mercoledì 17 novembre 2010

Mini-bus

Da queste colonne abbiamo ripetutamente sollecitato una “sistemazione” del parcheggio sterrato che si trova tra via Lualdi e via Einaudi tra i due parcheggi dell’Agesp; in questi giorni abbiamo visto che il nostro appello è stato accolto e che si stanno eseguendo dei lavori di sistemazione.
Quando però abbiamo visto l’area transennata, ci è venuto un dubbio: non è che anche questo parcheggio che era gratuito, diventerà a pagamento? Se così fosse un centinaio di persone che utilizzavano quello spiazzo, dovranno trovare un altro luogo dove parcheggiare le proprie auto dalle sette del mattino fino alla tarda serata.
Si tratta di lavoratori che già fanno fatica a sbarcare il lunario che, se dovessero pagare anche pochi euro per il parcheggio, potrebbero avere grosse difficoltà.
Questo ci ha fatto ricordare il piano parcheggi, del quale si parla da oltre 15 anni, che è stato presentato da presidenti dell’Agesp, da assessori e sindaci che hanno spiegato ai cittadini dove i nuovi parcheggi sarebbero sorti; gli anni sono passati e il risultato è che i parcheggi non solo non ce ne sono di nuovi, ma quelli esistenti diminuiscono sempre più.
O meglio, sono aumentati quelli a pagamento mentre quelli liberi e a disco orario sono diminuiti drasticamente nella zona che parte dalla stazione centrale e arriva fino a piazza Manzoni.
Quello che preoccupa di più è il fatto che la gran parte dei parcheggi sono con il parchimetro, per cui i cittadini non sanno che pesci prendere, o meglio lo sanno bene: basta recarsi in un parcheggio dell’Agesp e pagare un abbonamento, che incide sul loro portafoglio.
È certo che se si potesse fare a meno dell’auto lo si farebbe più che volentieri, ma se si abita fuori Busto o in periferia, visto il trasporto pubblico che vi è a Busto, l’unico mezzo per recarsi in stazione o in centro, è quello di utilizzare l’auto, ma poi sorge il dilemma: dove la si può parcheggiare senza incorrere nelle multe?
Si vocifera che il numero delle multe sia aumentato in modo esponenziale e ci auguriamo che questo non sia vero, perché significherebbe ancora una volta punire i cittadini. Abbiamo visto persone multate perché il disco orario era scaduto da un quarto d’ora: un po’ di tolleranza vi deve essere!
Ovviamente i nostri governanti dicono che questo non è vero e che le multe sono relative ad altri fatti. Ben vengano le motivazioni diverse per le quali vengono elevate le multe, ma sarebbe interessante sapere quante multe per divieto di sosta vengono “elargite”.
Quello del piano dei parcheggi non è uno slogan, ma è una necessità inderogabile perché, è inutile nascondercelo, la nostra è anche la civiltà dell’auto e sperare, come qualcuno afferma, che fra qualche anno non ci saranno più auto, è mentire a se stessi.
Un mezzo per ovviare a questa situazione è il trasporto pubblico, ma purtroppo questo è carente a Busto (come è carente ovunque).
E questa carenza è dimostrata dal fatto che i mezzi pubblici sono poco utilizzati. Tutti vediamo gli enormi bus viaggiare per Busto con a bordo due persone o completamente vuoti.
Questo significa che i percorsi fatti da questi bus non sono interessanti per i cittadini, che i tempi di percorrenza sono lunghi e quelli di attesa non sono congrui.
Ovunque ormai alle fermate degli autobus vi sono dei cartelli luminosi che indicano il tempo di attesa per l’arrivo del primo autobus, ma nella nostra città a questo non si è ancora pensato; è ovvio che se una persona deve prendere l’autobus e sa che arriva nel giro di tre minuti, può aspettare questi tre minuti ma se invece deve attendere che l’autobus “passi” senza sapere né quando né come, lascia perdere il trasporto pubblico e utilizza la propria auto intasando le vie cittadine.
In ogni caso, anche se il trasporto pubblico fosse all’avanguardia, ci si chiede dove gli automobilisti possono parcheggiare le proprie auto e prendere la navetta che li dovrebbe portare in centro.
Non ci sembra, e saremmo felici di essere smentiti, che vi siano delle zone di raccolta delle auto dove le navette arrivano ogni dieci minuti per portare gli automobilisti da queste zone in centro e viceversa.
Ricordiamo un nostro vecchio pallino: la dimensione degli autobus.
Per una città come Busto, a parte l’utilizzo fatto dagli studenti all’inizio e al termine delle lezioni, di autobus di grosse dimensioni non ve ne è necessità. Si potrebbe iniziare ad utilizzare questi piccoli bus che portano una ventina di persone, con tempi di percorrenza più frequenti rispetto a quelli attuali.
Un grande autobus crea inquinamento, è poco maneggevole e crea traffico per le sue dimensioni; se potessero essere utilizzati dei mini bus elettrici, come quelli che ci sono in molte città, avremmo un ambiente meno inquinato e un maggior utilizzo rispetto ai grandi autobus.
Dato atto che il parco mezzi è vecchio, si potrebbero sostituire qualche autobus in esercizio che ormai è divenuto obsoleto, con dei piccoli bus elettrici che sono anche facili da utilizzare in quanto una persona di una certa età non deve rischiare di cadere salendo e scendendo da quei gradini enormi che hanno questi autobus, in quanto questi mini bus hanno le porte praticamente raso terra, con l’accesso facilitato per le persone che hanno problemi anche di deambulazione.
L’impressione che abbiamo è che il trasporto pubblico a Busto interessi ben poco a chi lo gestisce.
È noto che il trasporto urbano crea solo passività e non utili, ma proprio per questo motivo Busto cinquant’anni fa si era dotata di un proprio servizio di trasporti che veniva gestito dall’Agesp e le passività venivano coperte con gli utili creati dagli altri servizi quali il gas e le farmacie.
Oggi sembra, ma ci auguriamo che non sia vero, che l’Agesp non abbia più gli utili di una volta anzi, si sussurra che sia in perdita.
Anche su questo punto sarebbe necessario avere un po’ di chiarezza.

(Da L’Informazione 12 novembre 2010)

2 commenti:

  1. Ancora una volta mi rallegra leggere che qualcuno la pensa come me!
    La problematica "parcheggi" DEVE assolutamente essere affrontata con serietà ed un pizzico di buon senso: non servono parcheggi enormi ma aree diffuse e ben posizionate sul territorio in modo da liberare i bordi delle strade; serve un equilibrio tra parcheggi a pagamento ed aree libere o a disco orario. Ho un solo una precisazione da farLe relativamente a quando dice che "abbiamo visto persone multate perché il disco orario era scaduto da un quarto d’ora: un po’ di tolleranza vi deve essere!". Credo che serva tolleranza quando non venga rispettato il quarto d'ora sul disco orario (in piazza mercato per esempio quando la gente va a fare la spesa), ma serve rigore quando il quarto d'ora è relativo alle aree a pagamento, questo perchè in teoria la diversa politica di pagamento è legata al diverso utilizzo delle aree. Qualche anno fa ho preso una multa negli USA per aver sforato di 3 minuti su un area con parchimetro; contestando la multa al poliziotto questo mi ha risposto che se dovessero tollerare chi sfora di un minuto dovrebbero poi tollerare chi sfora di un ulteriore minuto rispetto alla tolleranza; un limite è fatto apposta per porre un paletto che deve essere rispettato.
    Sull'argomento minibus condivido il 100% di quello che Lei scrive e confermo, per esperienza personale, che ci sono decine di città in tutta Italia, anche più grandi di Busto, che li utilizzano già. Sono più agili e meno ingombranti oltre che pericolosi (l'avete mai visto un autobus che passa per le vie di Sacconago o Borsano?), inquinano meno in quanto meno potenti e più nuovi (senza considerare quelli elettrici che sono anche migliori) e soprattutto sono più economici da gestire e da acquistare; la spesa per l'acquisto di un minibus è meno di un terzo rispetto all'acquisto di un autobus normale giustificando quindi la possibilità di avere più mezzi, più personale, più linee e quindi un servizio migliore dell'attuale ad un costo di gestione inferiore a quello in essere.
    Vorrei infine fare un altro appello alla "bella addormentata" collegando i due argomenti appena trattati, parcheggi e autobus. L'area di parcheggio a ridosso dei cinque ponti che doveva servire da terminal per i bus di linea provenienti da fuori città perchè è inutilizzata? La struttura (biglietteria?) creata ad hoc è stata lasciata distruggere dai vandali ed ora è lì a marcire facendo mostra di se e dando il benvenuto a chi giunge in città da gallarate, è un biglietto da visita che si sposa a perfezione con le aiuole? Non si potrebbe utilizzare l'area come parcheggio e collegarla al centro ed ai punti cruciali della città con una navetta?
    Spero che la "bella addormentata" legga queste righe, i vigili urbani già lo fanno perchè dopo le recenti critiche qualcosa è improvvisamente cambiato nel far rispettare le segnaletiche.

    RispondiElimina
  2. Non condivido la rigidità sul minuto o su i minuti della sosta a pagamento. Ciò che vale per un limite vale e deve valere per il limite analogo; infatti decine di pagamenti hanno tolleranze di 15 giorni, sia su base annuale che assai più breve. Nel condominio - e cosa è una città se non un enorme condominio? - ci sono 15gg. ogni tre mesi come flessibilità. Quindi ammettere il 10% di ritardo, quando spesso ci capita di tardare in qualche fila o per qualche parola con un conoscente incontrato, non è che una misura di civiltà. Se ho pagato 60', concedetemi di tardarne 6'; ovviamente dopo non ci sono più scuse. Questa è coesione sociale, mentre quella del policemen americano è rozzezza e autoritarismo.
    Volevo essenzialmente dire la mia sulle corse dei bus urbani. Non serve necessariamente attendere sotto un tabellone luminoso che mi dica qual è il tempo d'attesa per il mio bus. C'è un modo molto più semplice ed economico: orari chiari dei passaggi previsti a quella fermata. A Busto Arsizio non si può ragionevolmente pretendere di avere più di quattro bus orari, di norma.In questi casi basta attendere al massimo 14' se ignari della corsa del bus del proprio quartiere; ma credo che ogni persona di normale cultura saprà arrivare alla fermata con 4/5' di anticipo. Allora perchè spendere tanti soldi per un servizio superfluo quando i quattro passaggi orari ce li sogniamo da anni? Almeno io li sogno in questa città da decenni .

    RispondiElimina