Informazione 23 luglio 2010)

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