mercoledì 5 maggio 2010

D’Alema: lo stratega perdente!

D’Alema, l’uomo con i baffetti da sparviero, è sempre alla ricerca di una nuova strategia che gli possa assicurare più di potere di quello che già ha.
Tutti ce lo ricordiamo a metà degli anni ’90 quando faceva finta di lavorare perché Veltroni diventasse segretario dei DS, e segretario fu nominato lui.
Dopo qualche anno con Berlusconi, ha pensato alla bi-camerale e ha lavorato per anni con l’intento di far fuori Berlusconi. Il risultato è che ad essere fatto fuori fu il Baffetto.
Ulteriori pensate sono state quelle di fare cadere il primo governo Prodi cadesse per prenderne il posto, per arrivare a 2008 quando è stato nominato Veltroni segretario del P.D. nel 2007, lavorando perché rassegnasse le dimissioni, mentre qualche mese fa ha fatto la famosa uscita relativa alla Puglia quando aveva annunciato che a breve vi sarebbero state “delle scintille”: il risultato è stato l’arresto di mezza giunta regionale Vendola.
L’ultima proposta fatta dallo Sparviero è di questi giorni: porte aperte a Fini. La risposta dell’interessato è stata lapidaria: il PD deve essere alla fame!  Pensare che Fini, uomo nato nell’estrema destra che lentamente si sta portando verso i concetti della destra storica, possa accettare di andare a far politica con persone che del vecchio PC, rappresenta il massimo della speranza.
E così D’Alema ha rimediato un’ulteriore figuraccia, e altrettanta figura l’ha fatta il Partito democratico che non ha visto di buon occhio una uscita di questo genere.
Anche il modo in cui ha affrontato il vice direttore del Giornale ieri sera a Ballarò non è stato estremamente felice, è vero che era stato provocato, ma è altrettanto vero che la provocazione era del tutto prevedibile e concludere con la frase "vai a farti fottere" non è il massimo del bon ton.
Forse sarebbe opportuno che il nostro amico, anziché iniziare a lavorare sott’acqua per far fuori anche Bersani, pensasse seriamente ad un triennio sabbatico da trascorrere sulla sua barca a godersi la vita, rileggendo anche qualche libro di politica.

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