lunedì 7 febbraio 2011

A rischio “default”

Spesso nei nostri articoli pubblicati dalle colonne di questo settimanale ci siamo lamentati del fatto che Busto nel corso degli anni ha progressivamente perso la propria leadership ed è scarsamente considerata dai Comuni confinanti, insomma che non è più il faro dell’Altomilanese (e non solo) come invece accadeva in passato.
Come tutti sanno Busto per oltre un secolo è stata chiamata la Manchester d’Italia e la città delle 100 ciminiere, per richiamare l’attenzione sulla sua storica vocazione industriale.
Di Busto si è sempre sostenuto due principi e precisamente:
I° a Busto si pensa solo a fare soldi
II° a Busto di notte si dorme e non si va a ballare, con la conseguenza di essere sempre stata considerata una città dormitorio.
Il fatto che Busto non sia più alla ribalta della cronaca deve essere però smentito in quanto recentemente, nell’inserto “Lombardia” pubblicato dal noto quotidiano economico della Confindustria “Il Sole 24 ore”, il nome del nostro Comune è stato citato tra i mille Comuni “a rischio default”, ed è stato inserito tra “i cinquanta municipi con il maggior disavanzo” d’Italia.
Fortunatamente in questo elenco Busto è indicato al cinquantesimo posto.
Il titolo dell’articolo al quale fa riferimento questa statistica è molto significativo: “Sindaci in bolletta. Incubo fallimento per mille Comuni”.
La situazione economica dei Comuni inseriti in questo elenco è la diretta conseguenza di elementi sia di carattere nazionale che di carattere prettamente locale.
I problemi a livello nazionale sono noti: il blocco delle aliquote, la riduzione drastica dei trasferimenti statali ai Comuni e la crisi economica che attanaglia l’intera nostra nazione.
Questi tre elementi, concomitanti e rilevanti, hanno contribuito a ridurre in modo sostanziale le entrate dei Comuni, e mentre le entrate diminuiscono continuamente, le spese correnti rimangono le stesse dell’anno precedente o, anche solo per l’effetto dell’inflazione, aumentano in modo progressivo e costante.
A livello locale la situazione è ben nota: il nostro Comune non può aumentare le entrate e, conseguentemente, il saldo negativo tra attivo e passivo aumenta sempre di più.
Ulteriore elemento di notevole importanza è dato dal fatto che il boom edilizio è terminato da tempo e i relativi oneri di urbanizzazione, che rappresentano la fonte di entrate di maggiore rilevanza per tutti i Comuni, si sono fortemente ridotti perché si costruisce molto meno rispetto al passato, con la conseguenza che le somme a disposizione dei Comuni diminuiscono sempre di più.
Non solo, chi ci governa ha intenzione di non permettere più ai comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per ripianare le spese correnti, e se così fosse sarebbe la rovina!
L’elenco che abbiamo sopra richiamato è relativo ai 50 Comuni “con il maggior disavanzo corrente, coperto da entrate tributarie”.
L’elemento di questo elenco che ha richiamato maggiormente la nostra attenzione è il fatto che il nostro Comune è quello che ha l’importo più alto in relazione alle spese correnti rispetto a tutti gli altri Comuni, anche se si trova in buona compagnia in quanto nell’elenco, al 19° posto, e quindi molto più indebitati rispetto al nostro Comune, vi sono anche i nostri amici legnanesi.
Nell’elenco invece non compare il Comune di Gallarate, il che dimostra che lo stesso si trova in una situazione sicuramente migliore rispetto a Busto.
Quello che è certo è che in questo elenco il nostro Comune è quello con il numero di abitanti maggiore rispetto a tutti gli altri Comuni in quanto, se non si tiene conto di Legnano, sono tutti molto piccoli in quanto tra gli stessi ve ne sono alcuni che hanno pochi abitanti, e questo ci deve preoccupare maggiormente.
Inoltre se si tiene conto che la legge sul patto di stabilità “conferma il blocco della leva fiscale locale fino all’attuazione del federalismo”, il futuro di tutti i Comuni, Busto compreso, è sicuramente molto più nero rispetto a quello che poteva essere anche in passato recente.
Tutto questo è conseguenza del fatto che a livello centrale, per salvaguardare il bilancio statale che viene controllato dall’Unione Europea, devono essere rispettati determinati parametri e per fare questo si va ad intaccare quelle che sono le leve della vita nazionale e cioè i Comuni, i quali hanno lottato, senza ottenere alcun risultato, contro il cosiddetto patto di stabilità che premia esclusivamente i Comuni che in passato hanno speso molto, o meglio sperperato i denari pubblici, ma non i Comuni denominati “virtuosi” che hanno sempre tenuto i bilanci in regola, rispettando tutte le norme vigenti in materia ed evitando spese inutili.
Ci chiediamo che cosa abbia fatto la Lega per dare una mano ai Comuni del Nord che notoriamente sono, sicuramente nella stragrande maggioranza, considerati “virtuosi” rispetto a quelli del Sud che invece, a dire della Lega, spendono e sperperano a più non posso.
È inutile che i nostri sindaci, ivi compreso il presidente dei sindaci della Lombardia, il Sindaco leghista di Varese, vadano a manifestare a Roma contro il patto di stabilità, per poi assistere a manfrine come quelle che pone in essere sistematicamente la Lega, che a Roma vota a favore del patto di stabilità e poi direttamente, tramite i suoi parlamentari, viene in periferia, e quindi anche a Busto Arsizio, a criticare questo patto di stabilità, affermando che si tratta di un patto ignobile e che deve essere modificato.
La coerenza vuole che nel consiglio dei ministri o in Parlamento la Lega avrebbe dovuto votare contro il patto di stabilità, o quanto meno deve avere il coraggio di venire a Busto e dichiarare che l’economia italiana è talmente disastrata che non si può far a meno del patto di stabilità, che deve essere assolutamente rispettato.
Ve la ricordate la famosa testa di Giano bifronte? Ebbene la Lega può essere assimilata a Giano, in quanto a Roma ha un volto e a Busto ne ha un altro; tutto questo è la riprova che La Lega a Busto predica bene, ma a Roma razzola male, anzi molto male!
(Da L’Informazione 17 Dicembre 2010)

1 commento:

  1. La Sua tesi è "La gente è scema e si fa abbindolare dalla Lega e da Berlusconi".
    Dimostrazione ne è che nel Suo blog non c'è mai una critica o un'analisi della sinistra e dei suoi problemi; anche Lei è parte del sistema "prima repubblica" che continua a demonizzare la Lega senza capire che il "voto di protesta" dei primi anni sta diventando, grazie a Voi, un vero movimento di secessione. Ho già scritto in passato che sarebbe meglio se il nostro segretario Bersani la smettesse di puntare il dito e cominciasse a presentare dei veri programmi e non estemporanee proposte di dubbia realizzazione o annunci di fumosi "programmi già pronti" che nessuno vede mai o che nemmeno chi li presenta riesce a capirli.
    In un Suo articolo dei giorni scorsi narrava di aver sentito dire un anno fa, mentre era in coda alla posta, due signori parlare di quanto fosse giusto evadere perché poi "il Berlusca un condono lo fa sempre"; io tutti i santi giorni da almeno 20 anni sento decine di persone ripetere che sarebbe molto meglio se il nord si separasse dal resto d'Italia. Tutti imbecilli che pendono dalle labbra di Bossi & Co.?
    Lei fa un'analisi precisa nel presente articolo ma non ci spiega come funziona la contabilità comunale e come si arrivi ai dati del "sole 24 ore"; perché non ci spiega che i dati sono spesso frutto di voci "fittizie" che se riclassificate capovolgerebbero i risultati di bilancio? Perché non ci spiega che i dati se non vengono riclassificati sono pressoché inutili e falsano la realtà delle cose?

    P.S.: Censurare articoli non è mai segno di democrazia e mi spiace che anche Lei attui questa odiosa pratica. Se i politici Varesini non riescono a far sentire la propria voce ai propri rappresentanti nazionali è anche per la mancanza di coraggio.
    Un colpo di clacson non è un invito sovversivo e la sua censura è semplice codardia.

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