sabato 13 marzo 2010

IL LAVORO MANCA

Serve un aiuto strutturale e non fittizio
Il lavoro a Busto

Le notizie come al solito sono contrastanti: il Governo, dopo aver affermato che la crisi economica era solo psicologica, ora sostiene che la crisi è superata; dall’altra parte industriali, artigiani e commercianti sostengono che anche il 2010 sarà un anno difficile e che il recupero sarà molto lento.
Rispetto alle affermazioni del Governo qualcuno si chiede se sia compatibile aver affermato che la crisi era psicologica per poi arrivare alla conclusione che la crisi è superata: se qualcosa è psicologico vuol dire che non esiste realmente, ma se viene superato vuol dire che forse esisteva concretamente!
Purtroppo il politichese è il linguaggio che sta in bocca a molte persone e viene utilizzato spesso anche per non far capire la verità.
Quello che è certo è che tutti i giorni si assiste a licenziamenti, riduzione di orario, cassa integrazione ordinaria, in deroga, speciale e chi più ne ha ne metta; tutto questo è la chiara dimostrazione che questi mesi saranno i più pesanti per la crisi economica che ormai da due anni attanaglia pesantemente il nostro paese.
In molti casi stanno per finire gli ammortizzatori sociali per cui, a breve, vi saranno molte famiglie che dovranno stringere ulteriormente la cinghia perché anche quelle piccole somme erogate come aiuto a seguito della perdita del posto di lavoro, non entreranno più nelle loro tasche; chi ha le rate del mutuo da pagare si troverà in una grave ed insormontabile difficoltà. I soliti qualunquisti affermano che i ristoranti sono pieni, che sui campi da sci vi sono moltitudini di persone, che le autostrade sono percorse da milioni di autovetture.
Quello che è vero è che nei ristoranti non vi sono milioni di persone, lo stesso dicasi per quanto riguarda le piste da sci o le autostrade.
L’élite di chi sta bene continuerà a star sempre più bene, mentre coloro che da sempre hanno vissuto solo grazie al loro stipendio, purtroppo oggi si trovano in una grave difficoltà, sicuramente al ristorante e sui campi da sci da tempo non ci vanno più, e abbiamo il dubbio che ci siano mai andati.
È giunto il momento delle proposte realizzabili e della concretezza.
Un elemento sul quale tutti pongono l’accento è la riduzione della burocrazia nella amministrazione pubblica.
Negli ultimi anni ci sono stati rari interventi e comunque mai risolutivi. Ad esempio a livello di Regione Lombardia gli assessorati con competenza nel settore dell’economia sono più di uno e spesso si trovano in contrasto l’uno con l’altro, la mano destra non sa quasi mai cosa fa la mano sinistra, il che crea una serie di lungaggini burocratiche che hanno come logica conseguenza un aumento vertiginoso dei costi che devono sostenere gli imprenditori, e spesso e volentieri anche i cittadini.
Uno degli impegni che dovrebbe assumere il futuro governo della Regione Lombardia è quello di rendere più omogeneo il settore dell’economia, prevedendo un unico assessorato che operi in modo unitario in questo settore. Non dobbiamo dimenticarci che la Provincia di Varese ha una micro economia elevata, il numero dei dipendenti per ogni azienda è basso, queste imprese meritano e devono essere aiutate sotto tutti i profili.
Un aiuto nella semplificazione degli iter burocratici dovrebbe essere più pregnante e non dovrebbe essere proposto solo a parole per poi non essere messo in pratica .
Un impegno che vi deve essere è l’intervento preciso nei confronti del sistema bancario.
Nella nostra città in questi giorni gli imprenditori sono chiamati dalle banche alle quali devono presentare un pre-bilancio dell’anno 2009 e la maggioranza di questi imprenditori sarà costretta a presentare alla propria banca un bilancio che vedrà un fatturato in netto calo rispetto agli anni precedenti.
Cosa succederà in questi casi? Le banche di Busto e non solo terranno presente che siamo in un periodo di crisi oppure, come spesso succede, guarderanno semplicemente i numeri, richiameranno la famosa norma di “Basilea 2” e, se andrà bene, ridurranno l’entità del fido, sempre che non arrivino a chiedere il rientro da parte dei poveri imprenditori, che non sapranno più che cosa fare per proseguire nella loro attività imprenditoriale, nella quale hanno investito tutto quello che avevano.
Se il settore bancario non aiuterà gli imprenditori (e per imprenditori intendiamo non solo gli industriali, ma gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti, tutti coloro che operano nel settore economico creando posti di lavoro e facendo girare l’economia) la situazione peggiorerà in modo drastico, la crisi anziché concludersi entro quest’anno continuerà anche nei mesi successivi e molti altri lavoratori perderanno il loro posto di lavoro.
L’informazione 12 marzo 2010








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