Vi sono delle strutture che operano nel completo silenzio, dando un grande servizio e soddisfano le esigenze di centinaia di persone ma, come spesso accade, non ci si accorge neppure della loro esistenza in quanto si ritiene che tutto questo sia parte del quotidiano. Una di queste strutture è sicuramente la nostra biblioteca che è ben organizzata, ha un fondo libri di notevole spessore, ha un personale estremamente disponibile con il pubblico e permette a centinaia di persone di richiedere dei libri, da leggere subito o da portare a casa.
Il pubblico che frequenta la biblioteca è il più variegato possibile, si va dal bambino che ha delle esigenze tutte sue, alla persona molto anziana che ha esigenze altrettanto personali, eppure tutte queste esigenze vengono contemperate, valutate ed esaudite.
Spesso vi sono persone che non sanno neppure che libro cercare, che non sanno usare il computer, ma che hanno un valido aiuto dagli incaricati della biblioteca, che fanno il possibile per trovare il libro richiesto e permettere al cittadino, indipendentemente dal ceto, dall’età, dal censo e dal colore della pelle di veder esaudito il proprio desiderio di cultura.
Purtroppo la Biblioteca ha un grosso problema che è quello strutturale. Gli spazi disponibili per la lettura sono esigui a fronte dell’aumentare costante dell’utenza, i computer a disposizione sono pochi, la sala lettura dei quotidiani spesso non ha neppure un posto disponibile tanti sono gli utenti che si recano in Biblioteca per leggere la carta stampata.
Ora la Biblioteca si sta allargando utilizzando la vecchia sala Zappellini e chi ha una certa età, si ricorda che fino a metà degli anni ’70 la Biblioteca era nella sala Zappellini che poi è stata ristrutturata e destinata a sala convegni.
Ci ricordiamo come se fosse ieri, quando da bambini entravamo in questo enorme “stanzone” con il pavimento leggermente inclinato, dove all’inizio vi erano gli schedari e subito dopo vi erano i primi libri che apparivano che per noi erano di una bellezza estrema: l’Enciclopedia Treccani al completo.
Quante ricerche abbiamo fatto utilizzando questa enciclopedia e i libri della Biblioteca durante i nostri anni di studio.
Ma allora l’utilizzo della Biblioteca era minimo, se non fosse stato per gli studenti, la Biblioteca era praticamente non utilizzata; poi la fame di cultura, il desiderio di leggere e di imparare si è ampliato sempre più e la Biblioteca si è ampliata in pari modo.
Noi abbiamo un sogno, che non è grande come quello che aveva Martin Luther King, ma è un sogno che ci portiamo avanti da una decina d’anni e cioè da quando qualcuno ha avuto l’improvvida idea di utilizzare il denaro pubblico per acquistare l’ex Calzaturificio Borri, senza avere la minima idea di cosa farne dopo.
Da quando è stato acquistato questo stabile, lo abbiamo immaginato come centro della cultura dell’Alto Milanese, con una biblioteca ben organizzata, con una sala convegni e di proiezione, con sale multimediali, con luoghi dove sentire la musica, insomma una grande biblioteca, una biblioteca al passo con i tempi, che avrebbe permesso a Busto di assurgere, almeno in questo campo, agli onori delle cronache nazionali e non solo.
Purtroppo l’ex calzaturificio Borri è una palla al piede della nostra amministrazione in quanto chi ci governa non ha un minimo di fantasia e quindi non sa cosa fare di questa struttura, che si degrada ogni giorno di più.
Abbiamo avuto occasione di visitarla quando il Calzaturificio era operante e ci ricordiamo quegli enormi stanzoni pieni di persone che lavoravano sulle macchine fabbricando scarpe; abbiamo avuto poi l’occasione di vederlo vuoto, abbandonato a se stesso, il che dava una grande tristezza e dimostrava con la sua decadenza anche la decadenza nella quale è caduta Busto col passare degli anni.
Ubicare la Biblioteca nell’ex Calzaturificio Borri, significherebbe dare una nuova dignità a questo stabile in quanto esso rappresenta un importante elemento di archeologia industriale, servirebbe a ricordare ai giovani che lì dentro vi hanno lavorato centinaia di persone, che hanno contribuito a rendere grande Busto quando era denominata “la città delle cento ciminiere”.
Con i suoi grandi spazi che questo stabile mettere a disposizione, la Biblioteca non avrebbe bisogno di ulteriori ampliamenti se non fra qualche decina d’anni anche perché, con la telematica e l’avvento dei libri digitali, di spazi in futuro da destinarsi al cartaceo, diminuiranno sempre più, ma vi sarà un notevole bisogno di postazioni di computer perché l’utente deve potersi sedere avendo davanti un monitor sul quale scorreranno le pagine del libro che ha scelto, oppure le pagine del quotidiano che vuole leggere.
Pensare ad una struttura di questo genere significherebbe proiettare Busto veramente nel futuro, dare alla nostra città una chance che non ha mai avuto in passato che è quella della cultura.
Anni fa era stato organizzato un convegno che aveva suscitato l’interesse a livello regionale in quanto aveva individuato che Busto poteva essere un centro culturale, con una sede distaccata del Conservatorio di Milano.
A quel convegno parteciparono assessori regionali, sindaci, esperti, i quali plaudevano questa iniziativa,. Ma come sopra, quando in troppi plaudono, poi nessuno si interessa a realizzare quanto è stato discusso e così è successo anche per quel convegno.
Ora è necessario che Busto si dia una scossa, che scelga quale potrà essere il suo futuro, anche se purtroppo lo scenario è ormai compiuto e difficilmente Busto potrà ritornare ad essere una città industriale come era in passato e quindi deve individuare la sua nuova vocazione.
Si è tentato la via del cinema, ma purtroppo sembra che questa via non sia destinata ad avere vita facile, la via della cultura potrebbe avere uno sviluppo anche perché è già tutto pronto e si tratta solo di mettere assieme alcuni tasselli e siamo sicuri che vi possono essere persone, enti, istituzioni, disponibili a metterci anche del denaro oltre che la propria faccia per veder realizzata un’idea di questo genere, che darebbe una nuova visibilità a Busto .
A breve Busto avrà una nuova amministrazione, l’augurio che ci facciamo è che chiunque vinca le elezioni, abbia a cuore il futuro della nostra città, che non utilizzi solo le parole come slogan, ma trasformi le parole in fatti e nel proprio programma metta anche l’elemento “cultura” tra i primi in quanto se una collettività sviluppa la propria cultura, ha un futuro sicuro; diversamente il declino sarà costante e progressivo.
(Da L'informazione)
venerdì 10 giugno 2011
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mi trovi d'accordo....ottima idea.
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