venerdì 30 aprile 2010

“Collasso” degli uffici comunali … provate con un certificato!

Prima o poi tutti abbiamo bisogno di recarci in Comune per richiedere un certificato e in quel momento ci si rende conto della situazione di collasso in cui si trovano gli uffici comunali destinati al pubblico.
Non vogliamo trattare la problematica dell’accesso del pubblico ad uffici particolari come l’urbanistica perché ci porterebbe a un lungo discorso.
Quello di cui oggi vogliamo trattare è la problematica dell’ufficio anagrafe.
Al mattino, in attesa dell’apertura, ci sono sempre almeno 20 persone che, sul marciapiede, “prendono il posto” per evitare di fare la fila.

Non appena il portone si apre, le persone in attesa cercano di sorpassarsi l’una con l’altra per essere primi davanti all’impiegata per richiedere il documento di cui abbisognano.
Se invece di arrivare alle ore 8:00 e attendere l’apertura, si arriva più tardi i tempi d’attesa diventano molto lunghi; personalmente nei giorni scorsi abbiamo fatto circa 40 minuti di fila per ottenere un certificato.
Fin qui il problema potrebbe essere di scarsa rilevanza, quello che lascia perplessi è vedere decine di persone accalcate in un spazio di pochi metri, ovviamente in piedi, perché le sedie sono poche, c’è chi si appoggia al muro, altri si siedono all’interno della macchina per le fotografie per riposare e altri attendono sbuffando il proprio turno. La situazione di questo ufficio è incandescente, prima o poi qualcuno inizierà a reclamare. La colpa dell’attesa non è certamente da attribuire ai pochi impiegati che sono agli sportelli che si danno un gran da fare, ma dal numero esiguo di sportelli aperti al pubblico; forse l’Amministrazione comunale preferisce utilizzare i propri dipendenti in altri settori.
Il problema è quello dello spazio fisico dove i cittadini devono attendere e questa è una situazione che deve essere presa di petto dall’Assessore competente e, se l’Assessore non è in grado di risolvere il problema perché fino ad oggi non se ne è mai accorto forse perché non ha mai avuto la necessità di richiedere un certificato, deve farlo il Sindaco, il quale come ha detto più volte, è un grande lavoratore per cui un problema in più non lo può preoccupare minimamente.
Il problema degli uffici comunali si aggrava in quanto le esigenze dei cittadini aumentano quotidianamente anche perché, nonostante vi sia la possibilità delle autocertificazioni, molti si recano sempre presso l’anagrafe per chiedere il documento dal quale risulti il “timbro” e la firma dell’impiegato.
Lo stesso dicasi anche per l’ufficio nel quale tutti cercano di non andarci, ma del quale prima o poi tutti hanno bisogno: l’ufficio Cimiteri.
Le due impiegate all’interno sono sommerse dai documenti, le persone vengono ricevute su appuntamento ma la situazione in cui operano queste dipendenti è al limite della sopportazione, vi è la necessità di aumentare il numero degli addetti da dedicare a questo servizio che, sotto il profilo puramente economico, rende parecchi soldi al Comune che si fa pagare come si suol dire “anche l’aria”!
Ma quando si ha a che fare con un defunto tutti sono disponibili a mettere mano al portafogli, pagando senza sollevare la minima obiezione.
Gli uffici di cui stiamo trattando sono, come spazio, rimasti tali negli ultimi 50 anni in quanto così ce li ricordiamo quando da bambini accompagnavamo i nostri genitori all’anagrafe: nulla è cambiato nonostante sia passato mezzo secolo o anche più.
Ci chiediamo come mai il Sindaco e per lui l’Assessore alla partita non abbiano mai pensato ad un allargamento dell’anagrafe, individuando altri spazi, spostando alcuni uffici per ampliare lo spazio disponibile.
Ad esempio l’ufficio elettorale potrebbe essere spostato.
Anche in questo ufficio vi è carenza di personale, gli impiegati sono sommersi dalle carte e cercano di fare il loro meglio di fronte ad una situazione che peggiora quotidianamente in quanto ormai una volta all’anno si vota e tutto quello che riguarda questo settore deve essere aggiornato “ad horas”.
In ogni caso anche un intervento di questo genere sarebbe un semplice palliativo che non risolverà le problematiche esistenti in quanto l’intervento deve essere fatto alla radice.
Basterebbe verificare anche la situazione dell’ufficio che è in Via Candiani dove fortunatamente è stata messa una tettoia per evitare che le persone, in lunga attesa del proprio turno sul marciapiede, prendessero acqua e neve in inverno o fossero cotti dal sole in estate; anche questi cittadini si trovano in una situazione che a dire indecente è dire poco.
È necessario che l’Amministrazione comunale si dia una mossa per quanto riguarda la previsione di un nuovo palazzo comunale.
Da quando ci interessiamo di politica e quindi dal 1985, di tanto in tanto si sente parlare della necessità di un nuovo palazzo comunale, ma poi vi è il silenzio in quanto i soldi necessari per un simile intervento sono molti.
Quello che è certo è che a cento metri di distanza dal palazzo Gilardoni vi è l’ex Calzaturificio Borri che potrebbe essere utilizzato per permettere agli uffici comunali di avere gli spazi necessari per i prossimi decenni.
Tutto questo però non viene fatto, il Calzaturificio Borri rimane vuoto in attesa della venuta del Messia e intanto i cittadini devono rimanere in piedi, accalcati uno di fianco all’altro in coda per ritirare un certificato, quando invece la situazione potrebbe essere nettamente migliore se fosse messo a disposizione degli uffici comunali, anagrafe compreso, un maggior spazio ricavato all’interno dell’ex Borri.
Purtroppo anche per queste problematiche la nostra Amministrazione dimostra di essere disattenta o menefreghista, ed in ogni caso distante dal cittadino.
Sarebbe sufficiente che i nostri Assessori, dopo essere andati al bar che si trova di fianco al Tempio Civico, facciano quattro passi in più e si rechino a vedere la situazione dell’anagrafe. In questo modo, digerendo il caffè, potrebbero anche rendersi conto della situazione di disagio in cui vivono i nostri concittadini.

                                                                                                           (da L’Informazione 30 aprile 2010)

Nessun commento:

Posta un commento