venerdì 17 febbraio 2012

Meno armi più opere pubbliche

Il provvedimento che più abbiamo apprezzato del Governo Monti è quello relativo alla riduzione del numero di caccia bombardieri che il precedente Governo aveva deciso di acquistare permettendo il risparmio di un terzo dell’importo complessivo.
Che cosa se ne faccia comunque l’Italia di 90 caccia bombardieri è una domanda alla quale non siamo in grado di dare una risposta.
Quello che è certo è che i miliardi di euro risparmiati potranno essere destinati per opere pubbliche di cui la nostra Nazione ha estrema necessità.
E per opere pubbliche ovviamente non ci riferiamo al ponte sullo Stretto, ma a tante altra infrastrutture che da anni i cittadini reclamano e che non possono essere iniziate o ultimate per mancanza di denaro.
La scelta di ridurre i caccia bombardieri e il personale destinato alla difesa è una scelta oculata e con i soldi potranno essere costruiti gran parte degli asili-nido che mancano in Italia o adeguate oltre 13.000 scuole alle norme vigenti in tema di sicurezza e rispetto delle norme energetiche.
Come si può vedere la teoria meno armi più opere è sicuramente vincente.
Il progetto di difesa che si basa sugli F35 e altri aerei era stato pensato all’epoca della guerra fredda, studiato dopo la caduta del “muro” e messo in realizzazione praticamente tre o quattro anni fa; i tempi sono biblici, nel frattempo il mondo è cambiato e certe modalità di difesa non sono più attuali.
L’Italia non ha fatto altro che adeguarsi a quanto hanno già fatto l’Inghilterra, l’Australia e il Canada, che hanno sospeso per almeno tre anni ogni decisione in merito all’adeguamento delle loro strutture militari.
L’acquisto di aerei per avere in cambio qualche migliaio di posti di lavoro è uno scambio che non riusciamo a capire in quanto con quanto risparmiato con gli F 35 si possono aprire centinaia di cantieri garantendo migliaia posti di lavoro e producendo beni a favore della collettività e non beni che portano solo morte.
L’unico campo di battaglia nel quale l’Italia deve confrontarsi è quello economico dove avrà a che fare con i tedeschi, i francesi, gli inglesi, i cinesi,e chi più ne ha ne metta che, con la loro capacità economiche tentano di superare le imprese italiane.
È con l’economia che oggi si vince la guerra, non certamente con trenta F35 in più.

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