domenica 12 dicembre 2010

Un turista da Malpensa.

Cose belle
Se la memoria non ci tradisce nello scorso mese di marzo l’allora ed attuale assessore Cattaneo aveva inaugurato in pompa magna la stazione delle Ferrovie Nord di Castellanza.
Nonostante che in quel momento la stazione fosse un cantiere, Cattaneo si prese i meriti di una inaugurazione inesistente, perché la biglietteria era in un container e per raggiungere i binari bisognava essere degli ottimi alpinisti passando su una passerella, posta a qualche metro sopra i binari, che i pendolari chiamavano “il ponte tibetano”.
Nonostante le critiche, l’inaugurazione è passata per una vera inaugurazione, televisione e giornali hanno propagandato l’efficienza padana della giunta Formigoni e tutto è passato come si suol dire “in batteria”.
Siamo sicuri che molti di quei cittadini che non hanno necessità, beati loro, di utilizzare il treno delle Nord a Castellanza, hanno creduto a queste panzane e qualche centinaia di voti Formigoni li ha presi, così come qualche centinaia di preferenze Cattaneo le ha ricevute in quel di Castellanza.
Recentemente abbiamo preso il treno delle Nord in un giorno festivo per cui non eravamo presi dalla frenesia del lavoro e abbiamo avuto il tempo di “ammirare” la stazione di Castellanza e abbiamo visto che ben poco è cambiato dal marzo scorso, quasi che il tempo non si sia mai mosso.
Ci chiediamo come mai l’ira dei pendolari si sia invece totalmente assopita. È pur vero che qualche lavoro è stato fatto, ma ci sembra che la stazione ancora sia ben lontana dall’essere ultimata nel vero senso della parola.
Quello della stazione è un tema importante per Castellanza perché centinaia di pendolari sono costretti ad utilizzare le F. N. per recarsi al lavoro.
Non solo, da quando il Malpensa-Express si ferma ogni mezzora anche a Busto, vi è chi spera che i viaggiatori che arrivano all’aeroporto di Malpensa e che hanno la coincidenza il giorno successivo, abbiano la voglia di prendere il treno e, in pochi minuti, raggiungere Busto dove dilettarsi in shopping e visite turistiche.
La prima cosa che fa un turista quando arriva in una stazione, è quella di cercare di capire dove è ubicata la stazione per cui cerca la mappa della città, ma nella stazione F.N. di Busto, di mappe non ve n’è traccia e quindi il malcapitato deve chiedere ai presenti dove è il centro di Busto.
Arrivando con il treno, il turista esce dalla stazione e cerca un taxi. Forse riesce a trovare prima una ballerina di tip tap giapponese che un taxi presso la stazione, nonostante che vi sia il bel cartello e alcuni parcheggi riservati, di taxi non se ne vede neppure l’ombra.
Si può telefonare per cercare un taxi. Il problema è che tutti i tassisti sono a Malpensa per fare affari migliori, e prima che arrivi un taxi il turista o decide di riprendere il treno e tornarsene in aeroporto, oppure raggiunge il centro a piedi.
E sì, perché anche per i mezzi pubblici non è che le indicazioni siano molte e se non si trova una persona pratica del trasporto urbano a Busto, sarà difficile avere delle indicazioni precise.
Inoltre uno straniero che arriva a Busto è probabile che non parli italiano ma l’inglese o altre lingue, e qui casca l’asino!
Busto è la patria del dialetto, abbiamo l’accademia del dialetto, l’Agesp pensa di ubicare presso ilConventino di via Matteotti il museo della tradizione bustocca o qualcosa di simile, ma di scritte in inglese non ve ne sono. D’altra parte che scritte vogliamo che ci siano in inglese quando vi è stata la proposta illuminata di non scrivere le indicazioni in inglese all’aeroporto, ma di scriverle in dialetto, perché così i turisti possono subito entrare nel vivo della cultura locale!
Purtroppo sappiamo che l’area all’interno della stazione delle F. N. è di proprietà delle ferrovie stesse per cui il nostro Comune non può intervenire, ma può suggerire di posizionare nella stazione una mappa di Busto e della zona, con l’indicazione dei monumenti più importanti e dei luoghi che val la pena visitare.
Fuori dalla stazione però il territorio è di pertinenza del nostro Comune, e qui ci permettiamo di dare un suggerimento a chi ci governa: installare un bel pannello con una breve storia della nostra città in italiano e in inglese.
Chi arriva dall’autostrada trova un grande pannello che pubblicizza la nostra città, forse varrebbe la pena pensare che un simile pannello potrebbe essere utile sia nelle stazioni che all’aeroporto di Malpensa.
Se vogliamo attirare delle persone a Busto, che vuol diventare una città termale (ve la ricordate la notizia che qualcuno vuol trasformare il Borri in una stazione termale?) forse varrebbe la pena di pubblicizzare quello che di bello c’è a Busto e di cose belle da visitare ve ne sono molte.
Per una persona che arriva dagli Stati Uniti, visitare la chiesa di Santa Maria o la piccola chiesa di San Gregorio è l’equivalente di visitare un museo. E chiese bellissime a Busto ve ne sono molte altre, e se Busto dovesse fare una joint-venture con i Comuni vicini, si potrebbero pubblicizzare anche le cose belle della Valle Olona.
Probabilmente chi ci sta leggendo sta pensando che siamo degli illusi che credono alle favole e forse è vero, ma il problema è che amiamo la nostra città e la vorremmo vedere trasformata, proiettata verso il futuro, sapere che è conosciuta anche all’estero per i suoi monumenti, per le sue chiese, per le sue raccolte di quadri, per le sue industrie che, purtroppo, si stanno riducendo sempre di più.
L’uomo, per la sua stessa natura, si evolve perché crede nelle utopie; quante sono le cose che sembravano irrealizzabili e che poi sono state realizzate? Quanti sono i traguardi che sembravano fantascienza e che poi si sono trasformati in cose concrete?
Per fare questo è però necessario che Busto si svegli dal torpore nel quale è caduta negli ultimi vent’anni.
È bello sapere di avere tradizioni e radici profonde, è bello sapere che i nostri nonni parlavano il dialetto e che qualcuno ancora oggi lo sappia parlare, ma è altrettanto bello pensare che Busto può essere una città poliglotta dove si parla l’inglese e il cinese, sperare che a Busto vi sia una tecnologia avanzata, ed è ancora più bello sperare che a Busto arrivino persone da tutto il mondo per ammirare e visitare le sue chiese e i suoi monumenti.

                                                                                                         (Da L’Informazione 3 dicembre 2010)

1 commento:

  1. "Ci chiediamo come mai l’ira dei pendolari si sia invece totalmente assopita. È pur vero che qualche lavoro è stato fatto, ma ci sembra che la stazione ancora sia ben lontana dall’essere ultimata nel vero senso della parola"
    Qualcuno che non si è ancora assuefatto c'è:
    http://lastazionedicastellanza.wordpress.com

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