venerdì 12 febbraio 2010

Pendolari ed inaugurazioni:la beffa continua


Le dimenticanze di certi mass-media sugli orari del Malpensa-Express

Puntualità e ritardi
Nei giorni scorsi a Castellanza è stato inaugurato il tunnel delle Ferrovie Nord, che permetterà il passaggio sotterraneo dei treni evitandone l’impatto con il traffico di Castellanza; finalmente dopo anni di attesa è stata ultimata un’opera il cui costo era stato stimato inizialmente da alcuni in circa di cento miliardi e che è venuta a costare 300.000.000 di euro, almeno così sembra. Poiché il passato è scritto sui libri di storia e a noi interessa il futuro, guardiamo avanti perché il futuro ce lo costruiamo noi di giorno in giorno.

L’inaugurazione è stata fatta in pompa magna dal presidente Formigoni con il fido assessore Cattaneo ed altri politici, e Formigoni è riuscito a far coincidere una inaugurazione importante con la sua campagna elettorale.
Già cinque anni or sono aveva inaugurato, senza che neppure fosse finita, l’Expo di Rho - pero; oggi ha inaugurato il tunnel delle Ferrovie Nord e l’inizio dei lavori della Pedemontana. Finalmente, così ha affermato Formigoni, i disagi dei pendolari sono finiti, in quanto i treni delle Nord non avranno più alcun ritardo. I partecipanti all’inaugurazione sono saliti su un Malpensa - Express pulito, senza neppure un piccolo segno, il treno è andato più veloce di quanto previsto ed è arrivato a Milano con qualche minuto di anticipo. Sfortunatamente i mass-media si sono dimenticati di ricordare che mentre il treno presidenziale viaggiava verso Milano gli altri treni viaggiavano con 20 minuti di ritardo ed altri erano stati soppressi. Non solo, il giorno successivo abbiamo avuto la dimostrazione che il tunnel non servirà ad eliminare i ritardi delle Nord: dovendo recarci a Milano abbiamo deciso di prendere il treno delle Nord; arrivati in stazione abbiamo scoperto che due treni erano stati soppressi e che il Malpensa - Express era in ritardo di ben venticinque minuti. Si badi bene un ritardo di venticinque minuti da Malpensa a Busto, un tratto di circa dieci chilometri. Abbiamo l’impressione che i pendolari dovranno soffrire e attendere a lungo prima di poter raggiungere il posto di lavoro in orario. I pendolari sono persone che a centinaia tutte le mattine si alzano alle sei per poter recarsi in stazione, dove sperano di prendere il treno che li porti al posto di lavoro in orario e spesso prendono il treno anche con mezz’ora di anticipo, nella speranza di non essere costretti a recuperare alla sera il tempo perso a causa dei ritardi, sempre che il loro datore di lavoro voglia dargli questa possibilità, perché diversamente rischierebbero di essere licenziati. Il danno subito dai pendolari è enorme perché a fronte di un alto costo del biglietto pagato in anticipo, ricevono un servizio che definire mediocre è un’esagerazione.
Che dire poi della situazione dei treni sporchi e imbrattati dai soliti graffitari che, per non parlare poi del fatto che su questi treni in estate fa un caldo terribile e in inverno si rischia la broncopolmonite. Se poi per caso un passeggero dovesse avere la necessità di recarsi in bagno, il cerchio si chiuderebbe in quanto i bagni sono sporchi e non funzionanti. Leggendo quanto abbiamo vi sarà chi affermerà che la colpa non è delle ferrovie ma della inciviltà dei passeggeri che imbrattano i treni, sporcando e rompendo le toilette. Sicuramente è vero che vi è una piccola parte di persone incivili, ma questa loro inciviltà non deve essere posta a carico dei cittadini educati, che hanno il diritto, avendo pagato il biglietto, di sedersi su un sedile pulito, di usufruire di una toilette funzionante e pulita. Tutto questo purtroppo non succede; tutte le mattine chi prende il treno, compresi quelli dello Stato, deve pregare il Signore che il treno sia in orario e che non si fermi lungo il tragitto.  La Regione deve avere il coraggio di porre a carico sia delle Ferrovie dello Stato che delle Ferrovie Nord delle penali pesanti ogni qualvolta i treni arrivano con un ritardo superiore anche di pochi minuti.
Non pretendiamo di essere in Giappone dove un macchinista che arriva con secondi di ritardo viene licenziato (o come è successo a Tokio un paio di anni fa, dove un macchinista che era arrivato con qualche minuto di ritardo si era fatto karakiri), ma il pendolare ha il diritto di pretendere che il treno arrivi in orario, perché questo in un paese civile dovrebbe essere la normalità.  I pendolari si sono riuniti in associazioni, hanno fatto sentire la propria voce, hanno ricevuto tante promesse ed ora che si è in campagna elettorale di promesse ne riceveranno ancora di più. Il problema è che chi ci governa, una volta passata la buriana delle elezioni, si dimentica delle promesse fatte e nulla fa per eliminare i disagi che quotidianamente i pendolari devono sopportare per andare a lavorare. È una vergogna che una persona debba fare fatica e soffrire per poter raggiungere il proprio posto di lavoro.
(da L’informazione 12 febbraio 2010)

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