mercoledì 26 settembre 2012

Quanto mi costi

Lo scandalo di Fiorito & Company, o meglio delle spese pazze delle regioni, ha alzato il coperchio del famoso vaso di Pandora: il costo dei Consiglieri regionali è qualcosa di pazzesco!
Il SOle 24 ore ha pubblicato i costi del 2011 di tutte le regioni e da tali dati abbiamo delle sorprese eclatanti in quanto emerge che la spesa del Consiglio regionale, per ogni 100 abitanti, ammonta ad oltre 12.000 euro per la Valle d’Aosta per arrivare a quello più basso che è della Regione Puglia che è pari ad € 372,7.
La Sardegna ha un costo di ben 4.401 euro, la Sicilia di 3.317, la Calabria di 2.491, mentre la nostra Lombardia spende “solo” € 729,9 per ogni 100 abitanti; eclatanti sono anche i costi di Trento (€ 2.767) e Bolzano (€ 1.649).
Le regioni più povere sono quelle che spendono di più! Le regioni più ricche sono quelle che spendono di meno! E allora c’è qualcosa che non funziona in quanto un Consiglio regionale non può avere un costo che passa da 372 euro per la Puglia, ad oltre 12.000 per la Valle d ‘Aosta.
E’ ora che la Corte dei Conti incominci ad indagare su questi costi.
Non è possibile che, come si è verificato nel Lazio, vi sia chi possa fare mandati di pagamento senza alcuna giustificazione per oltre € 100.000 al giorno.
Il costo dei consiglieri regionali deve essere uguale in tutta Italia, con una perequazione relativa al costo della vita che sicuramente è più alto in Lombardia e nel Lazio piuttosto che in Basilicata o in Calabria.
Ma forse il problema non è l’alto stipendio che percepisce un consigliere regionale (che supera in alcuni casi lo stipendio di un governatore degli Stati Uniti), ma sono i benefit che questi consiglieri regionali hanno che vanno dal telefono ai pasti quasi gratuiti, al non pagare i mezzi di trasporto, all’entrare gratis in strutture ecc. ecc., per non parlare poi dei portaborse che alla fine ricevono pochi euro e tante pacche sulla schiena e la maggior parte sono in nero.
Visto che forse è iniziata la moralizzazione anche di questo ambiente, ci auguriamo che la mano sia pesante e che chi ha sbagliato paghi, dal Trentino Alto Adige fino alla Sicilia.

3 commenti:

  1. la Corte dei Conti si attiva in autonomia, ovvero deve ricevere un imput da qualcuno? ad esempio da un esposto! e una Class action sarebbe forse inutile (o improcedibile) ma eclatante, no?
    Mario Spreafico

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  2. Aiutami a capire il perché siamo tutti amareggiati e stanchi di questa situazione e non riusciamo a prenderci per mano e andar a trovare (amichevolmente) sti soggetti; chiedo a te come legale se un gruppo, spero numeroso, di persone si presentano fuori dal loro ufficio solo per guardarli in faccia (faccia tosta) possono essere perseguiti per qualcosa (non penso reato!!).
    Questa mattina dovrò dire a qualche cliente che deve adeguarsi agli "studi di settore" e spero mi rispondano che non pagano più vitalizi!!.
    Buona giornata.....ne abbiamo veramente bisogno.
    Gp

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  3. Il giornalista Massimo Gramellini in un suo vecchio articolo (La megliocrazia) apparso su lastampa.it del 03 Novembre 2011 diceva:Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori.
    E poi proseguiva:in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo.
    E infine così chiudeva l’articolo:Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure.Questo invece è un estratto del libro la Rinascita Italica:
    Chiarisco che qui non si vuole promuovere la negazione del diritto di voto per alcuni in favore di altri, ma si sta unicamente ponendo l’accento su un fatto naturale e inconfutabile: non tutti gli uomini sono dotati dello stesso discernimento riguardo ciò che è bene per lo Stato, e il grado di tale attitudine è intimamente legato al grado di apertura della coscienza.
    È difficile accettare questo per chi è stato condizionato fin da bambino a credere che “tutti gli uomini sono uguali”. Egli potrebbe infatti far notare che: “Se tutti gli uomini sono uguali nei diritti, tutti possono fare politica esprimendo il proprio voto e decidendo per la nazione”.Ma se tutti gli uomini posseggono gli stessi diritti, allora perché non tutti hanno il diritto di comprendere la filosofia o la matematica con la stessa acutezza, mentre si pretende che tutti siano in grado di comprendere la Politica? Voglio ricordare che andare a votare significa “fare politica”, e questa non è un’azione da poco. Al cittadino che esprime il suo voto si sta chiedendo di compiere un atto politico, ma non lo si mette nelle condizioni di studiare e comprendere a fondo questa materia.La Politica – la capacità di decidere per il Bene della comunità – è una materia (un’Arte) che richiede una certa predisposizione innata, una buona preparazione intellettuale e un continuo esercizio. I cittadini invece vanno a votare così come scelgono il nuovo contratto telefonico, “per simpatia”, seguendo gli slogan pubblicitari gridati da un palco.
    Persino per la pulizia dei gabinetti è necessaria una previa istruzione del personale, se si vuole che poi funzionino correttamente. Ma nessuna istruzione viene data a chi si accinge all’atto politico chiamato voto. La filosofia corrente è questa: più l’elettore è giovane e ignorante, meglio è. Per essere ammesso al voto infatti è sufficiente che tu sia maggiorenne e non abbia ammazzato qualcuno… o meglio… che non ti abbiano ancora scoperto!L’articolo di Massimo Gramellini su La Stampa all’epoca non passò inosservato (come tutti i suoi articoli, essendo lui un giornalista fuori dagli schemi), infatti ha ricevuto un numero molto elevato di commenti, alcuni indignati, ma per la maggior parte inaspettatamente favorevoli. Buon segno. Qualcosa nelle persone si sta risvegliando.Diventa sempre piu' necessario che le persone di buona volonta', soprattutto giovani, “entrino in Politica”. Non avete idea di quanto sia importante farlo proprio in questo periodo storico, e quanto sia importante che lo facciano proprio le persone più consapevoli, quelle che possono provocare una »rinascita italica«, una rinascita dello Spirito Italico che non è né di destra né di sinistra, ma può riportare il cittadino a sentirsi orgoglioso di essere italiano.Finché continuiamo a lamentarci fra di noi,senza mai provare a entrare nella “stanza dei bottoni”, perché riteniamo che la Politica sia una “cosa sporca”, allora la Politica – e la nazione – resteranno in mano a chi nello sporco grufola agiatamente. E la responsabilità sarà unicamente nostra, che abbiamo deciso di “tirarci fuori”.

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