Un argomento che da alcune settimane sta sollecitando l’interesse dei Bustocchi è la verifica della TARSU per la quale l’Amministrazione Comunale ha incaricato una società esterna, alla quale è stato dato il compito di verificare la corrispondenza delle metrature denunciate rispetto a quelle effettive. Si tratta di un’azione più che legittima, per cui sull’argomento non intendiamo spendere altre parole.
Quello che ci interessa è il servizio reso ai cittadini a fronte al pagamento di somme che sono tutt’altro che lievi; e per cittadino non intendiamo solo il privato, ma anche il commerciante, l’artigiano, il libero professionista, l’imprenditore, che hanno ragione di reclamare perché per la raccolta rifiuti devono pagare somme che, con l’attuale crisi, pesano fortemente e questo significa mettere le mani in tutte le tasche dei cittadini.
Quando si pensa che un ufficio di 100 metri quadri paga centinaia di euro all’anno, nonostante che lo stesso è in grado di produrre al massimo qualche cestino di carta alla settimana, si capisce che per questa tassa l’equità contributiva è utopia.
La raccolta differenziata ha avuto un notevole sviluppo anche a Busto, con la conseguenza che la raccolta rifiuti crea anche un vantaggio economico, almeno così si spera, in quanto il vetro, il ferro, la carta, la plastica. “dovrebbero” essere poi venduti a società del settore, ottenendo il pagamento del relativo prezzo.
Sul punto purtroppo vi è il buio più totale in quanto non si sa nulla, la domanda è: quanto si ricava dalla raccolta differenziata?
Si tratta di un valore che copre il sacrificio che fanno i cittadini per dare corso alla raccolta differenziata, oppure si tratta di un qualcosa “ideale”, per cui la raccolta differenziata viene fatta solo per non portare tutti i rifiuti all’inceneritore o in discarica?
A noi non interessa se la risposta è la prima o la seconda, quello che chiediamo è che ci sia chiarezza in quanto i cittadini hanno il sacrosanto diritto di sapere che quando separano il vetro dalla plastica, i giornali dall’umido, lo fanno per una motivazione, sia essa ideale o economica.
Ulteriore elemento è dato dal fatto che nello smaltimento rifiuti, un peso economico notevole è dato dalla raccolta in quanto vi sono decine di persone che sono dedicate a questo servizio, con mezzi all’avanguardia con i relativi costi.
Ci rechiamo al Centro Multiraccolta tutti i sabati e domeniche e ogni volta vi troviamo decine di persone che vi portano la carta, il ferro, il legno, il vetro, l’erba e così di seguito.
In questo modo vengono portati dai cittadini tonnellate di materiale che in gran parte viene riciclato e in minima parte è smaltito, ma tutto questo fa risparmiare sicuramente molto all’Agesp che ha il compito di raccogliere i rifiuti, in quanto questo lavoro viene fatto da altri e non le costa nulla.
Sorge allora spontanea una domanda: per quale motivo il cittadino che utilizza il proprio mezzo, che spende i soldi per la benzina, che dedica il proprio tempo per portare i rifiuti al Centro raccolta, non viene ripagato per l’impegno profuso?
Perché non si segue l’esempio di Modena dove chi porta dei materiali al centro raccolta viene premiato, in quanto gli viene consegnata una tessera e chi porta dei rifiuti differenziati riceve un “quid” sulla propria tessera che si compensa con quanto dovuto per la TARSU; altri Comuni ad esempio regalano delle piantine ai cittadini che portano ai centri multi raccolta erba o verde in genere.
Busto naturalmente arriverà per ultima, quando altri avranno individuato nuove modalità per la raccolta dei rifiuti e promosso diverse forme di remunerazione in favore dei cittadini; quasi tutti reclamano perché pagano tanto per la TARSU, ma alla fine pagano quanto viene loro richiesto, ma non possono tollerare di fare degli sforzi senza avere neppure un ringraziamento.
In ogni caso se la raccolta differenziata porta nelle casse della società che ha in appalto questo servizio, è giusto che vi sia una riduzione della TARSU o che il cittadino venga premiato direttamente.
Secondo noi è opportuno che il cittadino sia premiato direttamente, riconoscendogli un importo per i rifiuti che lo stesso separa e porta direttamente nei centri multi raccolta, facendo così risparmiare denaro per la raccolta dei rifiuti.
E’ necessario che si pubblicizzi quanto si ricava dalla vendita dei materiali che i cittadini separano, anziché metterli all’interno del “sacco viola”, ed è altrettanto opportuno che sia riconosciuto anche un “quid” per tutti i rifiuti differenziati che portano direttamente al Centro di multi raccolta.
Ma si può fare di più per andare incontro ai cittadini.
Riteniamo che il regolamento della TARSU debba essere modificato anche in quanto se è vero nel corso degli anni trascorsi dalla sua approvazione il Consiglio Comunale lo ha modificato in più parti, è altrettanto vero che tali modifiche avevano come unico scopo quello di individuare nuove superfici da tassare e nulla è stato fatto per favorire i cittadini; tutte le modifiche hanno avuto un solo risultato, quello di aumentare le somme che il cittadino doveva versare al Comune per la raccolta e smaltimento dei rifiuti.
È assurdo affermare che un locale per non produrre rifiuti debba avere un altezza inferiore a metri 1, 50 come è assurdo affermare che non viene tassata un’area interclusa: se è interclusa non produce rifiuti!
Quello che è certo è che un sottotetto, con un altezza anche superiore ai due metri, certamente non produce rifiuti, così come non produce rifiuti una cantina o un box, o comunque li producono in quantità limitata.
Quello che deve essere fatto è una completa una ridefinizione delle aree che possono essere tassate, rendendo in questo modo il regolamento più equo, diversamente si avrà la prova che la raccolta rifiuti è solo un mezzo per “raschiare il fondo del barile”, torchiare i cittadini e spremerli a più non posso.
(Da L’Informazione 25 giugno 2010)
sabato 26 giugno 2010
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