giovedì 4 luglio 2013

Compro oro e slot machines

A Busto, come in molte altre città, ci sono due fenomeni che si ampliano a dismisura, dimostrando che quando vi è la crisi economica e la povertà aumenta, la gente letteralmente “rincretinisce” e pone in essere azioni che mai avrebbe posto in essere quando viveva nel benessere economico.
Ci riferiamo al moltiplicarsi dei negozi “compro oro” e all’apparire in ogni angolo di qualsiasi bar delle slot machines e di altri aggeggi infernali che hanno come unico scopo quello di rubare soldi alla gente, che già ne ha pochi e spesso di distruggere le famiglie.
Nel primo caso siamo di fronte al fatto che si sta raschiando il fondo del barile, in quanto vi sono molte famiglie che stanno vendendo i gioielli che avevano acquistato o ricevuto in regalo o ereditati nel corso degli anni, per poter far fronte alle necessità che la crisi sta creando ogni giorno.
Purtroppo non succede solo questo ma, come mi è accaduto purtroppo di constatare in alcune pratiche che ho avuto occasione di seguire personalmente nel corso della mia attività di avvocato, incominciano a verificarsi anche piccoli furti da parte dei componenti della famiglia, che si appropriano di catenine, orecchini, anelli, per poi andarli a vendere in questi negozi che proliferano in ogni dove, promettendo di pagare prezzi esorbitanti per ogni grammo di oro che comperano da questi disperati.
Ovviamente quando sparisce un monile, molti pensano che sia stato smarrito e sperano di trovarlo in qualche cassetto, tra un lenzuolo e l’altro dove erano stati nascosti ma, facendo anche un trasloco completo di casa, questi gioielli non riappariranno mai più in quanto nel frattempo saranno stati fusi a Valenza!
E questi furti vengono posti in essere un po’ da tutti: dai figli alle mogli, dai mariti, ai parenti prossimi, in alcuni casi anche dalle colf che avendo le necessità economiche di avere subito della liquidità o, comunque, vedendo un facile e pronto guadagno, si appropriano dei gioielli dei propri congiunti e se li vanno a vendere in questi negozi “compro oro”.
Nel centro della città stanno per aprire, fatto salvo che l’Amministrazione Comunale non intervenga “a muso duro”, altri due negozi a distanza di pochi metri dalla Chiesa di Santa Maria, il che rappresenta anche un oltraggio a questa Chiesa che non dovrebbe avere nelle vicinanze negozi che esercitano attività di questo genere.
L’altro fenomeno è quello delle slot machines.
Nella nostra città ci sono ben 10 sale giochi, ci sono decine di negozi, bar e similari che al proprio interno hanno anche quelle macchinette, che noi denominiamo “ruba soldi”, alle quali accedono un po’ tutti.
E queste macchinette sono in gran numero, in città se ne possono contare oltre 600!
Oggi riuscire a capire che un ragazzo ha 18 anni e un giorno, oppure ne ha 16 diventa particolarmente difficile, fatto salvo che non gli si vada a chiedere la carta d’identità per cui, sia pur nella perfetta onestà, parecchie volte i gestori di questi esercizi commerciali permettono a minorenni di giocare con queste macchinette, in quanto li credono maggiorenni, violando la legge.
Il fenomeno del gioco, che ormai è considerata una vera malattia chiamata “ludopatia”, è in forte aumento e sta creando costi alla collettività per la loro cura di miliardi di euro.
E’ un fenomeno che è sempre esistito in quanto il gioco, così sostiene qualcuno, è insito nel DNA di molte persone ed è nato con l’uomo.
Sempre nell’esercizio della mia professione ricordo una Signora di settant’anni che voleva separarsi dal marito il quale, prendendo una pensione di € 800,00 se li andava a giocare al superenalotto, giocando tutte schedine da un euro e quando ho mostrato la mia perplessità nel credere a quanto mi veniva raccontato, la Signora ha tirato fuori un sacchetto del GS nel cui interno vi erano pacchi di schedine di superenalotto e mi ha invitato a contarle perché erano oltre 700!
Vi chiederete per quale motivo erano tutte da un euro?
La risposta è molto semplice: il marito di questa Signora era convinto che la fortuna fosse maggiore giocando tante schedine da un euro e riteneva che giocando schedine da 10 o più euro la fortuna fosse minore.
E’ proprio vero che la stupidità umana non ha limiti di sorta.
Ed è per questo motivo che ho interessato l’Amministrazione Comunale in relazione a questi due fenomeni, chiedendo un intervento preciso per limitare il proliferare dei negozi “compro oro” e l’aumento del numero delle slot machines nella nostra città.
Per quest’ultimo fenomeno ho proposto al Consiglio Comunale che lo ha approvata una “carta” che premia gli esercizi commerciali che al loro interno non hanno la presenza di slot machines, proponendo di costituire un albo da pubblicare sul sito del Comune, dando anche della pubblicità per questi esercizi, Albo nel quale saranno iscritti tutti coloro che si atterranno a questa “carta” che, per chi ha pazienza di leggerlo, troverà in calce al presente articolo.
A questo punto vi deve essere un intervento non solo dell’Amministrazione Pubblica la quale però ha ben pochi poteri, ma in principal modo dei famigliari di questi soggetti in quanto solo con un intervento preciso da parte di questi ultimi si potrà fare in modo che il fenomeno della vendita dei gioielli di famiglia e il fenomeno del giocarsi i soldi alle slot machines venga, non si dice eliminato perché questo sarà impossibile farlo, ma quanto meno contenuto e limitato.
Diversamente le famiglie continueranno a diventare più povere e la crisi economica le ridurrà sul lastrico, in quanto se le persone vanno a spendere gli ultimi pochi euro rimasti in queste facezie o “fanno fuori” il patrimonio famigliare vendendo i gioielli di famiglia, vuol dire che anche il fondo del barile ormai è stato raschiato.

(L'informazione maggio 2013)

1 commento:

  1. IL COMUNE NON DEVE DARE PIù LE LICENZE PER QUESTE ATTIVITà E LA LEGA NON DEVE TUONARE CONTRO I KEBAB.DOMANDO IL COMUNE LO PUò FARE OPPURE COME DICI HA POCHI POTERI? SALUTI EDOARDO

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