mercoledì 16 febbraio 2011

Vietato ammalarsi

Da meno di un mese sono entrati in carica i nuovi direttori generali delle Asl e ciascuno ha sicuramente in mente il traguardo che vuole raggiungere.
In Lombardia non si può dire che la sanità non funzioni, specie se la confrontiamo con quello che succede in altre parti.
Ma qualcosa che non funziona c’è e purtroppo questo qualcosa spesso è molto grave.
Due sono gli elementi sui quali i nuovi D. G. si devono impegnare per porvi rimedio:
1) la diminuzione di posti di letto che obbliga i pazienti, quasi ancora intubati, ad uscire dagli ospedali per recarsi in alberghi a cinque stelle, le cliniche private, per la convalescenza; domanda: quanto costano alla collettività questi alberghi/cliniche?
2) I tempi di attesa per fare gli esami. E’ moralmente lecito che una persona che accusa ad esempio disturbi al cuore o alla circolazione, per fare un ecodoppler debba attendere, in quel di Busto, la prima decade di maggio.
Probabilmente nel frattempo si rischia un bel infarto così il problema è risolto, con risparmio di soldi per la Regione che ha un cittadino in meno da assistere! C’è da chiedersi come mai invece, per lo stesso esame, i tempi a Gallarate sono ridotti di ben 40 giorni. Se però questo esame viene fatto privatamente i tempi sono ridotti a pochi giorni e se poi qualcuno ha i Santi in paradiso, i tempi si riducono a poche ore.
E’ giusto che ci siano cittadini di serie A e di serie B? Ma qui ci sono cittadini anche di serie Z, che sono quelli che definiamo P.C. - vale a dire “poveri cristi” - che rappresentano gran parte della collettività, tra i quali anche noi facciamo parte.
La speranza è che il nuovo Direttore Generale dell’Ospedale di Busto Arsizio ponga fine a questo sconcio, permettendo a chi ha bisogno di fare un esame di poterlo fare, e a chi ha necessità di rimanere un giorno in più in Ospedale dopo un’operazione, possa rimanervi senza essere immediatamente “sfrattato dal letto”.

1 commento:

  1. E a Legnano è, secondo me, ancora peggio.
    Un amico ricoverato in rianimazione per un particolare virus è stato portato in rianimazione al Sant'Anna di Como in quanto il suo posto era necessario per un caso più urgente del suo e nel circondario (Busto, Gallarate e Rho)non vi erano posti disponibili.
    Peccato però che a causa del tragitto la sua situazione si è aggravata e ora la situazione veramente complicata.
    Creare un Ospedale come quello di Legnano con meno posti letto rispetto al precedente e trovarci in una situazione del genere per mancanza di posti letto è, a dir poco, incompresibile.
    Emanuele Pezzoni

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