martedì 15 ottobre 2013

BOLLATE: UN PARADISO!

Il carcere di Bollate, aperto nell’anno 2000, rappresenta l’eccezione che conferma la regola: è un carcere modello sotto tutti i profili. A fronte di una capienza di 800 / 900 detenuti, ve ne sono ospitati 1.100/1.200, con un rapporto più che congruo. Oltre 130 detenuti ogni la mattina vanno a lavorare all’esterno del carcere, le celle sono tutte aperte, vi sono molti laboratori dove si insegna ai detenuti un lavoro che potranno poi svolgere quando finiranno la loro detenzione, si va dalla sartoria alla pasticceria, da scuole di falegnameria a quelle di elettricista e così di seguito. I detenuti sono sicuri che, espiata la pena alla quale sono stati condannati, avranno la possibilità di trovare un posto di lavoro perché essere stati detenuti al carcere di Bollate, rappresenta una referenza positiva. Come mai questo non succede anche per le altri carceri? Come mai nel carcere di Busto, che è definito di massima sicurezza, i detenuti sono più del doppio della capienza massima prevista? Come mai il carcere di Varese è in una situazione di quasi abbandono, sembra che di lavori di ristrutturazione o manutenzione ormai da anni non se ne vedano? E’ vero che il carcere di Varese è dal 2000 doveva essere chiuso, ma intanto, dopo 13 anni, è ancora aperto. E’ vero che il carcere di Busto deve essere ampliato con la costruzione di un ulteriore piano, ma intanto i detenuti sono in 4 per cella. Se si vuole veramente ottenere il recupero di detenuti, come previsto dalla Costituzione, il Parlamento deve intervenire velocemente prima che succeda qualche rivolta all’interno di queste strutture, perché i detenuti sono stanchi di essere trattati in modo inumano come oggi succede e come ha rilevato la Comunità Europea che ha anche sanzionato l’Italia, imponendole di porre termine a questa situazione che getta discredito su tutti gli Italiani.

1 commento:

  1. Parole sante!!! Intervenire velocemente per risolvere il problema.
    Poi eventualmente si può pensare ad un indulto amnistia.
    Purtroppo però in Italia il problema si risolve sempre mettendo un rattoppo senza mai tocca la causa del problema. E' quello che è successo 5 anni fa con l'indulto che è stato fatto perchè poi si sarebbero dovute prendere decisioni che risolvessero il problema; dopo 5 anni siamo ancora al punto di partenza. Il motivo addotto è valido, non ci sono soldi. Ma se non ci sono soldi, facendo oggi un indulto/amnistia siamo ancora al punto di 5 anni fa. Come facciamo a risolvere i problemi? Ho già sentito qualcuno che parla di cambiare le leggi e ridurre le pene detentive.
    Mi domando se la corsa al ribasso avrà mai una fine!!!
    A.B.

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