sabato 9 marzo 2013

Parcheggi selvaggi a Busto e non solo

I parcheggi sono e saranno uno dei problemi principali di tutte le città, grandi o piccole che siano.
Purtroppo, checché se ne dica, l’auto rimane il mezzo principale per lo spostamento dei cittadini e, purtroppo, il numero dei veicoli a disposizione di ciascuna famiglia aumenta sempre di più.
Non è vero che in una famiglia vi è un’auto per persona, anzi solitamente le auto a disposizione sono maggiori rispetto al numero dei componenti del nucleo famigliare in quanto, nonostante la crisi economica, dell’auto sembra che non se ne possa fare a meno e Busto non è immune da questa situazione, anzi!
Tutte le città negli anni ’50 -’60, in un momento in cui l’auto era non solo un lusso ma anche una chimera, non hanno pensato, nel concedere l’autorizzazione alla costruzione degli edifici, di obbligare, come poi è stato fatto alla fine degli anni ’80 (con la famosa Legge Tognoli), che ogni appartamento costruito fosse dotato di almeno un posto auto o un garage, per cui tutti i condomini edificati fino a pochi anni fa, sia in centro che in periferia, hanno pochi posti auto in dotazione e, di conseguenza, le auto vengono parcheggiate lungo i marciapiedi prospicienti l’edificio.
Ma il problema della obbligatorietà di un posto auto collegato all’appartamento non ha risolto il problema: basterebbe passare alla sera in corso Sempione, località Beata Giuliana, davanti all’ex Mizar, dove sono stati costruiti una serie di enormi palazzi per verificare che vi sono centinaia di auto parcheggiate ovunque, il che significa che l’obbligatorietà non dovrebbe essere di un solo garage per ogni appartamento ma, per evitare questi parcheggi selvaggi, la dotazione dovrebbe essere almeno due box per appartamento.
Un mezzo per disincentivare l’utilizzo dell’auto è quello di far pagare la sosta del veicolo in quanto il territorio del Comune è un bene di tutti, e non è giusto che qualcuno se ne appropri per un lungo periodo.
È un principio che ci trova d’accordo tant’è che a metà degli anni ’80 avevamo proposto l’installazione dei primi parchimetri a Busto, sollevando un vespaio notevole.
Ma il problema non è far pagare un euro o due all’ora per il parcheggio, il vero problema è avere i parcheggi da mettere a disposizione degli automobilisti.
A Busto negli ultimi vent’anni l’Amministrazione comunale ha presentato più piani parcheggi, ma nessuno è stato realizzato.
È una situazione che deve essere affrontata in breve tempo in quanto il prossimo settembre, tanto per fare un esempio, a Busto funzionerà a pieno ritmo il grande Tribunale e, quindi, arriveranno anche i cittadini che ora si rivolgono ai Tribunali di Legnano e di Rho, con i loro avvocati e collaboratori.
Gli esperti dicono che ci sarà un afflusso di almeno duecento auto al giorno in più rispetto a quelle attuali, che dovranno trovare un parcheggio in località prossima al Palazzo di Giustizia.
La nostra Amministrazione sta pensando cosa fare per ovviare a questa situazione che, quando esploderà, creerà notevoli problemi?
Ci pare proprio di no.
L’unico intervento che è stato fatto è stato quello di far pagare la sosta anche in quei pochi parcheggi che ci sono vicino al Tribunale.
È inutile che si chieda di entrare nella Città metropolitana e poi, pur avendo una grande occasione di sviluppo che è quella del grande Tribunale, non affrontare concretamente tutte le problematiche che si creeranno.
Il Tribunale di Busto potrà essere definito il “Tribunale dell’Altomilanese”, con tutti gli annessi e connessi a questo che, oltre ad essere degli onori, sono anche oneri gravosi.
Il problema dei parcheggi non riguarda solo la zona centrale della città, ma anche le sue zone periferiche per cui il piano parcheggi, sempre che qualcuno abbia in mente di predisporlo, non dovrà avere un occhio di riguardo solo per il centro, ma dovrà aver presente tutte le situazioni che stanno mutando nella nostra città.
Busto è una città che si “muove” si modifica costantemente, è diversa da come era un anno fa ed è diversa da come sarà fra un anno.
Questo è un concetto che forse i nostri politici non riescono a mettere nella loro testolina.
Fare il politico, lo abbiamo ripetuto più volte, non significa affrontare il problema che si è verificato, ma significa prevenirlo prima che si verifichi e questo difficilmente succede, anzi diremmo quasi mai.
Il danno che ha la collettività dalla mancanza di un piano parcheggi è enorme in quanto le auto che vagano per le strade di Busto in cerca di un parcheggio creano inquinamento e spese per chi le guida, aumenta la possibilità di incidenti in quanto per cercare un parcheggio si è disattenti, rappresenta un problema che non può né deve essere sottovalutato da nessuna parte politica.
I politici devono dare solo degli indirizzi e rivolgersi ai tecnici (ma dei veri tecnici non i soliti “soloni” che hanno fatto grandi studi, ma che non hanno mai operato concretamente) per avere proposte serie da valutare.
Il problema dei parcheggi lo si risolve facendo una indagine prioritaria (che forse è già stata fatta) per verificare le zone di intervento.
È necessario prevedere la costruzione di silos per parcheggi fuori terra nelle zone dove vi è necessità.
Basterebbe citare due esempi: il primo è quello del parcheggio di Lampugnano che è utilizzato da centinaia di lavoratori che ogni giorno sono costretti a recarsi a Milano con costi molto bassi; il secondo è il silos costruito a fianco del Tribunale di Como, alto 11 piani, che permette di soddisfare non solo le esigenze del confinante Tribunale, ma anche del centro città e di tutti i cittadini che gravitano attorno.
Chi ha avuto queste idee era sicuramente persona illuminata.
Speriamo che nel buio politico che impera ormai da vent’anni a Busto Arsizio un lumicino si accenda e si inizi ad operare in questo settore creando nuove infrastrutture a disposizione dei cittadini.
(Da L'Informazione)

1 commento:

  1. Beh, io cambiamenti sostanziali non ne vedo: tre anni fa non c'erano piste ciclabili decenti e non ce ne sono ora (molto interessante quella di viale boccaccio sul marciapiede alberato, proprio a fianco dell'uscita delle porte delle abitazioni, per non parlare poi di viale Stelvio); Il parcheggio alla stazione centrale, fatto con granu salis non c'era e non c'e' (queste persone sono gia' disagiate in quanto pendolari con costi aggiuntivi di trasporto e senza detraibilita' fiscale, in più costretti a prendere i mezzi trenitalia, una vergogna europea), in compenso alla stazione nord quello gratuito che c'era e' stato chiuso e non riapre (ma non dovrebbe esserci una relazione tra parcheggi a pagamento e quelli liberi? soprattutto vicino a strutture così strategiche?). Pensare che questa città era famosa perchè tutti giravamo in bicicletta giovani e vecchi, oggi nella nostra città girare in bicicletta equivale a un suicidio assistito; in compenso i vigili così presenti nel centro a multare per divieto di sosta gli irregolari a Borsano sono completamente assenti per multare le soste, lì sì selvagge e pericolose, come alla fine di via Magenta. Incredibile come è conciata quella che è stata una delle cittadine più ricche d'Italia e forse d'Europa: BRUTTA, INVIVIBILE PER ANZIANI E DIVERSAMENTE ABILI, PRIVA DI ATTRATTIVE CULTURALI VERAMENTE SIGNIFICATIVE, CON UN CENTRO CHE NON FACILITA CERTO LE RELAZIONI SOCIALI E I CONTATTI UMANI. Nessuna idea, nessuna energia, nessuna novità nasce a Busto Arsizio, che se ha qualche notorietà ce l'ha per i cori razzisti, Fabrizio Corona o le Bestie di Satana. Dove sono finiti gli imprenditori semplici ma concreti ed energici del primi del secolo scorso?
    mario

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