venerdì 16 aprile 2010

Busto, Castellanza, Gallarate e .....MA.GA.: Musei a confronto

Nei giorni scorsi su un quotidiano locale vi era un articolo intitolato “Busto Arsizio non è invidiosa del Maga di Gallarate”, e faceva riferimento alla recente inaugurazione del MAGA, Museo Arte Gallarate, che ha iniziato la sua nuova attività in un nuovo edificio, con una mostra ad altissimo livello con quadri di Modigliani provenienti dalle collezioni di tutto il mondo, mostra intitolata “Il Mistico Profano”.
Si è trattato di un notevole evento mediatico che ha portato Gallarate all’onore delle cronache a livello italiano e non solo. É l’ultimo passaggio di una evoluzione che da anni Gallarate sta avendo e che le ha permesso di conquistare spazi sempre più ampi, ora anche nel campo dell’arte e quindi della cultura.
Gallarate era già famosa per il suo museo d’arte moderna ubicato nell’edificio dove vi è anche la sede del Tribunale di Gallarate, che è stato voluto fortemente dai gallaratesi che, con questa iniziativa, hanno dimostrato da decenni di essere vicini alla cultura e all’arte. Il vecchio museo di arte moderna di Gallarate era ubicato in un edificio all’avanguardia, se si pensa agli anni nei quali è stato edificato.

Quelli erano gli anni del boom economico quando l’economica tirava e i denari a disposizione anche delle amministrazioni pubbliche erano notevoli. Dopo un inizio di estremo fulgore durato alcuni anni, il museo d’arte moderna sembrava essersi “raffreddato” ma l’iniziativa del Maga lo ha fatto rinascere completamente.
Trattandosi di arte, i pareri sono contrastanti ma noi che non siamo esperti in arte ma cerchiamo di verificare se nella società vi sono nuovi interessi, nuovi traguardi da raggiungere, abbiamo plaudito a tale iniziativa perché significa che, indipendentemente dalle critiche che legittimamente si possono fare, Gallarate ha dimostrato ancora una volta di essere all’avanguardia, che pensa al futuro delle proprie generazioni, che coltiva anche la cultura sotto ogni aspetto. Già in passato con l’iniziativa della Fondazione “1860 Gallarate Città Onlus” che ha contribuito a far rinascere Gallarate con iniziative apprezzate in tutti i settori, dimostrando in epoca non sospetta che, grazie alle iniziative dei privati, di cose se ne possono fare molte.
Poiché gli eventi culturali sono sinonimo di intelligenza, chi li porta avanti dimostra di avere il carburante necessario per riprendere il cammino anche economico.
Le iniziative come quella del Maga gestita con oculatezza, possono avere un grande respiro non solo per Gallarate, ma per l’intera zona. Il fatto di aver organizzato per l’inaugurazione del museo, una mostra su Modigliani, dimostra che chi gestisce questa iniziativa ha delle notevoli capacità sotto tutti i profili.
Riuscire a mettere insieme ben 40 quadri di Modigliani non è cosa di tutti i giorni, necessita di essere parte di una notevole rete di conoscenze, di essere apprezzati dai proprietari delle tele, di avere la capacità economica di gestire iniziative di questo genere e di essere in grado di coprire i costi con le entrate che, grazie non solo a sponsorizzazioni ma anche alle visite al museo, sono sufficienti per permettere che questa iniziativa non chiuda in perdita. Il fatto stesso che questa mostra sia stata propagandata a livello nazionale dai mass-media, dà già la dimensione che ha raggiunto Gallarate. Se fino a qualche anno fa le mostre di quadri richiamavano una fascia limitata di visitatori costituita essenzialmente da amanti dell’arte e da specializzati, oggi i tempi sono cambiati. Sono molte le persone di qualsiasi ceto economico e sociale, che desiderano ampliare le proprie conoscenze ed è per questo che a livello nazionale sorgono mostre d’arte ad alto livello e non solo nelle grandi città come può essere Roma, Firenze, Torino, Milano, ma anche in città di provincia come Treviso, Padova ed altre ancora. Questo sta a significare che quando si hanno le idee, rendendo accessibile l’iniziativa, mettendo a disposizione le infrastrutture necessarie per ospitare le persone che fanno molti chilometri per visitare una mostra d’arte, dove tutto funziona a puntino, il visitatore della mostra ritorna felice della visita che ha fatto, la sua cultura si è incrementata, in futuro si ricorderà per sempre della città che ha permesso tutto questo e nel caso di specie facciamo riferimento a Gallarate.
Ma ritorniamo al titolo dell’articolo di cui abbiamo parlato all’inizio: Busto non è invidiosa del Maga! Ma è proprio così? Noi non siamo invidiosi, siamo ammirati il che è diverso; sicuramente a Busto vi è chi è invidioso delle iniziative di Gallarate perché tra Gallarate e Busto vi è sempre stata una competizione che ha origini lontane nel tempo. Quello che auspichiamo è una stretta collaborazione tra tutti i comuni vicini e il Maga, per permettere a questa iniziativa di continuare nello splendore con il quale ha iniziato la propria attività.  Non devono sorgere altri musei vicini, si tratta eventualmente di ampliare quelli esistenti che però non devono essere in concorrenza tra di loro. A Castellanza vi è la Fondazione Pagani che, nonostante si tratti di un’iniziativa unica, sembra essere stata dimenticata non solo dalla propria città, ma dall’intero Altomilanese; si tratta invece di un’iniziativa notevole che merita di essere riscoperta e risvegliata. Si potrebbe pensare ad un organismo a livello provinciale che coordini le attività museali per permettere un loro coordinamento ottenendo lo sviluppo della cultura nella nostra provincia, che è nota per le proprie imprese ma non certamente per l’arte, nonostante che in ogni luogo vi sia qualcosa che ricorda un amore verso l’arte che in passato era in ogni luogo. Basta ricordare i pochi edifici che sono stati salvati dall’incuria per rendersi conto di quanta bellezza e di quanta arte vi era un po’ dappertutto. Vogliamo concludere con un invito che riguarda la nostra amata Busto: a pochi metri di distanza del conventino che citiamo quasi ogni giorno vi è un ricordo di San Carlo. La statua del Santo necessita a parere di un non esperto come noi, di interventi per la sua salvaguardia mentre per la struttura vi sono stati degli interventi. Si deve organizzare una lotteria per avere i fondi necessari per poter riparare la statua o si deve attendere che crolli tutto?
Non ci vogliono milioni per sistemare questo piccolo capolavoro.
Sembra che a Busto il passato sia costituito solo dalla cucina e dal dialetto, mentre il passato è un mosaico costituito da tante cose tra cui la statua di San Carlo ne rappresenta un elemento importante.

                                                                                                                  (L’Informazione 16 aprile 2010)

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