All’età di 95 anni è mancato Mario Monicelli, uno dei padri della commedia cinema italiano ed uno più grandi registi che l’Italia abbia mai avuto.
L’anziano regista ha ritenuto finito il suo rapporto con la vita e, aperta la finestra della camera dell’ospedale dove era ricoverato per una grave malattia, come se fosse l’attore di una scena di un film, ha spiccato il volo verso l’eternità.
Il suo nome è legato a tanti film che hanno descritto ironicamente i costumi dell’Italia del dopo guerra, e due in particolare ci sono rimasti impressi.
Il primo è “La grande guerra”, con Sordi e Gassman, all’epoca giovanissimi, che impersonavano l’italiano medio che sembravano essere senza coraggio ma che alla fine, pur di non tradire i loro commilitoni, non cedevano alle violenze degli austriaci e si facevano fucilare.
L’altro film è il mitico “I soliti ignoti” con uno spaccato dell’Italia del dopoguerra che richiama in molti aspetti anche l’Italia di oggi.
Come non ricordare la scena di Totò che sul terrazzo di un palazzo insegna come si scassina una cassaforte, mentre riceve la visita del Maresciallo dei Carabinieri che lo sta curando per i suoi precedenti penali?
Come dimenticare la scena dei ladri dilettanti che, visto che il furto era svanito perché avevano sbagliato la parete da abbattere, scoprono nel frigorifero una pentola di pasta e fagioli e si consolano mangiandola perché tutti erano affamati?
Il finale è forse la scena più bella: terminato il fallito tentativo di rubare, tornando a casa, i potenziali ladri si convertono e entrano in un cantiere dove vi è la possibilità di lavorare: a loro si apre la porta verso una vita normale dove il lavoro e la famiglia sono i principali valori.
Oggi come allora sono molti i giovani che vogliono avere tutto subito e senza fare fatica, ma la gran parte poi dimostra di essere dei bravi ragazzi che si mettono in riga, cercano di trovare un posto di lavoro, si fanno una famiglia e vivono una vita tranquilla.
L’insegnamento di Monicelli rimarrà nella nostra mente per sempre in quanto i suoi film, a differenza di quelli attuali, costavano poco, utilizzavano attori anche non professionisti, dopo quasi 60 anni sono ancora fermi nella nostra mente, mentre i cine panettoni che ci sono propinati ogni Natale, costano tantissimo e non lasciano alcun messaggio o insegnamento né ai giovani né agli anziani.
martedì 30 novembre 2010
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