Da giorni non si fa altro che parlare della manovra finanziaria di 24 miliardi di Euro (48.000 miliardi di vecchie Lire) che il governo ha varato per “sistemare i conti pubblici”, che improvvisamente si sono rivelati disastrosi
Ciò che desideriamo esaminare non è certamente la manovra, ma solo quella parte che prevede la riduzione di circa tre miliardi e mezzo di Euro destinati ai Comuni e di quasi sette miliardi di Euro destinati alle Regioni.
Complessivamente gli Enti locali avranno a disposizione rispetto agli anni precedenti ben dieci miliardi di Euro in meno di risorse, che rappresenta una somma enorme.
Ci chiediamo come faranno i Comuni, compreso quello di Busto, a far quadrare i conti.
Il patto di stabilità è già un cappio al collo che sta soffocando tutte le realtà locali, per cui questa ulteriore riduzione di risorse a favore degli enti territoriali, può rappresentarne il colpo mortale.
Quello che più lascia perplessi non è tanto la pesantezza di questa manovra che, per quanto riguarda gli enti locali, è la terza in ordine di grandezza dopo quelle dell’inizio anni ‘90 di Amato e di Ciampi, ma è il fatto che fino a 15 giorni fa il Governo affermava che l’Italia era in una situazione florida, che i conti pubblici erano a posto, che la crisi non aveva inciso minimamente sulla situazione economica del paese, per arrivare in questi giorni ad approvare una manovra che qualcuno ha definito, forse esagerando, epocale.
È chiaro che con questa manovra si vuole dare il colpo di grazia al decentramento locale.
È inutile continuare a parlare di federalismo fiscale se poi lo Stato restituisce solo una minima parte delle risorse ai Comuni e alle Regioni, che sono quelli che producono il reddito nazionale, anzi si continua a penalizzare sempre più questi enti territoriali.
Sul federalismo fiscale vi sarebbero da dire tante cose, ma ci riserviamo di fare un’analisi del problema in altra occasione. L’augurio che ci facciamo è che con l’attuazione del federalismo fiscale Busto non si trovi nella situazione di dover imporre nuove tasse e balzelli a carico dei propri cittadini e questi ultimi non si vedano poi ridurre dallo Stato, almeno in parte, le tasse che oggi già pagano, perché si tratterebbe di una vera e propria presa in giro.
Le previsioni purtroppo dicono che finirà proprio in questo modo: lo Stato continuerà a mantenere, anzi ad aumentare la propria pressione fiscale in quanto la spesa pubblica è fuori controllo, e i Comuni dovranno trovare le loro risorse tassando a più non posso i propri cittadini. Se questo è il federalismo fiscale, dovremmo ripetere ancora una volta che si stava meglio quando si stava peggio!
Tutti i Comuni si trovano da tempo in una situazione economica disastrosa perché le risorse statali diminuiscono continuamente, il costo dei servizi aumenta in modo esponenziale, la differenza fra entrate e uscite si assottiglia sempre più e in molti casi è negativa.
Il problema deve essere visto anche sotto un altro profilo: quello della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
In molti lamentano proprio la scarsa qualità dei servizi a fronte di un aumento continuo dei loro costi.
Uno degli argomenti più in voga da qualche mese è la problematica della TARSU in quanto l’Amministrazione comunale, tramite una società esterna, sta rivedendo le posizioni dei cittadini.
Non vogliamo entrare nel merito di questa questione, ma desideriamo esaminare il servizio offerto per la raccolta dei rifiuti. In questo periodo anche a Busto tutti sono stati obbligati a cambiare il televisore o a comperare un decoder per la questione del digitale terrestre.
In considerazione del fatto che la gran parte dei televisori sono vecchi, in molti hanno scelto di cambiarli ed ora hanno il problema di smaltirli. Se si vuol portare un televisore al centro Multiraccolta nella zona industriale, ci si deve “prenotare”, questo significa che bisogna telefonare all’Ufficio apposito (fortunatamente è un numero verde) e farsi dire quando si può portare il televisore. I responsabili del centro, avendo ricevuto disposizioni in tal senso, sono rigidi e impediscono di lasciare il televisore se non si è seguita questa prassi.
Perché l’AGESP non va incontro ai cittadini che hanno il problema di smaltire il televisore mettendo a disposizione un servizio di raccolta a domicilio? In questo modo l’AGESP farebbe una gran bella figura, il servizio non verrebbe a costare più di tanto in quanto davanti alle abitazioni un mezzo dell’AGESP passa quasi quotidianamente per ritirare i vari tipi di rifiuti e in questo modo si faciliterebbe anche il compito dei cittadini anche perché si offrirebbe il servizio una volta sola in quanto non è che una famiglia abbia più televisori da sostituire. Il problema è che vi potrebbe essere qualche persona, sicuramente poco educata, che arrivata al centro Multiraccolta e sentendosi dire che il televisore non lo può lasciare perché non ha fatto la prenotazione, va in mezzo ai boschi vicino all’ACCAM e butti il televisore tra le piante insieme a tanti altri rifiuti creando ulteriore danno all’ambiente. E già che ci siamo, visto che in questo periodo in tutte le case che hanno la fortuna di avere un piccolo giardino, sono in corso le “grandi opere” di carattere floreale con le potature di alberi, sostituzione di fiori, taglio di erba, il che crea una notevole quantità di rifiuti “verdi”, ci chiediamo come mai l’AGESP non ripristini il servizio di raccolta dell’erba a domicilio, servizio che esisteva, se ben ricordiamo, molti anni fa e che poi è stato soppresso.
Si parla tanto di raccolta differenziata ma spesso l’Amministrazione fa poco per invogliare i cittadini ad operare in tal senso. Intanto però la tassa raccolta rifiuti (TARSU) viene giustamente richiesta e pagata dai cittadini incidendo pesantemente sulle loro tasche.
Ritornando al problema dei tagli statali ai Comuni, saremmo curiosi di sapere a quanto ammonterà la diminuzione a carico del nostro Comune e una volta conosciuto tale dato vorremmo sapere dal nostro Sindaco cosa pensa dei nostri governanti che gli stanno togliendo sempre più risorse, impedendogli di amministrare la città come invece lui vorrebbe e come vorrebbero anche i cittadini, che si trovano a pagare sempre più tasse con sempre meno servizi e quei pochi servizi che non sono a pagamento sono sempre più scadenti.
(Da L’Informazione 11 giugno 2010)
venerdì 11 giugno 2010
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