martedì 30 luglio 2013

Dopo un anno nulla è cambiato

Un anno fa pubblicavamo su "L'Informazione" l'articolo che riportamo qui sotto. Dodici mesi sono trascorsi ma nulla è stato fatto e quidi l'articolo di particolare attualità. La politica ha dimostrato ancora una volta di essere brava sole con le parole e paroloni, bei discorsi e frasi fatte, ma quando si tratta di fare le cose nel concreto tutti spariscono. “Dormitorio Pubblico”. Qui manca totalmente la politica Busto e i Lions Nel giro di pochi giorni anche l’estate 2012 diventerà un ricordo, il suo caldo, il cielo sereno, le notti stellate durante le quali era piacevole passeggiare e anche addormentarsi su una panchina, diventeranno un mero ricordo. Inizierà l’autunno con le sue piogge, i suoi primi freddi e, come d’incanto, saremo a Natale con la neve, il gelo e il vento che entra nelle ossa. Per le persone normali queste sono situazioni che si ripetono di anno in anno, che si affrontano con abiti e cappotti di lana, vivendo in case riscaldate. i sono però delle persone che non hanno tutto questo perché non se lo possono permettere o perché hanno deciso di vivere in un modo diverso da quello che per noi rappresenta la normalità. L’inverno è certamente il periodo peggiore per queste persone che si trovano a combattere con il loro peggior nemico: il freddo! Ci riferiamo ai senza tetto, a chi non ha un casa, a chi dorme su una panchina o in un tugurio coprendosi con i cartoni, persone che vivono la loro vita così come l’hanno scelta o come sono stati spinti a fare dalle avversità della vita. Busto, l’opulenta Busto, la Busto dove il lavoro sembra non mancare mai, dove i conti correnti sono pingui e la maggior parte delle famiglie vive in una casa di proprietà, sembra non accorgersi che questo fenomeno sta crescendo da anni anche entro i suoi confini. Quando eravamo giovani a Busto viveva un cosiddetto “barbone” amato da tutti, si chiamava Orfeo se ben ricordiamo, viveva grazie alla raccolta del cartone e del ferro vecchio che vendeva e i soldi che riceveva li spendeva in un’osteria Matteotti. Non aveva un posto fisso dove dormire ma i Bustocchi, col loro calore, gli davano ospitalità, un vestito, un pasto caldo. Oggi di Orfeo ce ne sono molti di più, ma quello che è brutto è che i Bustocchi sembrano non essere più sensibili e disponibili come in passato. Queste persone vengono guardate con sospetto e con disprezzo perché in molti non capiscono come una persona possa “ridursi” a vivere in questo modo. Chi ha un pasto caldo, una casa dove vivere, una famiglia vicina, spesso non comprende che le avversità della vita possono portare a simili situazioni. I nuovi senzatetto non sono solo coloro che per una loro scelta decidono di vivere sotto le stelle, come il famoso popolo dei “figli dei fiori” che tra gli anni ’60 e ’70 sceglievano di vivere i primi anni della loro giovinezza in completa libertà sotto una tenda o in un sacco a pelo, ma sono persone che hanno perso il posto di lavoro o la loro famiglia, come ad esempio i mariti separati che si trovano senza una casa e devono rivolgersi alla mensa dei poveri per mangiare, senza alcun aiuto da parte della comunità. Quando una persona prende 1.000 euro al mese, deve pagare 400 euro di assegni alimentari per i figli e per la moglie, si trova fuori casa senza nulla, vivere diventa particolarmente difficile. A Busto i senzatetto sono molti anche se il numero è limitato rispetto alla popolazione. Queste persone fortunatamente hanno chi pensa a loro, chi tutte le sere fornisce loro assistenza, portando un pasto caldo o una coperta, cercando di rendere migliore la loro vita. L’associazione Volare sta svolgendo da tempo una meritoria opera di coordinamento che ha già dato i suoi risultati, coinvolgendo le realtà di volontariato che sono disponibili ad aiutare queste persone. L’aiuto però non si limita solo a dare qualcosa di concreto a questi soggetti, ma dà loro anche un’assistenza medica e, quello che più conta, fa capire a queste persone che vi è qualcuno che vuole loro bene, che rispetta la loro decisione di vivere in un modo diverso, che non li obbliga a fare cose che loro non vogliono. I Lions della zona si sono coordinati per trovare le somme necessarie per ristrutturare un immobile da destinare a dormitorio in aggiunta alle strutture parrocchiali e di volontariato che operano nel nostro territorio. Purtroppo qui manca totalmente la politica! Nonostante sia decorso oltre un anno e mezzo da quando l’idea del dormitorio è nata, la nostra amministrazione non ha ancora fatto nulla, non ha preso una decisione, non ha messo a disposizione un immobile idoneo allo scopo. Punto di ritrovo dei senzatetto, da sempre in ogni città, è la stazione ferroviaria e questo accade anche a Busto dove fortunatamente un funzionario benevolo delle Ferrovie dello Stato lo scorso anno ha permesso che la sala d’aspetto della stazione fosse trasformata in un dormitorio, mantenendo i termosifoni accesi e questo ha permesso di affrontare la situazione in modo agevole. La speranza è che questa situazione si ripeta anche per il prossimo inverno. Quello che si sta cercando di avere in comodato il vecchio deposito delle biciclette che può essere ristrutturato e destinato a dormitorio con assistenza medica, docce, una piccola mensa e quant’altro può servire per ospitare questi senzatetto che ormai a Busto hanno raggiunto il numero di qualche decina di persone. Qualcuno ha affermato che i bagni della stazione sono disastrati per colpa dei senzatetto: niente di più sbagliato! Queste persone tutelano il posto dove vanno a dormire perché sanno che è l’ultima loro spiaggia. Chi compie opere di distruzione e di vandalismo sono dei deficienti con un’età media di 20 anni, che non sapendo cosa fare non solo distruggono il bagno della stazione, dipingono tutto con scritte e disegni incomprensibili, dimostrando la loro demenza, ma a volte pongono in essere gesti anche inumani nei confronti dei senzatetto anche se fortunatamente questo non si è mai verificato nella nostra città. Quello che occorre fare è dare un segnale preciso perché questo inverno chi non ha una dimora possa avere una assistenza precisa e puntuale. Busto non deve fare la fine della leghista Varese dove, dopo la morte di un senzatetto, nel giro di 10 giorni è stato aperto un dormitorio. A Busto non vi deve essere nessuno che possa morire di freddo perché se questo dovesse succedere rappresenterebbe la sconfitta della nostra città, dei suoi ideali, della sua storia. da "L'informazione" settembre 2012

1 commento:

  1. Da ragazzo, quando andavo alla fermata del pulmann che mi portava a scuola, vedevo sovente un senza tetto che trascorreva la notte sdraiato sulla panchina di quella piccolissima sala d'attesa, che fu anche la sua ultima "dimora".
    Sono passati tanti anni, ma quel ricordo mi accompagna.
    Qui, a Busto, si parlava di utilizzare la vecchia sede dei "vigili urbani", ora vuota.
    E' sempre difficile prendere iniziative umanitarie ma..., se qualcuno inizia, poi trova tanti collaboratori.
    Antonino

    RispondiElimina