sabato 16 aprile 2011

Perché la Chiesa tace?

Nel corso di questo ultimo tragico mese, iniziato con la rivolta contro Gheddafi e proseguito con l’esodo di massa di Magrebini, si sono sollevate molte voci a favore o contro gli immigrati che dal nord Africa, utilizzando barconi a rischio di affondamento, si dirigevano verso le nostre coste per trovare un luogo più sicuro dove poter vivere.
Molti tunisini, qualche libico, altri provenienti da paesi in guerra, tutti accumunati da un unico desiderio che era quello di trovare in Europa la libertà, un lavoro, un modo per sfamare sé stessi e la propria famiglia.
Arrivati a Lampedusa, sono stati inquadrati come se fossero delle mandrie, caricati su pullman e su navi e trasferiti in luoghi di raccolta.
Vedendo queste persone scendere dai loro barconi mi sono ricordato di quando ad Einstein, in fuga dai nazisti, arrivato negli Stati Uniti era stato chiesto di compilare il questionario che gli era stato consegnato alla frontiera, che conteneva la domanda: a quale razza appartieni? Ed Einstein, dall’alto della sua immane intelligenza aveva risposto: razza umana!
Cosa posso fare questi Tunisini quando arrivano in Italia se non chiedere ospitalità, quella stessa ospitalità che milioni di Italiani hanno avuto quando si sono recati, all’inizio del secolo scorso, negli Stati Uniti, in Australia ed in molte altre nazioni.
Tutti hanno espresso il loro pensiero: fortunatamente solo pochi beceri hanno chiesto che le motovedette italiane affondassero questi barconi prima che del loro arrivo a Lampedusa o che si sparasse ai loro occupanti, la gran parte dei cittadino si è chiesta per quale motivo l’Italia non desse loro ospitalità, l’unica voce che non si è sentita purtroppo è stata quella della Chiesa, se non il Cardinal Bertone che, dall’alto della sua carica, ha incolpato l’Europa di non essere solidale con gli extracomunitari che arrivavano in Italia.
Non vi è stata però una voce da parte della Chiesa che dicesse qualcosa di serio sull’accoglimento di questi essere umani, di questi nostri sfortunati fratelli e la Chiesa è l’Istituzione che più di tutti doveva parlare e doveva fare: perché?

10 commenti:

  1. Forse perchè ha paura che le vengano occupate anche le sue proprietà!! o forse perchè ha capito anche lei che siamo alla frutta!! o forse perchè è un problema così grande che non ci sono soluzioni.
    Gp

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  2. perché la chiesa non vuole dispiacere il governo.
    cartei

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  3. perche' la chiesa non sono ,mai stati, non sono e non saranno mai i prelati al vaticano, ma i missionari che nel mondo soffrono, digiunano, pregano con i disperati. Perche' la chiesa sono i poveri preti delle periferie delle metropoli, che devono dare speranza, ma faticano a trovarla nei loro cuori. Perche' la chiesa siamo noi, credenti e non credenti, che guardando negli occhi il prossimo vedono un loro fratello,

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  4. Forse perchè li abbiamo accolti come avremmo dovuto accoglierli...

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  5. Mi spiace dovervi smentire, ma non è vero: la Chiesa ha parlato e chiaramente. E ha anche fatto, per esempio, più di quanto abbia fatto la Regione Lombardia. C'è stata una chiara dichiarazione dei Vescovi Lombardi (guarda caso, riuniti a Villa Cagnola di Gazzada)il 12 aprile (v. Avvenire 13 aprile), c'è stata (www.avvenire.it/Chiesa/cei+immigrati+solidariet%C3%A0_201102181116095030000.htm) la nota della Commissione episcopale per le migrazioni (Cemi) della Cei e della Fondazione Migrantes,il comunicato del Consiglio permanente Cei (www.avvenire.it/Chiesa/crociata+immigrati_201104011149524930000.htm); in quest'ultima occasione, mons. Crociata ha ricordato che "Come Chiesa italiana attraverso le diocesi e le strutture della Caritas, abbiamo individuato 2.500 posti disponibili per accogliere altrettanti immigrati in 93 diocesi italiane... Duecento posti sono presso la Casa di Fraternità in diocesi di Agrigento. Gli altri in diverse parti d'Italia". Questo significa che, a quella data, la Chiesa Italiana si era fatta carico di tutte le spese relative a vitto, alloggio, vestiario e assistenza medica di circa un quarto degli immigrati passati fino ad allora per Lampedusa.
    Ho l'impressione che tutti abbiate ascoltato la Litizzetto, smaniosa di "dare una lezione alla Chiesa", ma che nessuno (come lei, Fazio & Co.) sia andato oltre. Informarsi è un obbligo, e oggi è molto facile. Buona Pasqua a tutti: "vere resurrexit".
    Mario Colombo

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  6. La chiesa predica bene ma razzola male!
    Come istituzione religiosa ci predica l'accoglienza e critica gli stati (ovviamente quello Italiano è sempre il più controllato) per i loro atteggiamenti e le proprie legislazioni, tuttavia come stato del Vaticano agisce in maniera più rigida e rigorosa rispetto a tutti gli altri stati. Questo vale per l'immigrazione, la prevenzione al terrorismo, le norme sulla discriminazione, la politica bancaria, ecc...
    L'ipocrisia è ovunque...

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  7. Caro anonimo che scrivi il 20 aprile, perchè te ne esci con le solite affermazioni gratuite, i soliti luoghi comuni, senza dare la minima prova di quello che affermi? Perchè, prima di scrivere, non vai a leggerti le pagine web che ho citato nel mio commento del 18 aprile? Affermi che "l'ipocrisia è ovunque". A parte il fatto che, in italiano corretto, avresti dovuto scrivere "dappertutto" e non "ovunque", forse la tua affermazione vale anche per te, se rifiuti così il corretto confronto. E perchè mai resti anonimo?

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  8. Caro Sig. Mario Colombo, le mie non sono affermazioni gratuite e nemmeno dei luoghi comuni e per dimostrartelo allego qui sotto un bel link dove potrà trovare e spero leggere la Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano sulla cittadinanza, emanata il 7 giugno 1929, nonchè la Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano del 26 novembre 2000, l'anno del Grande Giubileo di Giovanni Paolo II, che aveva sostituito la precedente - la prima - emanata nel 1929 dal Papa Pio XI di v.m.
    Ecco il link:
    http://www.coe.int/t/dghl/standardsetting/nationality/National%20legislation/Holy%20See%20Acta%20Apostolicae%20Sedis.asp
    In particolare Le consiglio la lettura del CAPO II. Dell'accesso e del soggiorno nella Città del Vaticano, dove sono esplicitate le norme che Lei ha definito "soliti luoghi comuni". Dopo un'attenta lettura converrà con me che i Vescovi e la conferenza episcopale possono tranquillamente continuare a criticare lo stato Italiano ma se fossero un po' meno ipocriti farebbe la stessa cosa verso il Vaticano.
    Per quanto riguarda il confronto non mi sottraggo di certo, l'anonimato potrei spiegarlo ma dovrei dirLe chi sono...
    Accetto la Sua critica sull'uso di ovunque/dappertutto, ammetto la mia ignoranza e se necessario anche i miei errori ma per l'accusa di ipocrisia attendo la Sua lettura della legge Vaticana.

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  9. Rispondo all'anonimo.
    1. La legge è del 1929. Mi chiedo (e le chiedo) se, come e quanto sia effettivamente applicata oggi.
    2. Comunque, sono disposizioni ben giustificate dalle dimensioni dello stato: le stesse regole, anche se non scritte, valgono a casa mia e, credo, a casa sua.
    3. Lei è andato a leggersi quello che ho segnalato io? Questo sì che conta OGGI.
    Cordialmente

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  10. Gentile Sig. Colombo,
    la legge sarà anche del 1929 ma è comunque una legge vigente quindi viene effettivamente applicata anche OGGI; non me lo chiedo e non lo suppongo ma lo so con certezza.
    Non metto in dubbio che le disposizioni abbiano delle motivazioni valide ma Le faccio notare che nel 1929 non c'era l'emergenza attuale di far fronte ad un continente intero che preme ai nostri confini, eppure lo Stato Vaticano sentì la necessità di inserire una legge così "estrema" (e a mio parere giusta). Le dimensioni dello stato sono un'ottima giustificazione e Le do perfettamente ragione quando dice che "le stesse regole, anche se non scritte, valgono a casa mia e, credo, a casa sua". A casa mia, come credo anche a casa Sua, non faccio entrare chiunque lo chieda, soprattutto se non lo conosco ed a maggior ragione reagirei in malo modo verso un tentativo di ingresso non autorizzato; e tutto ciò non dipende assolutamente dalle dimensioni della casa. Un buon padre di famiglia, Lei me lo insegna, ha il dovere di vegliare sui propri cari, soprattutto all'interno delle mura domestiche; uno stato deve agire come un buon padre di famiglia.
    Si ho letto quello che ha segnalato Lei e confermo quello che affermai a suo tempo, continuo a vedere dosi massicce di ipocrisia all'interno delle affermazioni dei Ministri della Chiesa.
    Apprezzo molto il tentativo cortese ma allo stesso tempo combattivo di affermare le Sue idee e di cercare di convincermi che il mio modo di pensare non è corretto. Tuttavia credo che resteremo arroccati sulle nostre reciproche posizioni senza trovare una sintesi comune e condivisa.
    Cordiali saluti
    A. B.

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