venerdì 31 dicembre 2010

Quanti ancora?

Un altro soldato italiano impegnato in Afghanistan è stato ucciso oggi con un colpo d'arma da fuoco. L'uccisione è avvenuta nel distretto di Gulistan, nella parte occidentale dell’Afganistan, nella parte sud dell'area di competenza italiana; la vittima è stata colpita mentre era all'interno della base dove prestava servizio.
Questa è la fredda comunicazione “Ansa” con la quale abbiamo appreso che un altro nostro giovane ha perso la propria vita.
Non siamo d’accordo con i nostri governanti che hanno definito “fuoco assassino e vigliacco” quello che ha ucciso il militare!
Non siamo d’accordo che si continui ad affermare che il nostro contingente è in “missione di pace”!
Non siamo d’accordo con chi afferma che i militari in Afganistan “portano la democrazia”!
Quanti nostri giovani devono ancora perdere la vita in missioni di pace?
È vero, non è giusto lasciare la popolazione Afgana da sola a combattere contro i Talebani, ma almeno siamo sinceri con noi stessi: quella che i vari contingenti militari presenti in Afganistan sono in missione di guerra e dalla guerra non ci si può aspettare che morte e distruzione.
Se è questo che si vuole, ebbene sia ma non si deve continuamente mentire spudoratamente.
Oppure la verità è un’altra: della democrazia e della pace in Iraq non ce ne frega niente, noi occidentali siamo in quei paesi solo per difendere il petrolio, l’uranio il rame.
Ai posteri l’ardua sentenza!

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