Lo sviluppo economico di qualsiasi comunità è collegato, come se fosse un cordone ombelicale, allo sviluppo del commercio; questo è quello che ci ha insegnato la storia.
Se si tenesse presente questo principio economico basilare, che è portato avanti dai maggiori economisti, si arriverebbe alla conclusione che uno dei settori dove le amministrazioni, da quella comunale a quella statale, dovrebbero prestare maggior attenzione è quello del commercio.
Ma così non è! Non lo è né a livello nazionale né a livello locale.
Con riferimento a Busto Arsizio, si deve rilevare che poca è l’attenzione che viene riservata al commercio, con la conseguenza che il saldo tra gli esercizi commerciali che aprono e quelli che chiudono è sempre negativo.
A volte vi sono aperture di bar o di negozi di abbigliamento, che però durano pochi mesi dopo di che le saracinesche vengono nuovamente abbassate.
Quello che è più grave è che vi sono zone dove di negozi ormai da anni non ve ne sono più e nessuno fa niente per incentivare la loro nuova apertura.
Ovviamente il commerciante apre il proprio negozio dove pensa di guadagnare e non in posti dove vi è scarso afflusso di gente, ed è in queste zone che deve intervenire in modo deciso l’Amministrazione pubblica, con incentivi che aiutino il commerciante ad aprire un nuovo esercizio.
Un negozio aperto significa maggior presenza di persone e minore criminalità, significa maggior vicinanza ai cittadini che più hanno bisogno.
Non tutti hanno la possibilità di recarsi nei centri commerciali e le persone anziane, che aumentano sempre più e molte non guidano, hanno la necessità di recarsi in un negozio vicino a casa.
A Busto da anni si parla di un mercato coperto ma come sempre, quando si parla troppo di qualcosa, poi nulla viene fatto.
L’area c’è, ci sono i parcheggi, vi è anche chi vi andrebbero ad occupare gli spazi, ma nulla viene fatto: perché? Vi è forse un interesse contrario della grande distribuzione che si oppone ad una situazione di questo genere?
I negozi hanno la necessità essenziale di avere il parcheggio vicino, diversamente la gente, anziché andare in uno dei negozi presenti in città, preferisce recarsi in un supermercato che, è distante solo un chilometro in più ma che ha il parcheggio, oltre alla possibilità di offrire di tutto.
La prossima Amministrazione deve impegnarsi a realizzare un piano del commercio che sia vicino ai commercianti e ai cittadini.
Un mercato coperto potrebbe essere essenziale per il commercio, un piano parcheggi realizzato, dopo anni di chiacchiere, sarebbe fondamentale per il mantenimento in vita di molte esercizi commerciali.
martedì 26 aprile 2011
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Tutte cose condivisibili e sacrosante ma un appuntino va fatto anche ai commercianti.
RispondiEliminaLei dice che "a volte vi sono aperture di bar o di negozi di abbigliamento, che però durano pochi mesi dopo di che le saracinesche vengono nuovamente abbassate". Ma perchè durano pochi mesi questi bar e questi negozi di abbigliamento? Nessuno ha mai contato il numero di bar e negozi di abbigliamento che ci sono nel centro di Busto Arsizio? Forse sono inferiori solo al numero degli sportelli bancari (e se ce ne sono così tanti vuol dire che nonostante i tanti piagnistei i soldi a Busto non scarseggiano). Prima di aprire un'attività commerciale sarebbe il caso di fare una piccola analisi di mercato o per lo meno una passeggiata per le vie circostanti al luogo eletto per l'apertura; è una semplice accortezza che eviterebbe a molti di trovarsi nel giro di pochi mesi a piangere, magari incolpando le istituzioni con motivazioni più o meno veritiere ma certamente non causa principe di questi "flash" di mercato.
Chiedo a tutti i lettori in quanti negozi di abbigliamento ed in quanti bar del centro siete entrati nell'ultimo anno? In quanti avete fatto acquisti o avete consumato? Provate anche voi a fare una piccola analisi di mercato...