lunedì 6 maggio 2013

Il potere logora chi non ce l’ha!

È morto Giulio Andreotti all’età di 94, dei quali oltre 60 anni dedicati alla politica e alle Istituzioni.
Intelligenza, senso dello Stato, pragmatismo ed ironia erano le Sue doti innate.
Di Lui hanno detto tutto e il contrario di tutto!
È stato affermato che: «Giulio Andreotti è stato la Democrazia Cristiana, pur non essendo stato mai stato segretario della Democrazia Cristiana. Andreotti è stato la politica: ha condensato il bene e il male. Una personalità straordinaria. Uno statista internazionale conosciuto in tutto il mondo. Un cattolico vero. Un grande statista che ha sempre creduto nelle istituzioni».
Sicuramente aveva un prestigio internazionale che raramente politici italiani hanno ricevuto; è stato un artefice della ricostruzione del Paese, un pezzo di vita di questa nazione che collaborò con uomini come De Gasperi, Fanfani e Moro.
È stato indubbiamente “il” protagonista indiscusso della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica dopo i traumi della dittatura e della guerra e con Lui se ne va un attore di primissimo piano per oltre sessant'anni di vita pubblica nazionale.
È morta una personalità che, nel bene e nel male, ha fatto della mediazione l'essenza della politica.
Vi è chi ha affermato che Andreotti, con il suo pragmatismo cinico, in nome delle ragioni della politica e della ragion di Stato, avrebbe stretto anche stretto accordi con la mafia. Ma le sentenze di assoluzione pronunciate in suo favore nei vari processi che lo hanno visto protagonista affermano l’esatto contrario!
È stato uno dei pochi politici che ha mantenuto aperto il dialogo anche con forze politiche lontane dal suo pensiero e che “ha contribuito a consolidare il ruolo e la presenza internazionale del nostro Paese, concorrendo così in modo determinante a fare la storia dell'Italia repubblicana”.
Ha rappresentato l'idea della politica ferma, concreta, sobria nei toni e nei giudizi ma sempre disponibile al dialogo anche con le parti sociali e la società.
Da ultimo, come dimenticare la sua ironia, con la quale smorzava i duri contrasti che vedevano contrapposti la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista.

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