martedì 23 luglio 2013

Una morte assurda

Quando ho saputo dell’aggressione armata fatta nei confronti di Laura Prati e del suo vice Iametti, sono rimasto allibito in quanto mai avrei pensato che una persona come Laura potesse avere dei nemici.
Lei non lo sapeva, ma aveva un nemico che aveva deciso di ucciderla e lo ha fatto!
Ora si invocheranno le attenuanti, l’incapacità di intendere e di volere e così di seguito, ma chi ha commesso un crimine così assurdo merita solo la pena massima che il Codice Penale prevede.
Non si può togliere la vita ad una persona per nessun motivo, ma i motivi che hanno portato l’aggressore a colpire a morte Laura sono talmente inconsistenti che non possono esserci scusanti né motivazioni che possono essere addotte.
Ho conosciuto a fondo Laura durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010, abbiamo passato, fianco a fianco, 30 giorni entusiasmanti durante i quali, pur sapendo di non avere alcuna chance di vincere, avevamo deciso di fare la nostra battaglia e, nel contempo, di divertirci.
Mi ricordo che a Laura, quando entravano in sala quelli che erano predestinati a vincere le elezioni, dicevo: “noi siamo i peones” e Laura col suo radioso sorriso mi dava una pacca sulla schiena, e divertita dalla mia frase, mi diceva di non scherzare.
I suoi interventi sono sempre stati puntuali, punzecchianti, le sue idee all’avanguardia.
Era un punto di riferimento per tutti coloro che facevano la politica non per raggiungere un traguardo di prestigio, ma perché amavano la politica di per sé, amavano il servizio fatto per i cittadini e Laura ne era l’esempio.
Togliere la vita ad una persona così fatta, rappresenta un doppio crimine perchè di persone come Laura ne nasce una ogni 200 anni.

1 commento:

  1. Stai dicendo che l'assassino non deve avere la possibilità di essere difeso!!!
    Gp

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