È mancato improvvisamente il professor Tommaso Padoa-Schioppa.
Era stato definito «Un italiano paurosamente intelligente» e può essere considerato, con Jacques Delors, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, Wim Duisenberg e pochissimi altri, uno dei padri dell’Euro.
La sua dote era quella di spingere anche i nemici delle sue idee ad ammirarlo.
Era tollerante ed amava l'ironia.
Affermava di essersi divertito leggendo la vignetta di Forattini pubblicata sul Giornale della famiglia Berlusconi dove compariva legato in una camicia di forza e, mentre da due infermieri lo portavano via, urlava «Le tasse sono bellissime: mettetemi giù, bamboccioni!». Come dimenticare le frasi dette da ministro, sul fatto che le imposte sono fatto positivo perché contribuiscono a fare cose utili per i cittadini, o sui giovani che non escono di casa.
Padoa-Schioppa non era entrato in politica per dire falsità, come invece fanno molti altri!
Era un servitore dello Stato, amava l’Italia e la voleva più rigorosa e seria.
Non per nulla Jacques Delors, che lo conosce nell'81 quando diventa ministro delle Finanze di Parigi al passaggio da Giscard a François Mitterrand, lo volle come suo stretto collaboratore e non si privò più di lui.
Come non ricordare il legame stretto che lo ha legato per decenni a Paul Volcker, presidente della Federal Reserve a Washington. Li univa la convinzione che “una medicina amara, o una chirurgia dolorosa, fosse un male necessario quando un organismo economico è malato e la richiede”.
Padoa-Schioppa non si è mai nascosto dietro le facili ideologie e non ha mai rinunciato ai suoi principi per ottenere del consenso effimero. Era un uomo con un ideale ben preciso: l'Europa!
Ed è stato uno degli uomini che ha contribuito in modo decisivo a farne una realtà.
domenica 19 dicembre 2010
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