Tassa iniqua!

Ritengo che siano pochi i cittadini che non hanno ricevuto la raccomandata della società incaricata dal Comune di Busto di portare a casa qualche centinaia di migliaia di euro, gravando i cittadini di un ulteriore balzello in aumento rispetto a quanto già veniva pagato per la tassa sui rifiuti. Non entro nel merito delle verifiche fatte che in molti casi hanno modificato le misure che in passato erano state fatte dai tecnici comunali che si erano recati presso le abitazioni dei cittadini per effettuare queste misurazioni.
Quello che ci preoccupa è il fatto che la Tarsu la si paga su tutto.
Se si legge attentamente il regolamento comunale si scopre che la Tarsu non viene pagata solo per le superfici intercluse (che quindi non sono accessibili) e per i vani con un’altezza inferiore a Mt. 1,20.
È evidente che o si è parte della famiglia di Biancaneve, oppure di,vani di questa altezza non ne esistono.
Quello che è necessario è una revisione dei luoghi sui quali far pagare la Tarsu, in quanto vi sono famiglie composte da due o tre persone che vivono in 200 mq. perché hanno ereditato dai genitori la casa e pagano cifre abnormi, mentre altre famiglie composte da 10 persone in tre locali non pagano praticamente nulla.
Mi chiedo se sia giusto che un magazzeno dove sono depositati degli scatoloni senza creare un grammo di rifiuti, paghi migliaia di euro di Tarsu.
Sarebbe più serio affermare che la Tarsu è una tassa che si paga sulla proprietà indipendentemente dalla produzione dei rifiuti e che è assimilata alla tassa di circolazione delle autovetture: più sono i cavalli del motore più alta è la tassa, più sono i metri dell’immobile e più è alta la Tarsu.
Uno degli impegni che deve assumere il prossimo consiglio comunale di Busto è quello di rivedere il regolamento della Tarsu che è profondamente iniquo.